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«Non lasciateci soli», l’appello di 8 famiglie adottive su 10

Viene presentata domani con un evento online la ricerca "Sostenere l’adozione" promossa da Caritas Ambrosiana che ha coinvolto 14 differenti realtà. Secondo Gualzetti si tratta di «una scelta d’amore che andrebbe sostenuta anche con interventi pubblici». Tra le principali richieste servizi specialistici e accessibili

di Redazione

Le famiglie che hanno scelto l’adozione riconoscono gli sforzi di enti e associazioni, ma chiedono servizi specialistici a loro dedicati e accessibili, che le sostengano nel tempo. È quanto emerge da un’indagine condotta da Caritas Ambrosiana come esito di un tavolo di lavoro che ha coinvolto 14 differenti realtà. La ricerca Sostenere l’adozione che sarà discussa domani in un evento online, si basa sui dati raccolti attraverso 379 questionari compilati nel corso della primavera estate 2019 da altrettante famiglie residenti nel territorio della Diocesi di Milano, per 469 figli adottivi.

«Adottare è una scelta d’amore, che richiede apertura e altruismo. Andrebbe incentivata e sostenuta con interventi anche pubblici. Queste famiglie» dichiara Luciano Gualzetti, direttore di Caritas Ambrosiana, «non possono essere lasciate a loro stesse o contare solo sulla capacità creativa degli enti e delle associazioni di mutuo aiuto. Un paese più solidale e quindi più forte, starebbe loro a fianco, soprattutto nei momenti più critici della crescita dei ragazzi», dichiara Luciano Gualzetti, direttore di Caritas Ambrosiana.

All’evento in programma alle ore 18 ( iscrizioni al link) sono previsti gli interventi di: Meri Salati –Osservatorio Centro Studi Caritas Ambrosiana che presenta “Le famiglie e il tempo post adottivo: una ricerca qualitativa”
Carla Luisa Miscioscia –Ciai su “Il sostegno nel tempo: il follow up e il ruolo dell’ente autorizzato”-
Sonia Negri –CTA su “Sostenere l’adozione: quali competenze specialistiche nel post adozione”
Liuba Bardi –Afn – Serena Barzaghi – Gsd – Cristina Pansera – Eos su “Orizzonti: in rete attraverso la sfida dell’adozione”
Lorenzo Maiocchi – Famiglie per l’Accoglienza – Stefania Susani – Anfaa su “L’importanza dei gruppi post adozione nell’esperienza associativa familiare”

Cosa chiedono

Il 97,9% delle famiglie che hanno risposto al questionario sono molto e abbastanza d’accordo con l’affermazione che «tutte le famiglie adottive, non solo alcune, abbiano bisogno di un supporto per crescere un bambino adottato». L’82,6% di chi ha risposto alle domande ha dichiarato che i servizi post adozione specialistici sono pochi rispetto al bisogno. Ne percepisce, in particolare, maggiore necessità chi sceglie l’adozione internazionale (tra costoro la percentuale di chi vorrebbe un accompagnamento specifico sale all’84,6%, mentre è del 78,5% tra chi sceglie di adottare un bambino nato in Italia). L’84,4% pensa che tali servizi siano costosi e che dovrebbe essere loro riconosciuto un contribuito. Il 77,6% dei genitori adottivi, che ha risposto al questionario, ha seguito un gruppo di post adozione, inteso sia come servizio specialistico sia come gruppo di auto mutuo aiuto tra famiglie. Viceversa, coloro che non hanno seguito un gruppo di post adozione (22,4% del totale) l’ha fatto perché ritiene che non ce ne sia bisogno (34,1%) perché non ne conosce (23,5%) o per il costo elevato (9,4%). Il gruppo più numeroso di chi ha richiesto aiuto, l’ha fatto per avere un confronto con qualcuno di competente su alcune situazioni problematiche (43,1%), per avere un sopporto educativo (19,9%), perché la situazione era diventata difficile (11,5%), per problemi scolastici (9,2%), perché il ragazzo o la ragazza ha difficoltà psicologiche (8,4%). Confrontando le motivazioni dei vari tipi di adozione, in generale emerge una maggiore richiesta di aiuto da chi si è rivolto all’adozione internazionale. È stato chiesto alle persone di indicare in una domanda aperta idee e suggerimenti per supportare il periodo post adozione e la richiesta che emerge è quella di fornire maggiore supporto ai genitori (27,7%), seguita dall’impegno della formazione, della scuola in generale (22,3%) sia facendo corsi di aggiornamento per insegnanti, sia supportando il ragazzo ad affrontare le difficoltà scolastiche, sia promuovendo la cultura dell’adozione nelle classi dove sono presenti bambini adottati.​

Nel 12,1% delle famiglie adottive sono presenti anche figli biologici: più in quelle con adozione internazionale (13,9% o entrambi i tipi: 15,8%) che in quelle con adozioni nazionali (6,5%). I figli biologici nella maggioranza dei casi (82,7%) hanno più di 11 anni al momento della risposta al questionario. Le famiglie hanno effettuato soprattutto adozioni singole (71,5%); il 14,5% ha adottato contemporaneamente più fratelli e sorelle e il restante 14% ha realizzato adozioni successive. Le adozioni singole sono più numerose tra quelle nazionali (82,8%) che tra quelle internazionali (71,9%). Più di 1 intervistato su 3 (35,9%) ha risposto che sono stati segnalati bisogni speciali (età, salute, ecc.) del bambino o della bambina adottivi e tale indicazione è doppia nel caso delle adozioni internazionali (40,8%), rispetto a quelle nazionali (22,6%) e pari al 31,6% per quella di entrambi i tipi.

Chi sono

Dall’indagine risulta che la maggioranza dei genitori adottivi che hanno risposto al questionario è laureata (lo è il 62,5% della madri, il 51,5% dei padri) e ha un’età compresa tra i 35 e i 44 anni (65,4% le madri, 66,5% i padri).

In apertura photo by lisa runnels from Pixabay

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