La missione del gruppo Sea Scout tra sport e attività esperienziali
Una cooperativa sociale di Oristano che ha tre pilastri fondamentali: formazione, integrazione e difesa sociale. I ragazzi con disabilità motorie e svantaggi cognitivo-relazionali sono aiutati a diventare autonomi nella vita di tutti i giorni. Dalla cura delle tartarughe marine al riciclo della plastica: i progetti che li vedono protagonisti
Metti insieme un gruppo di sportivi amanti del mare e, in particolare, delle attività subacquee. Poi falli entrare a contatto con persone che hanno disabilità di varia natura o problemi di inclusione sociale. Dopo una decina di anni sarà quasi del tutto naturale scoprire come, dalla pianta originale, siano scaturiti floridi germogli che continuano ancora oggi a moltiplicarsi. È in estrema sintesi la storia della cooperativa sociale “Sea Scout Onlus” di Oristano, una realtà nata nel 2011 che è partita dallo sport (nuoto, immersioni subacquee, arrampicata, taekwondo) e oggi si è ramificata, comprendendo altre branche: formazione (corsi BLS-D con defibrillatore e soccorso), attività per disabili (sport, escursionismo, seawatching, arte funzionale, danza creativa, corsi di fotografia, esperienze con gli animali, autonomia motoria, giardinaggio sensoriale, autonomia personale e domestica, corsi di inglese e informatica, programmi individuali personalizzati per bambini e ragazzi con deficit cognitivi, sociali, verbali, disturbi dello spettro autistico) e accompagnamento. E poi consulenza pedagogica, counselling, psicoterapia individuale, di coppia e di gruppo, servizi per l’infanzia e l’adolescenza, tutoraggio per DSA/ADHD e altri disturbi evolutivi, progetti scolastici (scuole dell’infanzia, primarie e secondarie di primo e secondo grado), campi estivi.
«Non ci mancano le cose da fare», dice sorridendo il fondatore e presidente della Sea Scout, Riccardo La Porta. «La cooperativa è capofila delle consociate del gruppo Sea Scout, che ha fatto della formazione, dell’integrazione e della difesa sociale i propri obiettivi primari. I nostri educatori accompagnano ciascun ragazzo nel suo percorso di crescita e diventano strumenti per aiutarli nella gestione di eventuali comportamenti e nel riconoscere e utilizzare al meglio le emozioni. Oggi seguiamo 36 ragazzi con svantaggi cognitivo-relazionali o disabilità motorie. Li facciamo vivere in un ambiente familiare, dove i nostri specialisti (psicologi, pedagogisti ed educatori) sono inseriti in maniera informale insieme alle altre figure professionali. Qui non esistono “dottori” e “dottoresse”, siamo tutti “coach” perché proveniamo dallo sport e, attraverso lo sport, tutto è nato e buona parte delle nostre attività è impregnato di esso».
La Porta, siciliano d’origini, milanese di nascita e sardo d’adozione dopo aver vissuto a lungo a Roma, va orgoglioso di questa creatura che è in continua evoluzione. «Stiamo portando avanti numerosi progetti», spiega. «Uno, denominato “Riciclo Inclusivo”, sta partendo proprio in queste settimane e ha come obiettivo quello di colmare il gap esperienziale di ragazzi con fragilità e raggiungere la consapevolezza delle abilità residue, necessarie e probabilmente sufficienti a creare le autonomie minime per l’indipendenza all’interno di una comunità, oltre all’accettazione sociale. L’idea è quella di raccogliere la plastica lungo le spiagge dell’Area marina protetta del Sinis (Oristano), per farne piccoli oggetti di utilizzo quotidiano. La materia prima, la plastica riciclata, viene ricavata triturando gli oggetti. I granuli vengono poi versati in un estrusore che li pressa in stampi. L’intera filiera sarà condotta da ragazzi con svantaggio cognitivo relazionale ed un tutor».
“Formati per informare” è il nome di un altro progetto, che si occupa di accoglienza turistica e cura delle tartarughe marine presso il C.Re.S., il Centro di recupero del Sinis delle tartarughe e dei mammiferi marini. «Questo progetto – spiega La Porta – prevede la formazione di ragazze e ragazzi con svantaggio cognitivo relazionale nelle capacità di accoglienza, spiegazione e relazione di turisti e avventori nelle strutture dove operano i biologi del C.Re.S. Negli orari e nei giorni in cui la struttura non è aperta al pubblico, i beneficiari del progetto – dopo un’adeguata formazione – hanno ruoli ben definiti e abbastanza complessi nella cura quotidiana delle tartarughe marine in degenza, sino alla loro liberazione in natura».
“Scuola cardioprotetta – Un defibrillatore in ogni scuola” è un’iniziativa che si compone di tre passaggi fondamentali: dotare ogni scuola del territorio di uno o più defibrillatori semiautomatici DAE; formare coloro che operano in ambito scolastico, attraverso corsi BLS-D (Basic Life Support-Defibrillation); mantenere in perfetto stato di funzionamento il defibrillatore nel tempo con un adeguato programma di assistenza e manutenzione DAE. «In questo modo diffondiamo la cultura del primo soccorso in situazioni di emergenza. Così riusciremo a salvaguardare i nostri figli e quanti, ogni giorno, si prodigano per la loro istruzione», sottolinea il presidente della cooperativa.
Attraverso i giochi di ruolo, invece, si diffonde la cultura ludica e, più in generale, l’aggregazione sociale in ogni sua forma. «Con il progetto “GdR per il futuro” offriamo opportunità di aggregazione, crescita morale e culturale, valorizzando l’integrazione sociale e quella educativa», racconta La Porta. «Inoltre, stimoliamo lo sviluppo locale attraverso svariate forme di cooperazione. Infine, ci offriamo come punto di riferimento per gli esperti e per i neofiti di questo settore».
Tra i progetti conclusi di recente figura “CampuSeu 2020”. «Durante un’intensa settimana di lavoro – spiega La Porta – i ragazzi Sea Scout hanno sperimentato esperienze di vita lontano da casa, in una struttura messa a disposizione dal Comune di Cabras (Oristano), in una sorta di vacanza/laboratorio dove hanno imparato a convivere, a gestirsi nelle loro autonomie e ad affrontare situazioni mai vissute prima. Mare e sole, certamente, ma anche attività sportive e sensoriali, più alcune giornate dedicate all’ecologia in collaborazione con l’Area marina protetta “Penisola del Sinis – Isola di Mal di Ventre”, alla scoperta dei fondali marini con il supporto scientifico dello IAS-CNR (Istituto per lo studio degli impatti antropici e sostenibilità in ambiente marino) di Torregrande. Un’iniziativa da ripetere, non appena si arriverà alla normalità post-pandemia.
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