Welfare

Infanzia: nove reti chiedono che il 15% delle risorse per la ripresa vada all’educazione

Nove reti della società civile scrivono a Conte: urge un piano strategico nazionale e al sistema dell’educazione il 15% degli investimenti previsti per la ripresa, perché «senza attenzione ai diritti dei bambini e degli adolescenti non può avvenire una vera ripartenza»

di Redazione

Cinque passi da fare con urgenza, mettendo in campo investimenti e politiche per consentire all’Italia di risollevarsi, perché senza attenzione ai diritti dei bambini e degli adolescenti non può avvenire una vera ripartenza. Con un documento articolato in cinque punti e una richiesta di incontro al Presidente del Consiglio, nove reti di organizzazioni impegnate nel campo dei diritti dell’infanzia e dell’adolescenza, che comprendono centinaia di realtà del terzo settore, dell’associazionismo civile, professionale e del sindacato, chiedono di aprire un’interlocuzione con il Governo. Le reti sono quelle di Alleanza per l’Infanzia, Appello della Società Civile per la ricostruzione di un welfare a misura di tutte le persone e dei territori, Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile – ASviS, Coordinamento Nazionale Comunità di Accoglienza – CNCA, Forum Disuguaglianze e Diversità – ForumDD, Forum Education, #GiustaItalia Patto per la Ripartenza, Gruppo CRC, Tavolo Saltamuri.

Queste le cinque richieste contenute nel documento “educAzioni: cinque passi per contrastare la povertà educativa e promuovere i diritti delle bambine, dei bambini e degli e delle adolescenti” (allegato in fondo all'articolo):

  1. Partire dai primi mille giorni. Attivazione, a partire dai territori più svantaggiati, dei Poli educativi 0-6 anni, sotto il coordinamento del Ministero dell’Istruzione, con garanzia di accesso gratuito per le famiglie in difficoltà economica;
  2. Aprire le scuole e fare comunità educante. La costruzione di patti educativi territoriali per coordinare l’offerta educativa curriculare con quella extracurriculare, mantenendo le scuole aperte tutto il giorno, coordinati e promossi dagli enti locali, in collaborazione con le scuole e il civismo attivo;
  3. Nessuno sia lasciato indietro. La possibilità di raggiungere i più colpiti dal black out educativo a partire dall’estate, con una offerta educativa personalizzata, da proseguire alla ripresa delle scuole, con un’attenzione speciale al benessere psicologico, alle necessità degli alunni disabili e agli adolescenti usciti dal circuito scolastico;
  4. Investire sull’educazione per investire sul futuro. L’allocazione del 15% del totale degli investimenti per il superamento della crisi in educazione, per dotare le scuole delle risorse necessarie, migliorare la qualità dell’istruzione rendendola più equa e incisiva, contrastare la povertà educativa e la dispersione;
  5. Un piano strategico nazionale sull’infanzia e l’adolescenza. La definizione di un piano strategico nazionale sull'infanzia e sull'adolescenza, con obiettivi chiari e sistemi di monitoraggio, per promuovere il rilancio diffuso delle infrastrutture sociali e educative.

In questi mesi di lockdown infatti milioni di bambini e adolescenti, con i loro genitori, hanno subìto una doppia crisi, economica ed educativa, in un Paese che mostrava già dati allarmanti e gravi disuguaglianze nelle opportunità di crescita, di apprendimento e di sviluppo. Un milione e 137 mila, pari all'11,4% (dato 2019) sono i minorenni che in Italia vivono in povertà assoluta, il 14,5% degli e delle adolescenti abbandona la scuola, il 12,3% dei ragazzi e delle ragazze tra i 6 e i 17 anni vive in case prive di strumenti informatici, pc o tablet, il 10,5% dei ragazzi e delle ragazze tra 15 e 19 anni non è occupato e non è inserito in un percorso di formazione. Si tratta di una emergenza acuita dalla pandemia, ma che ha radici più lontane. Le nove reti firmatarie ritengono fondamentale e strategico intervenire per colmare i gravi squilibri demografici e sociali a svantaggio delle nuove generazioni, erose dalla bassa natalità e ad alto rischio di povertà materiale ed educativa. Serve un forte segno di discontinuità dopo decenni di limitati investimenti su istruzione e politiche per l’infanzia e l’adolescenza, al fine di rilanciare il futuro del Paese, in coerenza con l'Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile dell'Onu, sottoscritta da 193 Paesi inclusa l’Italia.

«Auspichiamo»k, scrivono i firmatari in una lettera a Conte, «che vengano trovati il coraggio e la lungimiranza necessarie a sviluppare una agenda riformista più incisiva ed ambiziosa sotto il profilo degli obiettivi e che metta assieme il rilancio delle politiche educative, a partire dalla prima infanzia, con quello delle politiche per le famiglie con figli, oggetto del “Family Act”. È necessario adottare un’unica strategia integrata che abbracci scuola, servizi educativi e socio-culturali, trasferimenti economici alle famiglie e sostegno alla conciliazione famiglia-lavoro dei genitori lavoratori».

Il documento sarà discusso in un webinar pubblico nella giornata di oggi alle 14.30 sulla pagina Facebook EducAzioni – i 5 passi.

Photo by Ramin Talebi on Unsplash

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