Politica
Meno benefici fiscali al tabacco riscaldato, più assistenza domiciliare
Torna nel Decreto Rilancio grazie ad emendamenti presentati da parlamentari di quasi tutti i gruppi la proposta per rafforzare l’assistenza domiciliare. «Con la riduzione del beneficio fiscale ai produttori di tabacco riscaldato, che ad oggi godono di una tassazione estremamente agevolata, potremmo contare, in maniera stabile, su più risorse per l’assistenza domiciliare» dice Antonio Gaudioso, segretario generale di Cittadinanzattiva
di Anna Spena
Partito Democratico, Gruppo Misto, Movimento Cinque Stelle, Liberi e Uguali. Ma anche Fratelli d’Italia e Forza Italia. Rimangono fuori solo Italia Viva e La Lega dal gruppo dei parlamentari firmatari degli emendamenti per rafforzare l’assistenza domiciliare. La proposta già lanciata in occasione del Decreto Cura Italia, da Cittadinanzattiva e oltre 70 fra organizzazioni civiche, associazioni di pazienti, federazioni e ordini professionali, società scientifiche e rappresentanti del mondo delle imprese, è tornata quindi nel Decreto Rilancio.
Gli emendamenti prevedono la realizzazione di Piani regionali pluriennali per il rafforzamento dell'assistenza domiciliare, finanziati attraverso la revisione del regime fiscale che vige sui prodotti da tabacco riscaldato rispetto alle normali sigarette. «In questo momento», spiega Antonio Gaudioso, segretario generale di Cittadinanzattiva, «la tassazione del tabacco riscaldato è fissata al 25%». In Italia sono diverse le aziende coinvolte in questo tipo di produzione. «Hanno quindi», continua Gaudioso, «un regime fiscale molto vantaggioso».
L’obiettivo ora è fare un’operazione di equità. «L’emergenza sanitaria ha messo in evidenza, con drammatica forza, quanto sia fondamentale una rete di assistenza territoriale che garantisca qualità e continuità di cura ai cittadini, soprattutto alle fasce più fragili. Per questo siamo soddisfatti che sia stata prevista nell’ambito del Decreto Rilancio una misura di potenziamento per l'anno 2020 dell’assistenza territoriale e in particolare di quella domiciliare integrata, e per questo ringraziamo il Ministro Speranza. Crediamo però che si debba fare di più, stabilizzando le misure attraverso un potenziamento pluriennale a favore delle prestazioni di assistenza domiciliare. In questo modo si farebbe davvero una scelta strategica sul “futuro che vogliamo” con servizi che si adattano ai bisogni delle persone e ne rispettano il diritto alla cura».
Il ministero della salute ha quindi messo nell’attuale decreto un finanziamento importante «di cui molto probabilmente», continua Gaudioso, «tra i 300 e 400 milioni saranno destinati all’assistenza domiciliare. Ma questa cifra copre solo il 2020. Nel 2021 i problemi continueranno ad esserci». La proposta lanciata ha un obiettivo preciso: «stabilizzare l’investimento. Come? Riducendo il beneficio fiscale ai produttori di tabacco riscaldato e investendo poi quei soldi nell’assistenza domiciliare. Con la modifica di questa tassazione, potremmo contare, in maniera stabile, su più risorse».
Curare le persone in casa è una questione fondamentale per il sistema Paese: «C’è bisogno», continua Gaudioso, «di riorganizzare i servizi sul territorio. E i fondi dati alla Regioni devono essere vincolati e utilizzati per l’assistenza domiciliare «che è uno strumento per umanizzare le cure, aumenta il livello della qualità della vita delle persone, non si congestionano gli ospedali e tutto il sistema risparmia soldi», dice Gaudioso. In una situazione come quella che stiamo vivendo tutti sono stati chiamati a fare sacrifici: «quindi dobbiamo essere responsabili. Chiediamo allo Stato di modificare la tassazione di queste multinazionali e di portarle ad un regime simile agli altri Paesi, ovvero tra il 60% e il 70%. Si potrebbe partire anche con un’operazione progressiva, magari tornando al 50%, com’era fino allo scorso anno, ma da qualche parte bisogna pur partire per recuperare questi soldi. Le aziende avranno un po’ di benefici in meno, ma le comunità avranno, invece, molti benefici in più. Quello della riduzione del beneficio fiscale è anche uno strumento che ci permette di non fare più debito che inevitabilmente ricadrà sulle spalle dei nostri figli».
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