Non profit
Povertà, disabilità e anziani: le sfide per la coprogrammazione e coprogettazione
Dobbiamo immaginare soluzioni e alternative. Come? Con gli strumenti del cohousing, della telemedicina di prossimità, delle case della salute e un nuovo ruolo dei medici di medicina generale. Ma anche innovando il reddito di cittadinanza e le risposte alle disuguaglianze e alla povertà. La crisi apre infatti una sfida per tutto il Paese e, in particolare, per il Terzo settore
I rapporti tra pubbliche amministrazioni ed Enti del Terzo settore sono cambiati dopo la sentenza della Corte Costituzionale n. 131 del 2020 e le Linee guida del Ministero del lavoro del 31 marzo 2021.
L’art. 55 del Codice del terzo settore rappresenta una delle più significative attuazioni del principio di sussidiarietà orizzontale valorizzato dall'art. 118, quarto comma, Cost. In forza dell'art.55 si instaura fra i soggetti pubblici e gli ETS un canale di "amministrazione condivisa", alternativo a quello del profitto e del mercato.
Oggi troviamo nuovi strumenti collaborativi tra P.A. e Terzo settore nel sistema delle fonti. Esistono i "presupposti negoziali" dell’”amministrazione condivisa", basati su profili di diritto privato. Pertanto occorre voltare pagina. È un nuovo scenario con nuove sfide. Gli ETS sono chiamati alla prova della collaborazione. È giunto il momento di cambiare registro.
A quello gerarchico-competitivo va sostituito quello cooperativo, fondandolo su prassi amministrative caratterizzate da meccanismi di dialogo e collaborazione tra PA e cittadini, a partire dai momenti di analisi, valutazione e decisione. È una reale opportunità di innovazione sociale, civile ed economica, per Gregorio Arena.
Quale ruolo per la filantropia?
Un nuovo ruolo potrà essere svolto dagli enti di filantropia istituzionale come le fondazioni di origine bancaria. Andranno rivisti i bandi per sostenere questi nuovi progetti mettendosi nella lunghezza d'onda della sussidiarietà orizzontale, superando quello della frammentazione di sostegno a pioggia di singole associazioni. Servono visioni e strategie di lungo periodo per affrontare un futuro incerto dopo la pandemia. Il Coprogettare servizi e programmare politiche rivoluziona in modo copernicano la vita di Comuni ed ambiti sociali territoriali chiamati a traghettare i propri uffici dalla logica dell'appalto a quella del coinvolgimento degli ETS. Per qualche studioso si tratta di una forma di "antimafia sociale ". Si supera infatti la logica di patrocini, contributi economici di vario tipo alle associazioni, appalti truccati, anche per organizzazioni infiltrate dalla criminalità organizzata.
Si entra invece nella logica della coprogettazione del welfare di area vasta negli ambiti territoriali sociali. Si configura un polo dell'interesse generale con " finalità civiche solidaristiche e di utilità sociale "in grado di interagire con quello degli interessi pubblici con gli strumenti quali Convenzioni e accreditamenti.
Poi abbiamo il polo dei legittimi interessi privati a scopo di lucro. Occorre quindi il "coinvolgimento attivo " degli ETS nel rendere più efficace l’azione amministrativa nei settori di attività di interesse generale. Essi sono infatti espressione della "società solidale " con una rete capillare di vicinanza e solidarietà, sensibile in tempo reale ai bisogni espressi dal tessuto sociale. Migliaia di Patti di collaborazione in atto attestano il vantaggio per enti locali e cittadini. Questi ultimi rientrano poi nel polo dell'interesse generale non solo con gli ETS ma anche con comitati di quartiere, associazioni non iscritte nel Registro unico nazionale, formazioni sociali informali. Non dimentichiamo che le formazioni sociali intermedie sono parte della Repubblica, che deve favorire la partecipazione piena dei cittadini singoli e associati nelle attività di cura dei beni comuni.
