Politica

Appello urgente al Governo: meno oneri fiscali sugli acquisti per la ricerca

Oggi pomeriggio all'interno della Legge di Bilancio la Camera vota alcuni emendamenti che chiedono la riduzione degli oneri fiscali sugli acquisti finalizzati alla ricerca scientifica, come reagenti e apparecchiature da laboratorio. Per sostenere la proposta Airc, Aism e Telethon lanciano l'hashtag #RilanciamoLaRicerca

di Redazione

Schierarsi dalla parte della ricerca biomedica, riconoscendone il ruolo strategico per il futuro del Paese, per incidere sulla qualità della vita delle persone e per offrire loro nuove opportunità di cura. C’è una pagina sul Corriere della Sera di oggi che rivolgere un forte appello al Governo e a tutte le forze politiche perché diano un segnale forte in questa direzione, riducendo gli oneri fiscali sugli acquisti finalizzati a fare ricerca scientifica, iniziando dai reagenti e dalle apparecchiature da laboratorio.

La proposta è contenuta in alcuni emendamenti alla Legge di Bilancio (Ddl 2790-bis) la cui votazione inizia oggi pomeriggio alla Camera. La proposta è sostenuta dagli onorevoli Paolo Russo, Angela Ianaro e Riccardo Magi e si lega ad un impegno specifico presente nella risoluzione di maggioranza approvata alla NADEF e agli impegni già assunti dal Governo con specifici ordini del giorno approvati anche al Senato, su iniziativa della scienziata e senatrice a vita Elena Cattaneo.

L’appello per questa svolta porta la firma di Fondazione Airc, Aism e Fondazione Telethon, i big della ricerca non profit italiana. «In questo momento più che mai è chiaro a tutti quanto la ricerca scientifica rappresenti un valore fondante dello sviluppo e della salvaguardia della società. Il Parlamento ha ora l’opportunità per dare sostanza e seguito a questa esigenza collettiva, investendo sui ricercatori italiani e sul settore del non profit che sta dimostrando di poter essere, se dovutamente sostenuto, un punto di riferimento per il Paese, valorizzando gli sforzi di tutti noi e i contributi dei donatori che credono nella nostra missione», afferma Francesca Pasinelli, Direttore Generale di Fondazione Telethon. «I cittadini ci danno fiducia donandoci denaro per sostenere la ricerca sul cancro. Noi abbiamo la responsabilità di tradurre queste donazioni in progresso scientifico», afferma Niccolò Contucci, Direttore Generale di Fondazione AIRC. Ogni giorno infatti mille persone in Italia ricevono una diagnosi di cancro e attendono risposte dalla ricerca. «Con questo emendamento, il Parlamento ha l’opportunità di investire sui ricercatori italiani e riconoscere l’importanza più volte evidenziata dal Ministro della Ricerca Gaetano Manfredi della ricerca del sistema pubblico e della ricerca non profit italiana, che rappresentano assieme un valore strategico di futuro e di ripartenza del Paese», dichiara Mario Alberto Battaglia, Direttore Generale AISM e Presidente della sua Fondazione (FISM).

Con l’hashtag #RilanciamoLaRicerca ci si può unire all’appello alla politica tutta, chiedendole di schierarsi dalla parte della ricerca e dei ricercatori, restituendo al Paese il diritto a un futuro in cui scienza e salute siano una priorità assoluta.

Nel dettaglio, gli emendamenti all’articolo 90 prevedono l’istituzione di un credito d’imposta come leva per promuovere la ricerca scientifica nel campo biomedico. Il credito d'imposta sarebbe riconosciuto a decorrere dal 2021 alle Università, agli Enti pubblici di Ricerca, agli Istituti di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico e agli Enti di Ricerca privati senza finalità di lucro. La poposta prevede «un credito d'imposta pari al 17% delle spese sostenute da Università, Enti pubblici di Ricerca, Istituti di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico e Enti di Ricerca privati senza finalità di lucro per l’acquisto di reagenti e apparecchiature destinate alla ricerca scientifica nel campo delle biotecnologie», quantificato in 100 milioni di euro l’anno per le annualità 2021, 2022 e 2023.

«Il credito di imposta ha la funzione di restituire ai soggetti che concorrono senza scopo di lucro allo sviluppo della ricerca sanitaria una percentuale della spesa sostenuta per il pagamento dell’IVA su piccole apparecchiature e reagenti. Attualmente, infatti, la compravendita di prodotti per la ricerca biomedica – anche per gli acquisti effettuati nell’ambito della ricerca finanziata con fondi pubblici o donazioni private da centri senza finalità di lucro, che per loro stessa natura non possono usufruire delle detrazioni sugli acquisti – è sottoposta ad una aliquota IVA pari al 22%, che di fatto depotenzia il finanziamento stesso che lo Stato eroga e la volontà donativa dei cittadini», sottolineano i firmatari dell’appello.

La proposta, se accolta, porrebbe l’Italia in linea con gli altri Paesi europei. In Inghilterra e Svezia infatti non si applica l’imposta sul valore aggiunto su questa tipologia di forniture; in Germania sono esentati gli istituti di ricerca federali; in Spagna è previsto un meccanismo che restituisce a fine anno l’imposta versata; in Svizzera l’imposta è pari a solo il 7%. A livello europeo, inoltre, le cessioni di beni e le prestazioni di servizi effettuate nei confronti dell'Unione europea, sono esentate dall’IVA anche se effettuate nei confronti di imprese o enti per l'esecuzione di contratti di ricerca.

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