Politica

«Non ti resta che vincere»: la lotteria degli scontrini, ultima beffa per il Paese

Mentre commercianti e imprese faticano a trovare un senso a tutto quello che sta accadendo e sempre più italiani si trovano a fare i conti con la mancanza di denaro e risorse, il Governo uscente lancia la "lotteria degli scontrini". Un progetto che, inserito in un piano chiamato "Italia Cashless", costerà agli italiani oltre 4,7 miliardi di euro

di Marco Dotti

«Guadagni, Vinci & cambi il Paese». Lo spot con cui la Presidenza del Consiglio, tramite il Ministero dell'Economia e delle Finanze (e l'Agenzia Dogane e Monopoli, il suo ente di scopo che, tra le altre cose, controlla il comparto del "gioco pubblico") tenta di dar lustro alla lotteria degli scontrini e al cashback si inscrive in una linea di continuità.

Continuità con i tanti, troppi spot istituzionali dedicati all'azzardo di Stato che, nel corso degli anni, si sono susseguiti. Idee frutto di un immaginario corrotto nei mezzi e nei fini, che hanno finito per corrompere anche quel poco che ne restava fuori.

Ci ricordiamo bene lo spot dei Monopoli che ammiccava ai diciottenni invitandoli al "gioco legale" dalle reti Rai. Il claim era a doppio senso: "La prima volta non si scorda mai" e lo spot venne ritirato nel 2012, dopo grandi proteste da parte delle associazioni.

Passati nove anni, però, la musica non è cambiata: ecco il cashback, che segue le stesse logiche, e la lotteria degli scontrini, provvedimenti che rientrano in un piano pomposamente chiamato Italia Cashless varato dal Governo Conte-bis nel dicembre scorso nell'ambito della Legge di Bilancio 2021, che ha confermato quanto previsto dalla precendente.

Non ci resta che… piangere

L’obiettivo? Lo dichiara il Governo stesso: «modernizzare il Paese favorendo lo sviluppo di un sistema digitale più veloce, semplice e trasparente». Il target? Sempre dai comunicati del Governo: «i cittadini e le aree territoriali che sono ancora legati all’utilizzo del contante e più in generale agli schemi di acquisto tradizionali (il Sud ndr), i giovani, maggiorenni, che si accostano agli acquisti».

Giovani e abitanti delle «aree territoriali» dove ancora prevale l'uso del contante, oltre ad essere due singolari eufemismi, coprono il fatto che proprio i giovani (ma il provvedimento cade in contraddizione, perché i minorenni dovrebbero essere esclusi dalla lotteria degli scontrini) e proprio quelle aree, oggi, sono tra le più esposte ai risvolti economici e sociali della pandemia.

Il «non ci resta che vincere», claim con cui oggi è stata lanciata la lotteria ha un sapore del grottesco, richiamandosi così come fa al Troisi di «non ci resta che piangere». Grottesco e tragico per quei milioni di italiani che non hanno più contante (cash) e certamente non possono permettersi una carta di credito e hanno ben altre preoccupazioni che giocarsi alla lotteria lo scontrino di una spesa al discount.


Sul sito istituzionale della Presidenza del Consiglio dei Ministri si legge anche quella che dovrebbe essere la ragione del messaggio:«il claim “Usa carte e app di pagamento. Guadagni, vinci e cambi il Paese” costituisce una call to action all’utilizzo dei pagamenti elettronici e sintetizza i vantaggi che ne derivano, per il cittadino e per la collettività».

Il cortocircuito politico

Il fatto che tra i principali sponsor di questo provvedimento ci sia il Movimento 5 Stelle – che ha sottosegretari influenti al MEF: Castelli, Villarosa – la dice lunga. Quando erano "opposizione" i pentastellati si opposero esplicitamente a questa gamblification spinta denunciando a più riprese il tentativo di fare passare logiche legate all'azzardo (gambling) dentro processi decisionali o partecipativi edulcorati e depotenziati attraverso schemi di gioco: ricordiamo le battaglie dei vari senatori e onorevoli, tutti rieletti anche grazie a queste battaglie, Endrizzi, Baroni, Silvestri, ora scomparsi dai radar.

Un fenomeno ben conosciuto anche fuori dalla politica che tecnicamente si definisce "ludocrazia" (su Vita ne parliamo da anni).

Nel primo Governo Conte, non fidandosi di Salvini, misero nero su bianco nel Contratto di Governo un impegno a contrastare l'azzardo. Non solo: sulla spinta e dopo un lungo lavoro di advocacy delle associazioni No Slot registrarono la necessità (facendone mediatica virtù) di vietare la pubblicità del gioco d'azzardo.

Poi… poi le cose sono cambiate e, si sa, il demone cacciato dalla porta rientra spesso dalla finestra. Il progetto della lotteria degli scontrini che giaceva nei cassetti da anni e nessuno aveva mai avuto il coraggio – o semplicemente conservava ancora un po' di pudore – di rendere effettivo da oggi è realtà.

Amara e costosa realtà. Il prezzo stimato per questo gioco (cashback e lotteria degli scontrini) le già precarie casse dello Stato è di 4,7 miliardi di euro. Andranno a pagare i creativi, le campagne stampa, le piattaforme digitali e via discorrendo, con il rischio che il ritorno in tassazione non copra i costi dell'apparato messo in campo per rendere effettivo il provvedimento.

Tanto per capirci: il Governo uscente ha stanziato per il Fondo Sanitario 3,5 miliardi, uno in meno rispetto al piano cashless in cui rientra la lotteria degli scontrini. «Alla faccia del cash, qui è tutto un less» direbbe Totò. Non ci resta che vincere. O piangere, fate voi.

17 centesimi al giorno sono troppi?

Poco più di un euro a settimana, un caffè al bar o forse meno. 60 euro l’anno per tutti i contenuti di VITA, gli articoli online senza pubblicità, i magazine, le newsletter, i podcast, le infografiche e i libri digitali. Ma soprattutto per aiutarci a raccontare il sociale con sempre maggiore forza e incisività.