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Cooperazione allo sviluppo: visioni e valori per andare oltre la legge 125/2014

La cooperazione internazionale per uno sviluppo equo e sostenibile riguarda tutti: lo Stato, la società nel suo complesso, le istituzioni pubbliche, i soggetti privati profit e non profit. L'analisi di Link 2007: in un mondo sempre più interconnesso e complesso, con gravi e comuni problemi di sostenibilità, bisogna guardare a una fase nuova

di Redazione

La “Giornata della trasparenza” dell’Aics, Agenzia italiana per la cooperazione allo sviluppo, lo scorso 22 dicembre, ha aperto uno stimolante orizzonte sulle innovazioni che stanno gradualmente rafforzando l’attuazione, affidata all’Agenzia, delle politiche di cooperazione.

Finalmente. Data la scarsa capacità comunicativa dimostrata in questi anni. Valori, cambio di cultura, trasparenza, qualità, efficacia, valutazione dei risultati, comunicazione, partecipazione, visione di lungo periodo, sono state le parole chiave del webinar a cui, oltre al direttore Maestripieri, ai vice Carmenati e Cerasoli, al responsabile relazioni esterne Ciarlo e a coordinatori degli uffici dell’Aics, hanno partecipato la Viceministra Del Re, il capo ufficio OIV del MAECI Glinianski (organismo indipendente di valutazione), l’analista Kangalova, dell’International Aid Transparency Initiative IATI, il presidente della Commissione esteri della Camera Fassino. Quest’ultimo si è spinto anche più in là, rendendosi disponibile a valutare in Parlamento esigenze di “rivisitazione della legge” sulla base delle necessità e delle sollecitazioni pervenute dell’Ocse.

La necessità di una rivisitazione legislativa deve essere il risultato di un’attenta analisi dell’attuazione delle politiche di cooperazione internazionale per lo sviluppo che tenga in considerazione l’intera articolazione istituzionale coinvolta. A sei anni dalla riforma legislativa è ora infatti di fare il punto sulla sua attuazione.

LINK 2007 – associazione di Ong di cooperazione internazionale e aiuto umanitario – si rivolge alle istituzioni preposte al fine di valutare e rafforzare i successi ottenuti ed identificare ostacoli e vincoli per accelerarne il superamento. L’appunto, elaborato da LINK 2007 durante il 2020, è il frutto di osservazioni e percezioni sull’attuazione della legge 125/2014. Si propone di fornire un contributo all’analisi per una fase nuova del sistema italiano della cooperazione internazionale per lo sviluppo, individuando carenze e limiti in relazione alla rilevanza e responsabilità di ciascun soggetto istituzionale preposto e presentando alcuni suggerimenti propositivi.

Osservazioni e percezioni. Queste ultime sono anche la conseguenza del riserbo comunicativo istituzionale che in questi anni ha in gran parte dominato il rapporto con gli stakeholder e che solo ora, alla fine del 2020, sembra essere entrato in una fase di deciso superamento.

Il valore politico innovativo della riforma legislativa è indubbio: ha recepito anni di proposte e approfondimenti nelle aule parlamentari e nella società civile e afferma con chiarezza che la cooperazione per uno sviluppo equo e sostenibile riguarda tutti, lo Stato, la società nel suo complesso, le istituzioni pubbliche, i soggetti privati non profit e profit, in un mondo sempre più interconnesso e complesso, con comuni problemi di sostenibilità.

Nell’attuazione della riforma alcune criticità sono emerse. Lo stesso considerevole impegno dei soggetti istituzionali e del sistema complessivo della cooperazione le ha messe in evidenza. Le difficoltà incontrate con la crisi pandemia hanno a loro volta confermato la necessità di precisarle e superarle, correggendo limiti normativi, regolamentari, strutturali e gestionali al fine di una più puntuale ed efficace cooperazione internazionale, come da tutti auspicato. L’auspicio è che l’appunto proposto da LINK possa essere arricchito con altri apporti e punti di vista, in modo da riuscire ad avere un quadro esauriente delle problematicità e delle relative proposte per superarle.

LINK suggerisce un cammino che porti a:

  • identificare le modifiche normative alla legge, allo statuto dell’Agenzia italiana per la cooperazione allo sviluppo (AICS), al sistema di procedure messe in atto, al fine di poter garantire tempestività, flessibilità, efficienza ed efficacia ai programmi di cooperazione allo sviluppo (CS), trasparenza, stabilità dei partenariati, incisività dei coordinamenti istituzionali e operativi;

  • precisare meglio ruoli e competenze su materie comuni al MAECI-DGCS (Direzione Generale per la cooperazione allo sviluppo) e all’AICS;

  • garantire risorse, strutture, agibilità, personale esperto indispensabili per rendere effettive le finalità della legge con i relativi obiettivi, considerando prioritaria e urgente la sede Aics;

  • ripensare le politiche di cooperazione per lo sviluppo nelle nuove dinamiche geopolitiche, nel quadro degli impegni multilaterali, nel rafforzato dialogo e partenariato bilaterale, nelle scelte strategiche italiane e dell’Ue, nella programmazione pluriennale, generale e per ciascun paese/area a breve e lungo periodo con le relative priorità settoriali;

  • ottimizzare il documento di programmazione triennale perché rappresenti l’indispensabile base per l’azione di CS dell’Italia;

  • rafforzare e rendere stabili le capacità di studio sulle tematiche attinenti lo sviluppo ed i paesi e settori di intervento;

  • aprirsi maggiormente ad un rapporto sinergico, aperto e fiduciario con i soggetti della cooperazione indicati dalla legge;

  • diffondere la cultura dell’indispensabilità della cooperazione internazionale, anche come metodo politico di tutte le istituzioni governative e come investimento nello stesso interesse nazionale.

Più in particolare, LINK passa in rassegna i soggetti istituzionali della CS – Viceministro/a con delega alla cooperazione internazionale, DGCS, AICS, Cassa Depositi e Prestiti CDP, Comitato interministeriale CICS, Consiglio nazionale CNCS – individuando le competenze e responsabilità definite nella Legge 125 e le necessità, per renderle effettive, di adempimenti attuativi, adeguamenti normativi, modifiche procedurali, superamento di sterili vincoli, consolidamenti strutturali e organizzativi, necessità di personale esperto, valorizzazione del ruolo delle sedi operative nei paesi partner, precisazione e rafforzamento di competenze e ruoli istituzionali, studi e approfondimenti, trasparenza, confronto, co-programmazione e co-progettazione con i soggetti della società civile, valorizzazione della specificità degli Enti regionali, dei partenariati territoriali, dell’impresa e del settore profit, delle organizzazioni delle comunità di immigrati.

Un documento, quello di LINK (scaricabile in calce all'articolo), che può contribuire a fare il punto sull’attuazione della Legge 125/2014, per valorizzare e rafforzare quanto realizzato ed individuare limiti e vincoli che rallentano o impediscono il pieno compimento di quanto voluto dal Legislatore come “parte integrante e qualificante della politica estera dell’Italia”.

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