Politica
Fassina: «Sul tabacco riscaldato nessuno scippo, è la normale dinamica parlamentare»
L'onorevole Stefano Fassina (LEU), relatore di maggioranza della legge di Stabilità, replica a Cittadinanzattiva sulla destinazione dei fondi ricavati dalla tassazione sul tabacco riscaldato: «abbiamo finanziato il sostegno ai lavoratori fragili che, a causa del coronavirus, non possono lavorare né fare smart working, abbiamo portato a dieci giorni i congedi parentali e abbiamo finanziato misure di sostegno alla conciliazione tra famiglia e lavoro. Altro che spreco»
di Marco Dotti
Sta suscitando un dibattito acceso la tassazione sul tabacco riscaldato. Un dibattito che verte non tanto sull'opportunità o meno di tassare questo prodotto, ma sulla destinazione di quella tassazione. Una destinazione che, ha spiegato il suo segretario generale Antonio Gaudioso, destinazione, da mesi Cittadinanzattiva e altre 70 associazioni chiedono di destinare all'assistenza domiciliare. Nella notte tra sabato e domenica è cambiato tutto. Da qui l'indignazione e la protesta.
Il segretario di Cittadinanzattiva, che ha lavorato per nove mesi al provvedimento, ha parlato di "scippo" ingiustificato, chiamando in causa la responsabilità politica dei relatori di maggioranza della legge di Stabilità. Ecco la replica dell'onorevole Stefano Fassina, che è stato con Marialuisa Faro (M5S). proprio il relatore di quella legge in Commissione Bilancio alla Camera.
Cittadinanzattiva ha segnalato il cambio, nottetempo, di un emendamento a lungo condiviso, emendamento che prevedeva la tassazione del tabacco riscaldato destinando quanto ricavato dalla tassazione all’assistenza domiciliare. Lei è relatore di maggioranza della legge di Stabilità, ci spieghi cosa è successo…
Prima di tutto mi lasci chiarire e parlo con grande franchezza, per il rispetto che ho sia per Vitache per gli interlocutori di Cittadinanzattiva: ho trovato offensivo il linguaggio del dott Gaudioso. Raccontare quanto è avvenuto come uno scippo nella notte da parte di parlamentari è inaccettabile, perché chi scippa nella notte non fa il parlamentare ma il ladro.
Non trova strano sia arrivato nella notte, tra sabato e domenica il cambio di rotta sull’emendamento in questione?
Dopo tre settimane intense, negli ultimi giorni abbiamo lavorato per quaranta ore di seguito, perché quest’anno la finanziaria è arrivata molto in ritardo e, per evitare l’esercizio provvisorio, non ci siamo risparmiati. Questo per far capire a Gaudioso e a tutti i lettori che non lavoriamo di notte per approfittare dell’oscurità e delle tenebre, ma perché questi sono i tempi e queste le necessità del Paese.
Perché non avete spiegato il provvedimento?
Abbiamo finito alle tre di notte e ripreso alle nove del mattino di domenica e abbiamo finito ieri a mezzanotte. Ci sono stati difetti di comunicazione, ma dovuti a fatti oggettivi, non alla notte o alle tenebre.
Tenebre o no, tutte le scelte sono criticabili, però…
Certo, è legittimo non essere d’accordo con le scelte politiche che vengono assunte. E’ il pluralismo della democrazia. Ma non è condivisibile di certe critiche il linguaggio e il sottostante presunto primato morale della società civile rispetto a chi svolge rappresentanza politica. Di fronte a scelte politiche che non si condividono è frutto di scarsa consapevolezza della democrazia paragonare ai ladri chi compie quelle scelte. Inoltre, se in una campagna tematica individuo risorse della collettività per finanziarie una pur sacrosanta policy, quelle risorse non diventano dei promotori della campagna. Se il Parlamento, nella legittimità della sua funzione le destina ad altro non compie un furto. Questo nella forma, ma poi c’è la sostanza.
