Welfare

Educatori Professionali, tempo di cambiamento nelle rappresentanze

L’imminente elezione della Commissione nazionale d’Albo dell’EP e di alcuni Consigli direttivi degli Ordini TSRM-PSTRP, cambia una parte di rappresentanza della professione. Il nuovo scenario sarà l’occasione per fare un passo avanti sulle aggrovigliate vicende degli EP italiani?

di Francesco Crisafulli

L’imminente elezione della Commissione nazionale d’Albo dell’Educatore professionale e di alcuni Consigli direttivi degli Ordini TSRM-PSTRP, cambia una parte di rappresentanza della professione; le Associazioni di riferimento ANEP e MILLE si trasformano e/o si rinforzano. Il nuovo scenario sarà l’occasione per fare un passo avanti sulle aggrovigliate vicende degli educatori professionali italiani?

Correndo il rischio di qualche imprecisione terminologica o regolamentare, proverei a descrivere alcuni passaggi e organismi delle organizzazioni di rappresentanza presenti e future per la professione, con lo scopo di comprendere i cambiamenti in atto.

La rappresentanza (Treccani on line) è il fatto di rappresentare una o più altre persone, oppure gruppi, ossia di intervenire in loro vece, a nome loro e di assolverne le funzioni, o di agire per loro conto.

Nei mesi di settembre, ottobre e novembre, il neo costituito Ordine multi-albo dei TSRM-PSTRP, eleggerà alcuni dei propri organi che saranno in carica per il prossimo quadriennio. Il 26 settembre si svolgerà a Roma la prima assemblea per l’elezione delle Commissioni di Albo nazionale, organismo di nove membri per gli EP, eletti dai Presidenti delle Commissioni d’Albo provinciali. A tali Commissioni, a norma dell’art. 16 della 3/2018, spettano i compiti di: dare il proprio concorso alle autorità centrali nello studio e nell’attuazione dei provvedimenti che comunque possano interessare la professione; esercitare il potere disciplinare; promuovere e favorire, sul piano nazionale, tutte le iniziative di promozione e informazione pubblica sulla salute e sulla gestione di malattie in un’ottica di differenza di genere; designare i rappresentanti della Federazione presso commissioni, enti od organizzazioni di carattere nazionale, europeo ed internazionale; dare direttive di massima per la soluzione delle controversie.

C’è quindi un passaggio importante per la maggior parte delle professioni dell’area sanitaria. Le Associazioni nazionali di riferimento, di fatto, trasferiscono gran parte delle proprie funzioni programmatiche a un organismo nuovo che avrà lo scopo di proseguire quell’azione politica, di sensibilizzazione, di conoscenza, di tutela, e di sviluppo delle professioni. Non sottovaluterei la portata di questo evento in termini di spostamento del riferimento per diverse migliaia di professionisti.

Dopo il 15 settembre conosceremo i nomi delle persone che si candidano a ricoprire il ruolo di Commissione d’Albo e per inizio ottobre, quorum elettivi permettendo, l’organismo sarà costituito; essendo di prima e nuova costituzione, la Commissione d’Albo avrà il carattere della sperimentalità, ma contemporaneamente oneri e impegno strategico per l’evoluzione e lo sviluppo della nostra professione. A mio avviso è una straordinaria occasione per costruire un nuovo scenario di lavoro e di confronto sui temi sensibili dell’Educatore Professionale. Sono convinto che saremo in grado di cogliere quest’occasione per affrontare e risolvere alcune delle questioni che ci hanno letteralmente paralizzato in questi ultimi anni e riuscire a individuare percorsi appropriati di valorizzazione della figura, attraverso l’esperienza e l’autorità giuridica di un Ordine professionale.

Va ricordato che tutte le professioni sanitarie coinvolte in questo processo hanno qualche nodo difficoltoso da affrontare: senza girarci troppo intorno, una delle sfide principali per la Commissione nazionale degli EP, sarà quella del doppio profilo esistente. Se da un lato alcune leggi impongono di circoscrivere attività professionali esclusive (per l’esercizio delle quali è richiesta abilitazione specifica) dall’altro ce ne sono delle altre che hanno dato una risposta all’istanza di numerosi laureati e operatori che popolano i servizi di welfare – peraltro reclamando il principio della attinenza scientifica degli interventi educativi al campo della pedagogia. Sostengo da qualche tempo, due aspetti su questa vicenda: un caos normativo che il nostro campo non merita; l’auspicabile incontro delle esperienze formative universitarie in essere (professioni sanitarie e scienze della formazione) per costruire un professionista in grado di rispondere a problemi socio sanitari della popolazione di riferimento. Non mi convince per niente, invece, la via dei tribunali amministrativi per risolvere il problema: questi possono tuttalpiù ricordarci che il dilemma esista ancora, ma le sentenze – a volte in contraddizione tra loro – rischiano di ridisegnare un quadro ancora più frammentato del precedente. Non mi convince nemmeno lo sfinimento “social” nel quale si parla per reazione e non per ragionamento. Non penso che la nostra professione possa permettersi di chiudere il dialogo e quindi auspico la ripresa di un dibattito pubblico, aperto, schietto ma rispettoso delle parti. Sono convinto inoltre che vi siano sensibilità, intelligenze, interessi legittimi e soprattutto un modo per evitare che altri decidano sui litiganti.

