Mondo
«Il mondo deve aiutare urgentemente il Libano per evitare una catastrofe umanitaria»
Il Paese, già alla soglia del collasso, si trova ora al centro di un’altra crisi in seguito alla gigantesca esplosione che ha raso al suolo il porto e gran parte di Beirut, spiega Danish Refugee Council, la più grande organizzazione internazionale non governativa in Danimarca che, insieme a organizzazioni partner e con il supporto dell'Agenzia di sviluppo internazionale danese, sta assistendo la popolazione locale
di Redazione
Gli effetti dell’esplosione del 4 agosto a Beirut, avvenuta nel più grande porto del Libano, che si trova di fronte a una delle aree più densamente popolate del paese, hanno lasciato il mondo scioccato. Più di 200 persone sono morte e più di cinquemila sono rimaste ferite. Migliaia di case non sono più abitabili e più di 300.000 persone si sono ritrovate per strada- circa 100.000 di queste persone sono bambini. I danni materiali sono stimati in nove miliardi di dollari, spiega Danish Refugee Council (Drc), organizzazione umanitaria che opera in 40 Paesi al mondo ed è presente in Libano dal 2004.
Il Libano ha il maggior numero di rifugiati al mondo pro capite; si stima che sul suo territorio ci siano 1,5 milioni di rifugiati siriani. La popolazione del Libano, già vulnerabile, avrà bisogno di supporto d’emergenza per coprire bisogni di base come alloggio, cibo e assistenza psicologica.
- «Stavano lottando già prima dell’esplosione»
Prima dell'esplosione, la World Bank ha stimato che più del 60% della popolazione libanese viveva sotto la soglia di povertà, mentre un recente sondaggio del World Food Program ha mostrato che una famiglia libanese su cinque saltava i pasti o stava senza cibo per un giorno intero. A partire da settembre 2019, i prezzi per beni di base come cibo e alloggio sono lievitati del 169%, mentre la disoccupazione è aumentata del 45%.
Oltre a questa crisi economica il Libano sta affrontando una seconda ondata di Covid-19. Nelle ultime settimane il numero di casi è cresciuto esponenzialmente. La pandemia ha travolto il settore sanitario che ora è gravemente danneggiato e sta anche gestendo le necessità e le emergenze di coloro che sono stati feriti nell’esplosione.
- Un consistente numero di persone ha bisogno di aiuto
Molte case e imprese sono danneggiate, e l’impatto dell’esplosione avrà ripercussioni significative sul benessere di molte persone in Libano. Questi effetti saranno percepiti in modo molto più acuto dai gruppi più vulnerabili.Ci aspettiamo, continua Danish Refugee Council (DRC) che ci sarà una parte significativa della popolazione che avrà bisogno nell’immediato di supporto per far fronte ai bisogni di base, mentre in una fase di ripresa avrà necessità del ripristino delle attività di sussistenza. Il Libano è un piccolo Paese con una popolazione di circa 6.8 milioni di persone, quindi la situazione a Beirut avrà un enorme impatto sul resto del Paese.
L’esplosione, sommata al Covid e al collasso economico del Paese, peggiorerà l’ambiente già precario per i rifugiati e per i libanesi vulnerabili anche in altre parti del Libano.
- La risposta di Danish Refugee Council all’emergenza
Drc, insieme a organizzazioni partner e grazie al rapido supporto, anche finanziario, dell’Agenzia di sviluppo internazionale danese (Danish International Development Agency, Danida), sta aiutando e sta pianificando di continuare ad aiutare la popolazione locale colpita dall'emergenza con diverse iniziative, tra cui: supporto psico sociale per i bambini e i gruppi vulnerabili; distribuzione di sovvenzioni in denaro di emergenza a gruppi di persone con bisogni urgenti di protezione; distribuzione di cibo e materiale igienico alla popolazione vulnerabile; ricostruzione delle case di quelle famiglie che sono state particolarmente colpite dall’esplosione: finanziamenti a fondo perduto per ricostruire le imprese coinvolte dall'emergenza.
A questo link informazioni sui programmi umanitari in Libano di Danish Refugee Council, attivo sul territorio dal 2004: https://drc.ngo/where-we-work/middle-east/lebanon
Foto di apertura: "Damages after 2020 Beirut explosions". Wikimedia Commons/Mehdi Shojaeian
Editing e traduzione del testo dall'inglese: Cristina Barbetta
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