Andiamo alla sostanza…
Quest’anno, faticosamente, siamo riusciti a raggiungere un obiettivo che perseguivamo da anni, da ben prima della campagna di Cittadinanzattiva: ridurre l’ingiustificato sconto di accisa sul tabacco riscaldato.
La critica però non è su questo punto, ma sulla destinazione di quanto si incasserà a obiettivi diversi rispetto a quelli che ci si era preposti…
Abbiamo ridotto lo sconto sul tabacco riscaldato e, alla luce di tante esigenze che si sono via via proposte, abbiamo cercato un punto di equilibrio. La nostra democrazia costituzionale funziona così: il Parlamento non ratifica le proposte di gruppi cittadini. Il Parlamento deve avere grande attenzione alle proposte fatte dai cittadini ma, poi, deve costruire un consenso in un quadro fatto di tante esigenze. E, in un quadro fatto di tante esigenze, abbiamo dovuto scegliere.
Che cosa avete finanziato?
Abbiamo finanziato il sostegno ai lavoratori fragili che, a causa del coronavirus, non possono lavorare né fare smart working, abbiamo portato a dieci giorni i congedi parentali e abbiamo finanziato misure di sostegno alla conciliazione tra famiglia e lavoro. Per dirne solo alcune, tanto per chiarire quali sono i “rivoli inutili” nei quali, a detta di Cittadinanzattiva, avremmo disperso le risorse così faticosamente recuperate. A me non sembra siano state sprecate, anzi.
L’assistenza famigliare, però, rimane fuori…
No, perché la dote per l’assistenza famigliare è stata portata complessivamente a quasi 800 milioni e, in un anno in cui la sanità subisce un pesantissimo stress, gli interventi si fanno in un quadro sistemico non con blitz emendativi. Per l’insieme di queste ragioni abbiamo fatto le scelte che ci contestano, ma quelle scelte vanno viste nel quadro o si rischia di non capirle affatto.
Quindi lei ritiene che non solo siano impropri, ma anche non colgano nel segno gli appunti critici che sono stati mossi al provvedimento?
Ritengo che per il lavoro serio, faticosissimo che abbiamo fatto in Commissione Bilancio della Camera, il segretario Gaudioso dovrebbe scusarsi, non con i relatori, ma con tutti i colleghi e le colleghe, sia di maggioranza che di opposizione, della Commissione. Nessuno di loro ha fatto «scippi nella notte», tutti invece hanno compiuto il proprio dovere istituzionale per arrivare a soluzioni condivise. In rappresentanza di 40 milioni di italiani, abbia dato ascolto ad una realtà più ampia e articolata di quella espressa da campagne nobili, importanti, ma parziali.
Non solo Cittadinanzattiva: la proposta era sottoscritta da decine di associazioni, oltre che da parlamentari. Anche lei la sottoscrisse a suo tempo, cosa è cambiato?
Si, lo firmai. E avrei firmato anche quest’anno, se non fossi stato relatore, l’emendamento proposto da Rossella Muroni o Elena Carnevali. Vi erano anche altri emendamenti del M5S e di Italia Viva con diverse finalizzazioni dell’aumento delle accise sul tabacco riscaldato. Compito del relatore e costruire sintesi tra tante priorità. Inoltre, rispetto alla primavera scorsa, siamo in un altra fase: per affrontare il Covid, il Ministro Speranza è riuscito a integrare le risorse per il SSN e per l’assistenza domiciliare.
Lei era relatore di maggioranza sulla legge di Stabilità…
Infatti, io come relatore non prendo gli input che arrivano dalla società civile e li impongo. Io porto avanti una proposta che riconosco valida, ma poi mi misuro e mi confronto con altre proposte che altri con la mia stessa legittimità considerano altrettanto valide e se si arriva a un compromesso diverso dal punto da cui ero partito… non per questo sono uno che scippa nel buio. La democrazia parlamentare è compromesso, possibilmente alto, tra visioni, esigenze e interessi diversi. Sarebbe molto pericolosa la visione del Parlamento come braccio esecutivo di minoranze di cittadini convinte della propria supremazia morale.
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