Un secondo passaggio di testimone nella rappresentanza, riguarda l’elezione (con data da definirsi) del Comitato Centrale della Federazione nazionale dei TSRM-PSTRP, nominato dai Presidenti degli Ordini provinciali, organismo elettivo e direttivo costituito dai rappresentanti delle diverse professioni incluse nell’Ordine (purtroppo non tutte troveranno un posto in questo organismo). Anche questo passaggio non va sottovalutato: per la prima volta professionisti diversi si dovranno confrontare nel governo della propria organizzazione e contemporaneamente per concordare azioni di promozione e sviluppo di un intero comparto di operatori sanitari. Ritengo che questa sia una particolarità di rilievo dell’Ordine multi-albo del quale facciamo parte.

Nei mesi a seguire diversi Ordini provinciali rinnoveranno i propri organismi di rappresentanza: l’elezione delle commissioni di albo provinciale – primo tassello rappresentativo le professioni nell’ordine multi-albo – si è già svolta nel corso del 2020; ora spetta a tutti gli iscritti eleggere il proprio consiglio direttivo provinciale e collegio dei garanti. A rappresentare i profili dell’Ordine saranno chiamati professionisti diversi che fino a ieri facevano parte di organismi associativi uni-professionali. In sintesi gli Ordini TSRM-PSTRP (Legge 3/2018 – art 4 Capo I) provinciali, sono soggetti pubblici cui l’ordinamento attribuisce una funzione di responsabilizzazione, promozione, autogoverno, vigilanza dei propri iscritti e quindi delle diverse professioni. Sulle funzioni di promozione e sviluppo, ritengo che iniziative volte alla conoscenza e dialogo tra i professionisti, possano contribuire concretamente a un miglior servizio offerto ai cittadini che si rivolgono al SSN e come nel nostro caso, ai Servizi di Welfare.

Anche sul ruolo che le Associazioni hanno svolto e svolgeranno per la nostra professione, vale la pena spendere delle parole. Nel 1992 un gruppo di Educatori Professionali, provenienti da diverse regioni d’Italia e qualche esperienza associativa precedente, hanno costituito l’ANEP che è stata una straordinaria occasione di conoscenza, di coordinamento di impegno civico e di risultati tangibili: ne è la riprova il fatto che sul piano politico e strategico, gran parte dei punti del documento programmatico nazionale scritto nel 1992, sono stati raggiunti. L’Associazione oggi sta “cambiando pelle”; vedremo come l’organismo direttivo la transiterà verso una forma compatibile e non sovrapposta con le funzioni di albi e ordini. Non sottovaluterei, in questa fase, l’importanza della comunicazione sulle scelte che saranno operate, ricordando che le rappresentanze sono importanti nelle organizzazioni ma il patrimonio sociale e culturale associativo, è di ogni singolo iscritto che nel tempo ha aderito e quindi in sostanza di una collettività. Parallelamente si registra un incremento di attività dell’Associazione dei MILLE che porta avanti domande nuove per la professione; a prescindere dal merito, sul quale conoscendo poco non mi addentro, come non incoraggiarli all’impegno politico? Le Associazioni sono organizzazioni vive che sono promosse dalla nostra Costituzione (Articolo 18 – I cittadini hanno diritto di associarsi liberamente, senza autorizzazione, per fini che non sono vietati ai singoli dalla legge penale). E quindi viva l’associazionismo!

Associazioni nuove e rinnovate, Albi e Ordini provinciali, Commissione nazionale di Albo, Federazione Nazionale degli Ordini, con organismi democraticamente costituiti ed eletti, sono occasioni per l’impegno personale e per la partecipazione alle scelte che, in campo professionale, avranno delle ricadute rilevanti sulle professioni interessate. Autunno di cambiamenti nelle rappresentanze degli EP: facciamo in modo di uscirne rinforzati e determinati.

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