Politica
Ecco come funziona il Piano Scuola Estate: tre fasi e 510 milioni di euro
Per il ministro Patrizio Bianchi sarà «un ponte tra quest'anno e il prossimo, un'occasione che consenta a bambini e ragazzi di rafforzare gli apprendimenti e recuperare la socialità». Le attività del Piano (cosa fare e come farlo) saranno autonomamente determinate dagli Organi Collegiali e l’adesione degli studenti, delle loro famiglie e dei docenti sarà su base volontaria.
Finalmente è arrivato. Il Ministero dell’Istruzione ha inviato alle scuole la circolare relativa al Piano Scuola estate 2021, che nelle intenzioni del ministro Patrizio Bianchi sarà «un ponte tra quest'anno e il prossimo, un'occasione che consenta a bambini e ragazzi di rafforzare gli apprendimenti e recuperare la socialità”. Tre mesi – da giugno a settembre – «per costruire un nuovo inizio. Riporteremo la scuola al centro della comunità, creando spazi di potenziamento delle competenze e di recupero delle relazioni. Stiamo lavorando insieme ai territori, alle associazioni, promuovendo i Patti educativi di comunità. Stiamo attivando un percorso di trasformazione ed evoluzione del nostro sistema di Istruzione, per dare vita ad una scuola più accogliente, inclusiva, basata su apprendimenti personalizzati, parte integrante del tessuto sociale e territoriale. Una scuola “affettuosa”, che sappia stare al fianco dei nostri bambini e ragazzi, che, partendo dai più fragili, sia punto di riferimento per tutta la comunità e le famiglie».
#lascuoladestate, precisa la circolare a firma del capo dipartimento Stefano Versari, deve «rinforzare e potenziare le competenze disciplinari e relazionali degli studenti», favorendo «la restituzione agli studenti di ciò che più è mandato in questo periodo: lo studio di gruppo, il lavoro in comunità, le uscite sul territorio, l’educazione fisica e lo sport, le esperienze accompagnate di esercizio dell’autonomia personale». La scuola, per assolvere al suo compito, «ha necessità di modalità scolari innovative, di sguardi plurimi, di apporti differenti. Occorre una scuola aperta, dischiusa al mondo esterno. Aprire la scuola significa aprire le classi ai gruppi di apprendimento, aprirsi all’incontro con “altri mondi” del labvoro, delle professioni, del volontariato, come pure aprirsi all’ambiente, radicarsi nel territorio, realizzare esperienze innovative».
Le attività del Piano (cosa fare e come farlo) saranno autonomamente determinate dagli Organi Collegiali e l’adesione degli studenti, delle loro famiglie e dei docenti sarà su base volontaria. Le attività si articoleranno in tre fasi, di cui la I e la III potranno consolidare in modo compensativo gli apprendimenti formali, mentre la II dovrebbe aiutare i ragazzi a collegare gli apprendimenti informali e a volte inconsapevoli fatti in questi mesi di pandemia con quelli formali.
- Giugno, fase I, potenziamento degli apprendimenti: sarà dedicata al rinforzo e al potenziamento degli apprendimenti attraverso attività laboratoriali, scuola all’aperto, studio di gruppo, da effettuare anche sul territorio, con collaborazioni esterne o con il terzo settore.
- Luglio e agosto, fase II, recupero della socialità: le attività di potenziamento degli apprendimenti potranno proseguire ma saranno affiancate più intensamente da attività di aggregazione e socializzazione in modalità Campus (con attività legate a Computing, Arte, Musica, vita Pubblica, Sport). Ci saranno moduli e laboratori di educazione motoria e gioco didattico, canto, musica, arte, scrittura creativa, educazione alla cittadinanza, debate, educazione alla sostenibilità, educazione all’imprenditorialità, potenziamento della lingua italiana e della scrittura, potenziamento delle competenze scientifiche e digitali (coding, media education, robotica). Le attività potranno svolgersi in spazi aperti delle scuole e del territorio, teatri, cinema, musei, biblioteche, parchi e centri sportivi, con il coinvolgimento del terzo settore, di educatori ed esperti esterni;
- Settembre, fase III, accoglienza: fino all’avvio delle lezioni, sarà la fase di vero e proprio avvio del prossimo anno scolastico, con l’accompagnamento di studentesse e studenti al nuovo inizio.
Per realizzare il “Piano Scuola per l’Estate 2021” il Ministero rende disponibili quasi 520 milioni di euro: 150 milioni dal DL 22 marzo 2021 n. 41 per le scuole statali di ogni ordine e grado, per il potenziamento dell’offerta formativa extracurricolare, il miglioramento delle competenze di base, il consolidamento delle discipline, la promozione del recupero della socialità e della vita di gruppo; 40 milioni da DM 2 marzo 2021 n. 48 per l’arricchimento dell’offerta formativa con iniziative progettuali volte a contrastare la povertà e a prevenire la dispersione scolastica; 320 milioni di euro dal PON Per la scuola 2014/2020 per le scuole statali e paritarie del i e del II ciclo, per il potenziamento delle competenze, incluse quelle digitali e sociali (il 70% di tali risorse sono destinate, come tutti i PON, alle regioni in “ritardo di sviluppo”, il 10% alle regioni in transizione e il 20% alle rimanenti regioni e la candidatura ai PON va presentata dalle scuole entro il 21 maggio 2021).
Il nodo dei tempi è cruciale. Il DM n. 48, per dire, prevede che l'inpegno dei 150 milioni avvenga entro l'anno 2021, con attività che in realtà potranno essere attuate quindi ben oltre l'estate. INDIRE accompagnerà nella progettazione del “Piano scuola estate” un centinaio di istituzioni scolastiche che si trovano in aree a maggior rischio di dispersione scolastica e maggior povertà educativa e con indici di maggiori difficoltà negli apprendimenti. Il Ministero inoltre mette a disposizione una piattaforma di crowdfunding (IDEArium) per raccogliere donazioni da parte di sostenitori pubblici o privati a supporto ulteriore del proprio Piano Scuola Estate 2021.
Photo by Ilse Orsel on Unsplash
Nessuno ti regala niente, noi sì
Hai letto questo articolo liberamente, senza essere bloccato dopo le prime righe. Ti è piaciuto? L’hai trovato interessante e utile? Gli articoli online di VITA sono in larga parte accessibili gratuitamente. Ci teniamo sia così per sempre, perché l’informazione è un diritto di tutti. E possiamo farlo grazie al supporto di chi si abbona.