Volontariato

“Glore”, la piattaforma gratuita che certifica le soft skills

Capofila dell'iniziativa internazionale, sostenuta da 63 organizzazioni di Europa, Turchia, Paesi mediterranei e America Latina è l'associazione Joint. Due i portali multilingua a disposizione, si calcola che gli interessati siano le migliaia di giovani che ogni anno aderiscono a iniziative di volontariato non finanziate dall’Ue. Una certificazione che permette di inserire in modo credibile le capacità acquisite nel proprio curriculum vitae

di Antonietta Nembri

Le soft skills sono sempre più importanti, ma come inserirle in modo credibile nel proprio curriculum con un minimo di certificazione? Volontarie e volontari nel corso della loro esperienza si mettono alla prova e apprendono capacità quali ad esempio public speaking, pensiero critico, leadership, problem solving, consapevolezza multiculturale, networking e pubbliche relazioni – per citarne alcune – che ora grazie a una nuova piattaforma internazionale potranno inserire ufficialmente nel proprio Curriculum vitae e spenderle nel mondo del lavoro. Sostenuta da 63 organizzazioni di Europa, Turchia, Paesi del Bacino del Mediterraneo e America Latina Glo-Re – Global Recognition è la piattaforma che ha come capofila l’associazione Joint, organizzazione milanese membro italiano di Icye (International cultural youth Exchange) che coordina la rete italiana di volontariato europeo (Rive) e si occupa di volontariato internazionale e campo di lavoro nel mondo.

«I due portali a disposizione, quello internazionale e da poco quello locale sono il frutto di una sperimentazione che ha preso il via nel 2016, abbiamo visto che il sistema funziona e così abbiamo lanciato la piattaforma» spiega Tommaso Pescetto Cosentino, coordinatore dell’associazione Joint.
La serietà e la trasparenza del procedimento di certificazione risiede nella stessa “architettura” che sorregge il portale GloRe e poggia su moduli e-learning che verificano se il volontario o la volontaria ha sviluppato le soft skills, grazie anche al supporto dei tutor dell’organizzazione in cui è stato svolto il volontariato. Le organizzazioni partner sono fondamentali «La forza di questo sistema» spiega Pescetto Cosentino «risiede proprio nelle organizzazioni che sono tante e che fanno crescere il valore della certificazione. In Italia sono al momento i partner 25 e stanno aumentando».

Il sistema prevede anche una serie di corsi di formazione e dopo la conferma dell’acquisizione delle competenze (cinque le soft skill per le quali si può richiedere la certificazione), il sistema genera un certificato da includere nel Cv.

I portali sono multilingue (al momento inglese, italiano, portoghese, spagnolo e turco – a breve saranno anche in francese e tedesco) e gratuiti. Tutti i processi, dall’iscrizione all’ottenimento della certificazione, sono e rimarranno completamente gratuiti, una novità per questo tipo di pratiche, spesso onerose. «Anche le organizzazioni e le associazioni che si iscrivono al portale non pagano nulla, quando finirà la fase pilota che è sostenuta dalla Ue con programma Erasmus+ e dal Programma “Unione Europea – Turchia Dialogo della Società Civile”, alle organizzazioni» continua il coordinatore di Joint «sarà richiesta una quota minima per l’operatività». La parte local del portale, l’ultima nata, è frutto del processo di intensa collaborazione e dialogo fra enti non governativi dell’Unione Europea e della Turchia attraverso il progetto “GloCal Recognition”.

I più interessati sono probabilmente gli “esclusi” dalle certificazioni classiche Ue: i giovani che aderiscono annualmente a iniziative di volontariato non finanziate dall’Unione europea, ma anche tutti i milioni che quotidianamente si occupano del bene comune delle proprie comunità.
«Siamo pronte e pronti per questa piccola, ma importante rivoluzione copernicana in termini di riconoscimento certificato delle competenze trasversali una rivoluzione che finalmente garantirà l’accesso a questa dirimente opportunità di crescita professionale anche agli oltre 100mila giovani che annualmente partecipano a iniziative di volontariato internazionale non finanziato dalla Ue, ma anche ai milioni di volontari impegnati nei nostri quartieri, nelle nostre città e nelle nostre comunità» spiega Pescetto Cosentino. «Una fetta di popolazione che merita di poter vedere le proprie soft skills soggetto di una seria, validata e condivisa certificazione, capace anche di parlare in maniera affidabile al mondo profit che aspetta di poter accogliere in maniera univoca e chiara quel tesoretto che solo l’attivismo civico può portare in dote. Investire su questo portale è, di fatto, investire sulla crescita presente dei nostri giovani, ma anche puntare una pesante fiche sul loro futuro lavorativo, che in tempi di crisi mondiale è ancora più vitale, oggi più che mai».
E il prossimo passo annuncia Pescetto Cosentino «sarà quello di riuscire a utilizzare questo sistema anche per certificare le soft skills acquisite durante il servizio civile universale».

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