Politica

Di Piazza: “Ma questo Governo ha ben a cuore il Terzo settore”

Il sottosegretario al Lavoro e alle Politiche sociali risponde alla nota polemica di Riccardo Bonacina a proposito dell'articolo 108 della Legge di Bilancio: “Quella norma è un errore? Certo lo è. E il Presidente nel Comunicato da te legittimamente criticato lo riconosce e prende un impegno”

di Steni Di Piazza

Caro Riccardo,
ho letto con un certo stupore la tua Puntina del 7 dicembre che critica con una certa violenza l’azione del Presidente del Consiglio. Figuriamoci nessuna perplessità sul diritto di critica, ma fammi esprimere, a margine, solo una remora su un linguaggio, che non sfigurerebbe su giornali meno riflessivi del tuo.

Ma stiamo ai fatti: nella legge di bilancio è prevista una norma fiscale all’articolo 108 la quale – ti cito -“prevede che migliaia di associazioni che non hanno scopo di lucro e che svolgono essenziali attività di interesse generale verranno assoggettate al regime IVA, con un forte aggravio di adempimenti burocratici e del carico contributivo”. Il Presidente del Consiglio – nel suo comunicato in occasione della Giornata del Volontariato – ha sostanzialmente affermato che si troverà una soluzione, attraverso il confronto con il Forum Terzo Settore e i Ministeri competenti una soluzione ad un evidente eccesso di semplificazione contenuta nella legge di bilancio 2021. Quella norma è un errore? Certo lo è. E il Presidente nel Comunicato da te legittimamente criticato lo riconosce. Ma forse avresti dovuto spiegare da cosa è generato quell’errore: da una querelle con la Commissione Europea circa la natura giuridico-fiscale degli enti di terzo settore che non nasce nel 2020. Caro Riccardo sai da quanto va avanti? Dal 2009 e la legge di riforma e il Codice relativo hanno regolato la materia senza risolvere a monte la questione, ma lasciandola come nodo irrisolto. Non voglio fare il gioco delle responsabilità a ritroso: ma vuoi addebitare una questione non irrilevante come questa a Conte e all’attuale Governo?

Peraltro il Presidente Conte sempre nel suo messaggio annuncia la costituzione di un tavolo sulla complessiva regolazione fiscale che deriva dal Codice. Per quanto mi riguarda ritengo che quando c’è un problema sia un valore il confronto, piuttosto che dare per risolte questioni, attraverso magari una norma manifesto o un annuncio, che non scioglie tutte le questioni attuative. Possiamo dire – senza polemica verso nessuno – che il Codice è un generoso sforzo di regolare una materia complessa, ma che ha lasciato sul tappeto una mole significativa di questioni applicative? E che questa è una delle ragioni dei ritardi – forse la principale – dei numerosi decreti attuativi? Peraltro la richiesta di mettere mano alla parte fiscale del Codice non è un motu proprio del Presidente, ma una richiesta del Forum Terzo Settore, segno che forse un tavolo in più – prima della conclusione del suo iter parlamentare – non avrebbe guastato…

Caro Riccardo, non voglio dilungarmi. Continua a spargere “puntine” tutte le volte che lo consideri giusto e ti leggerò con la consueta attenzione. Ma cerca di riconoscere a questo Governo lo sforzo di completare una norma certamente importante, ma complessa e perfettibile, a cui forse non avrebbe guastato un preventivo affinamento. Aldo Moro non a caso diceva che “per fare le cose occorre tutto il tempo che occorre”, perché in genere il tempo che eventualmente si guadagna nella rapidità dell’iter parlamentare, si dovrà perdere necessariamente nell’azione attuativa.
Con la consueta stima.

Steni Di Piazza

*Sottosegretario di Stato al Lavoro e alle Politiche sociali

Risponde Riccardo Bonacina: Caro Steni so del tuo impegno nel Governo e ne faccio il tifo “a prescindere”. Il mio blog esprimeva una considerazione polemica, il titolo della rubrica lo impone, non violenta. Polemica perchè mi aspettavo, che vista l'occasione della Giornata del Volontariato, il Presidente del Consiglio avrebbe detto qualcosa di questo tipo: “Ragazzi non vi preoccupate quella norma sarà soppressa, ve lo garantisco io”, e invece l'avvocato del popolo ha purtroppo detto altro proponendo un tavolo che già c'è! Abbiamo spiegato su Vita come quell'articolo nasce da una procedura di infrazione della Commissione europea che precede le responsabilità di questo Governo, ma quell'articolo va ben oltre quanto effettivamente richiesto e, tu mi insegni, le norme bisogna scriverle bene e consapevoli delle loro ricadute, possibilmente prima che siano emanate.

Apprendo poi dalla tua nota che la richiesta di rimettere mano alla parte fiscale del Codice non è un motu proprio del Presidente del Consiglio, ma una richiesta del Forum Terzo Settore, richiesta che peraltro non impedisce al Governo di procedere visto che il ritardo sottrae al settore dell'economia civile che tanto ti sta a cuore decine di milioni di euro stanziati e che torneranno nelle disponibilità generica dello Stato invece di incentivare la Terza economia. Il Forum peraltro di tempo e di tavoli ne ha avuti a disposizione a gogò, a partire dall'aprile 2014 quando è uscito il testo della delega al luglio 2017 quando il Codice è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale. E poi dal 2018 ad oggi. Sei anni sono tanta roba soprattutto in questo secondo millennio. Un lasso lunghissimo di tempo. Perso.

Ricambio la stima sincera, Riccardo

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