Formazione

Le biblioteche scolastiche? Con il lockdown hanno scoperto le loro potenzialità

Dinanzi ai problemi di spazi, una tentazione potrebbe essere quella di smantellare la biblioteca per metterci un'aula. «Va valorizzata invece per farvi tutte le didattiche, anche interdisciplinari, ad essa legate. Senza dimenticare che la biblioteca scolastica moderna è anche uno spazio digitale, per gli alunni e per le loro famiglie», dice Angelo Bardini. Tant'è che l'interesse registrato dalla rete Biblòh!, dal lockdown in poi, è altissimo

di Sara De Carli

Non smantellate la biblioteca scolastica per farci un’aula in più! È un po’ questo l’appello di Angelo Bardini, referente di Biblòh!, la rete di biblioteche scolastiche territoriali e digitali che proprio nei mesi del lockdown ha visto un’impennata di richieste di informazione, supporto e anche adesione. Perché la biblioteca scolastica oggi – certo, deve essere digitale – non è solo una fila di libri ma avere quei famosi “terzo spazio” e “terzo tempo”, funzionali all’approfondimento degli interessi personali degli studenti, che entrano dentro la scuola: «Si possono fare laboratori di booktrailer, debate, vedere un film, realizzare libri fotografici…», dice.

I DS hanno smantellato le biblioteche per farci aule in più?

È evidente che i dirigenti hanno grossi problemi di spazi. La biblioteca ovviamente è uno spazio da vivere, ma non nel senso di disfare la biblioteca per metterci un’aula. Va valorizzata invece per farvi didattiche, anche interdisciplinari, ad essa legate, mandando le classi in biblioteca – naturalmente non ogni ora, a getto continuo – per fare italiano, laboratorio di booktrailer, debate. Le scuole spesso hanno un orto didattico, dove nascono tante domande: si va in biblioteca, si fa una ricerca, si fotografa, si può realizzare un ebook con le piante… e poi si torna fuori ricchi di tutte le informazioni apprese dentro. Fuori nasceranno altre domande e si tornerà dentro, in biblioteca. E così via.

Posso usarla per l’ascolto, per vedere film, per il teatro, è lo spazio giusto per tutta la media education. Senza dimenticare che la biblioteca scolastica moderna è anche uno spazio digitale, con la piattaforma digitale Medialibrary. Nessuna biblioteca ha 20 copie dello stesso libro, ma un libro digitale può facilmente essere letto contemporaneamente da tutti gli alunni di una classe, per essere poi rinarrato. In quattro mesi, da febbraio a maggio, la nostra rete ha fatto più accessi ai quotidiani e più download di libri che in tutto l’anno 2019: quando le biblioteche civiche erano chiuse, le nostre con il digitale hanno soccorso ragazzi e famiglie. Se si vuole fare un laboratorio pomeridiano, per pochi bambini, per chi è in difficoltà, la biblioteca è perfetta… Se si capisce tutto questo, alla fine credo che ci sarà più fermento rispetto alle biblioteche scolastiche che non il pericolo che vengano smantellate.

Cosa glielo fa pensare?
Tante scuole mi chiamano, interessate, c’è movimento. La rete Biblòh! è partita con 12 scuole fondatrici nel 2018, salite poi a 22 e solo negli ultimi tre mesi abbiamo avuto richiesta di adesione da 6/7 scuole. Noi stiamo lavorando molto con l’idea di raggiungere le piccole scuole, che significa raggiungere piccole comunità in cui il quotidiano o la rivista non sempre lì ad aspettarti in edicola, in cui la distribuzione è difficile… Se si possono raggiungere gli adulti con l’edicola digitale è grosso servizio a tutta la comunità, non solo alla scuola. E questa è una cosa che puoi fare indipendentemente dai metri quadri e dalle porte. Dare l’accesso ai quotidiani e ai libri digitali a tutti i genitori significa che la biblioteca scolastica diventa un vero momento di educazione civica, soprattutto dove le biblioteche civiche non ci sono. Torniamo sempre lì, alla scuola come centro culturale per un territorio. Affidarsi alle biblioteche civiche è bello se ci sono ma man mano che scendiamo al sud le biblioteche civiche sono sempre meno. La soluzione migliore è che le scuole nel loro stesso edificio abbiano uno spazio in cui accedere liberamente, non come una gita in biblioteca… A Favignana quest’estate hanno aperto la biblioteca scolastica per i turisti, perché lì non c’è nemmeno una libreria.

Quindi un punto fondamentale è la biblioteca aperta.
Va pensata come aperta al territorio, meglio con una porta d’accesso che dà sull’esterno. Tante persone entrano nella scuola il pomeriggio e la sera, per raggiungere la palestra, perché non mettere la biblioteca lì vicino? Mi piace molto anche l’idea di una biblioteca sparsa nella scuola sparsa, ad esempio una parete al bar della scuola con 30 libri di bookcrossing può spingere a leggere. Perché non mettere nell’atrio accanto alla bacheca delle informazioni 3 o 4 mensole con dei libri che i genitori possono prendere e portare a casa? Se ho 10 plessi e i soldi per fare una sola biblioteca, negli altri plessi ci arriverò col digitale, ma tutti hanno il diritto di incontrare il libro. Siamo passati dagli scaffali chiusi a quelli aperti, abbiamo eliminato le etichette sul dorso, la biblioteca non è lo scaffale chiuso ma deve essere adattata ai tempi in cui siamo. Cominciamo a pensare alla biblioteca diffusa.

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