Famiglia
Covid e scuola: Bollate sperimenta il “tampone lecca-lecca”
Partirà lunedì 12 a Bollate il primo screening sulla comunità scolastica che utilizza il nuovo test salivare messo a punto dalle ricercatrici della Statale di Milano: meno invasivo ma con la stessa affidabilità del tampone naso-faringeo molecolare. «Bisogna anticipare il virus, non rincorrerlo: il tracciamento è indispensabile e le scuole possono diventare sentinelle per controllare la diffusione»
Identificare i bambini positivi asintomatici è fondamentale per evitare la diffusione del virus nella comunità e il contagio in classe e nelle famiglie. Tuttavia è un’impresa molto difficile. Per dare risposta a questo problema, e facilitare la diagnosi, a novembre, quattro ricercatrici dell’Università Statale di Milano, Elisa Borghi, Daniela Carmagnola, Claudia Dellavia e Valentina Massa, ottimizzando un protocollo dell’Università di Yale, hanno elaborato un tampone salivare molecolare simile ad un leccalecca, economico e non invasivo, che permetterebbe di essere utilizzato con maggior frequenza nelle scuole.
Questo tampone sarà impiegato in anteprima nazionale lunedì 12 aprile nel comune di Bollate, alla porte di Milano, dove a gennaio si è sviluppato il primo cluster di variante inglese della Lombardia.
«Il nostro tampone per bambini – spiega Valentina Massa, una delle quattro ricercatrici – è decisamente meno disagevole del tampone naso-faringeo, perché richiede semplicemente di “ciucciare” un dispositivo con una spugnetta». Ma soprattutto, sottolinea «pur essendo più facilmente somministrabile, ha la stessa affidabilità del test naso-faringeo, ovvero il 96%. Ed è perciò efficace nell’identificare i soggetti con alta carica virale in saliva anche quando pre-sintomatici e asintomatici, permettendo così di isolare i cosiddetti superspreader, i super diffusori responsabili dell’80% dei contagi dagli ultimi dati e modelli in letteratura».
Pochi giorni fa, il team di ricercatrici della Statale aveva evidenziato che il progetto era «rimasto incastrato, per motivi che non ci spieghiamo, dalla burocrazia». Eppure, chiarisce Gianvincenzo Zuccotti, professore di Pediatria e preside della Facoltà di Medicina e Chirurgia dell'Università Statale, che coordina lo studio, «si tratta di un test veloce, facile che potrebbe essere messo a disposizione dei pediatri di famiglia per diagnosticare in maniera non invasiva l’infezione da SARS-CoV-2 almeno tra i bambini che, come è noto, sono spessissimo soggetti a forme virali e per i quali il rischio di ricorrere ripetutamente al tampone nasofaringeo e alle code dei drive-through è molto elevato».
Dopo la sperimentazione che inizierà lunedì 12 aprile a Bollate, l’auspicio delle ricercatrici è che possa essere utilizzato presto in tutta Italia. «Ne abbiamo parlato con tutti, anche lunedì con Mariastella Gelmini, ministra per gli affari regionali, che si è fatta carico del problema», ha chiarito Zuccotti.
Nel frattempo, il comitato “A scuola!“ e la professoressa Massa, hanno lanciato un appello: «Bisogna anticipare il virus, non rincorrerlo: il tracciamento è indispensabile e le scuole possono diventare sentinelle per controllare la diffusione». L'Organizzazione Mondiale della Sanità ha recentemente sottolineato che, mentre mancano dati per stimare l'impatto della chiusura scolastica sulla trasmissione della malattia, sono ben documentati gli effetti negativi di tale intervento sullo sviluppo e l’apprendimento dei bambini: sono quindi necessarie scelte equilibrate, che da un lato minimizzino il rischio infettivo e dall'altro riducano i danni derivanti dalla prolungata mancanza di contributi educativi e adeguati tempi di socializzazione.
Come funzionerà a Bollate
A Bollate la sperimentazione sarà attivata esclusivamente su base volontaria: «Non possiamo obbligare nessuno», ha chiarito il sindaco, Francesco Vassallo. E funzionerà in questo modo. Lunedì 12 aprile i bambini della materna da cui è partito il cluster, più tutti gli alunni delle scuole primarie e della prima media, così come il personale docente, saranno sottoposti a questo tampone. Nel giro di 24-36 ore sarà possibile individuare l’eventuale presenza in classe di positivi asintomatici. Qualora fossero rilevate delle positività, l’alunno o il docente sarà sottoposto a tampone molecolare da parte di ATS e nel frattempo sarà attivata la quarantena fiduciaria e la DAD per tutta la classe.
In un secondo momento (la data non è ancora stata definita), gli alunni e il personale docente potranno partecipare, sempre volontariamente, al test sierologico ELISA, che servirà per individuare le persone che hanno sviluppato e conservato gli anticorpi. «Il fatto che una persona abbia contratto il virus SARS-CoV-2 non implica necessariamente che abbia sviluppato gli anticorpi», sottolinea la professoressa Massa. Il test è molto semplice: utilizzando un apposito kit, si esegue il prelievo di una piccola goccia di sangue dal polpastrello. Il campione di sangue verrà analizzato in laboratorio. Il test ELISA è stato già utilizzato in quindici scuole di Milano a settembre e a dicembre 2020 e a breve inizierà una terza mappatura.
Una volta concluse queste due attività, lo screening continuerà fino alla fine dell’anno scolastico non più su tutte le classi, «ma solo su 3 classi, per avere una mappatura della diffusione del virus nella comunità bollatese», ha concluso la ricercatrice.
L’iniziativa, che costerà all’Amministrazione comunale 60 mila euro del proprio bilancio, prevede la condivisione con ATS Città di Milano e la collaborazione dei Medici di Medicina Generale, dei Pediatri di Libera Scelta di Bollate, dei dirigenti scolastici e delle associazioni di volontariato.
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