Povertà, disabilità e anziani
Il Centro interdipartimentale per il Terzo settore e l'economia civile dell' Università di Macerata, nato a seguito di convegni con il prof. Stefano Zamagni e Luigi Bobba, padre della Riforma, ha avviato un percorso di formazione per ETS e studenti su coprogrammazione e coprogettazione. A breve questa sarà anche la sede del primo tavolo proposto da ETS, partecipanti all' Assemblea delle libere forme associative, ad Azienda sanitaria locale, Ambito Sociale e Comune di Macerata sul tema delle fragilità sociali dopo la pandemia. Sarà un primo laboratorio in applicazione delle Linee guida del Ministero del Lavoro del 31 marzo. Siamo agli albori dell’Amministrazione condivisa su povertà, anziani e disabilità. Un punto di partenza, una svolta in un tessuto connettivo di norme, strumenti, prassi ormai chiaro tra Amministrazione centrale, Enti territoriali ed ETS. Coprogrammazione e coprogettazione sono ormai procedimenti amministrativi operativi. Possiamo passare dal "diritto scritto" al " diritto in azione" (Luca Gori). Inizia una nuova strada in campo sociale e sociosanitario. Non mancheranno le resistenze culturali sia nel mondo associativo sia in quello istituzionale, ovviamente. Occorre muoversi rapidamente con attivismo civico per dare il segno di un cambiamento possibile.
Sarà anche, speriamo, il Terzo Pilastro al centro del Piano nazionale di ripresa e resilienza, come auspicato da Paolo Venturi su Vita.it il 24 febbraio scorso. La crisi pandemica rende infatti indispensabile includere il Terzo settore nella governance e gestione dei beni comuni e dei servizi di interesse generale. Dobbiamo ridisegnare filiere ad alto valore sociale, progettare nuove infrastrutture resilienti, alimentare un "effetto leva" con ETS piuttosto che "effetto stampella" nel campo ambientale, della digitalizzazione, della lotta alle disuguaglianze nel campo sociosanitario ed educativo. Nel mondo delle disabilità, ad esempio, la Convenzione Onu sui diritti delle persone, ha prodotto un cambio di paradigma per costruire oggi servizi e sostegni innovativi.
Per gli anziani occorre immaginare soluzioni alternative alle rischiose RSA, con il cohousing, la telemedicina di prossimità, case della salute e nuovo ruolo dei medici di medicina generale, infermieri domiciliari. Per contrastare le povertà crescenti vanno rivisti i criteri del reddito di cittadinanza in ottica inclusiva, attraverso il lavoro e la capacitazione personale nella comunità. È urgente poi mettere in comunicazione le diverse banche dati per porre la persona al centro dei servizi e sostegni offerti.
La coprogettazione è una prassi visibile nel Comune di Bologna, città in cui la partecipazione è vita consolidata dagli anni Novanta. Basta vedere il Regolamento delle libere forme associative, il Regolamento per la cura e la rigenerazione dei beni comuni urbani, dal quale sono nati 400 Patti di collaborazione. Altri 200 Comuni hanno sviluppato poi tale prassi.
È sorta una Fondazione per l'innovazione urbana con una modalità denominata "Immaginazione civica". Perché la Co-progettazione? Perché è una prassi più flessibile, capace di connettere più facilmente la complessità dei bisogni e la ricchezza propositiva delle associazioni e degli attori civici. Più solidarietà e meno logiche di mercato per rispondere ad esigenze complesse dei cittadini. Servono strumenti diversi dagli appalti. L’Amministrazione comunale talora non è in grado di definire tutti gli elementi del bando compreso il corrispettivo per le associazioni. La Convenzione e l’accreditamento diretto consentono di aggirare l'ostacolo.
Nasce una partnership tra PA e ETS il cui focus diventa il progetto. Può anche non prevedere un corrispettivo trattandosi di volontariato, eccetto il rimborso delle spese sostenute e documentate.
Si afferma così il principio di economicità. Possono attivare la coprogrammazione gli ETS ascoltando le proposte di tutte le associazioni del settore, anche quelle non accreditate, se in grado di produrre innovazione sociale. Poi però solo gli ETS possono partecipare ai tavoli di coprogettazione. Il procedimento attivato dall’Ente Pubblico successivamente, in ogni caso deve assicurare una piena evidenza pubblica.
* Presidente nazionale del Movimento politico per l'unità – Movimento dei Focolari
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