Non profit
Pubblicati gli elenchi 2019, il 5 per mille vola a quota 505 milioni di euro
La pubblicazione dei nuovi elenchi arriva a tre mesi e mezzo da quella degli esiti del 2018, sbloccando così complessivamente più di un miliardo di euro nel 2020. Secondo il Decreto Rilancio il contributo dovrà essere erogato entro il 31 ottobre 2020. L’elenco conta 66.493 enti, in crescita importante rispetto ai 56.908 dell’edizione 2018. La cifra destinata dagli italiani sale oltre i 505 milioni di euro, per arrivare ai 510 tondi tondi della capienza del fondo se si considerano anche i non ammessi
L’Agenzia delle Entrate ha pubblicato oggi, 22 luglio, gli elenchi dei beneficiari del 5permille 2019, con indicazione del relativo contributo. È una novità: la pubblicazione degli elenchi arriva a tre mesi e mezzo dalla pubblicazione degli elenchi relativi al 2018, sbloccando così complessivamente più di un miliardo di euro nel 2020. A prevedere l’accelerazione di pubblicazione e pagamenti è stato il Decreto Rilancio, che aveva indicato il 31 luglio come data entro cui dovevano essere pubblicati gli elenchi degli enti ammessi e di quelli esclusi dal beneficio: il relativo contributo dovrà essere erogato dalle amministrazioni competenti entro il 31 ottobre 2020. L’elenco conta 66.493 enti, in crescita importante rispetto ai 56.908 enti dell’edizione 2018.
La Top Ten
Poche le novità nella top ten assoluta, con Airc e Lega del Filo d’Oro che vedono una buona crescita delle firme (sale di quasi 37mila firme l’Airc e di quasi 28mila la Lega del Filo d’Oro) e con Emergency e Medici senza frontiere che continuano a perdere consensi.
L’elenco delle Onlus ed enti del volontariato ammessi al beneficio conta 47.522 enti ammessi a beneficio (erano 46.312 nell’edizione 2018), che hanno raccolto 10.468.010 firme più altre 552.213 firme andate al settore ma senza indicazione di un codice fiscale: l’importo totale che gli italiani hanno così destinato è di 336.515.922,88 euro. Onlus e volontariato hanno visto crescere le firme, sia rispetto all’edizione 2018 sia rispetto alla precedente.
Per la ricerca scientifica e gli enti dell'università ammessi al beneficio dal MIUR, le firme sono state 1.579.505 più 602.471 senza preferenza, per un valore di 65.893.040,45 euro andati a 500 enti. La distribuzione delle scelte per gli enti della ricerca sanitaria vede 71.789.847,55 euro destinati dai contribuenti, a 106 enti, attraverso 1.505.613 firme e 1.007.848 di scelte generiche.
Poco più di mezzo milione di italiani hanno scelto di destinare il 5 per mille ai comuni, per 14.918.349,36 euro: Valdagno resta sempre il primo Comune non capoluogo a comparire (sesto posto, scelto da 3.182 cittadini), seguito poi da Arese in ventiduesima posizione con 747 firme. Le associazioni sportive dilettantistiche raccolgono 14.509.927,44 euro, in crescita rispetto all’anno prima sia per firme sia per importo. L’elenco degli enti dei beni culturali e paesaggistici ammessi al beneficio dal MIBAC vede il FAI distaccare tutti gli altri, con 13.252 scelte sulle circa 47mila totali (di cui 31.478 andate genericamente al settore), con una cifra complessiva di 1.684.907,92 euro. Gli enti gestori di aree protette, alla loro seconda edizione, hanno visto destinati 303.472,83 euro, con 220 scelte espresse e 10.998 andate al settore. Sommando i vari elenchi si arriva a 505.615.468,43 euro destinati dai contribuenti. Cifra che, sommata a quella destinata a enti esclusi, arriva esattamente a 510 milioni di euro, tondi tondi. Nonostante questa sia la prima edizione con tetto alzato a 510 milioni di euro (la Legge di bilancio 2020 prevede che «per la liquidazione della quota del cinque per mille è autorizzata la spesa di 500 milioni di euro annui per il periodo 2015-2019, di 510 milioni di euro per l'anno 2020, di 520 milioni di euro per l'anno 2021 e di 525 milioni di euro annui a decorrere dall'anno 2022») sembrerebbe quindi esserci stato un ricalcolo dei singoli importi commisurato sulla capienza disponibile.
17 centesimi al giorno sono troppi?
Poco più di un euro a settimana, un caffè al bar o forse meno. 60 euro l’anno per tutti i contenuti di VITA, gli articoli online senza pubblicità, i magazine, le newsletter, i podcast, le infografiche e i libri digitali. Ma soprattutto per aiutarci a raccontare il sociale con sempre maggiore forza e incisività.