Formazione
Marcatili (Nomisma): «Il lockdown un periodo a solidarietà aumentata»
Dall'indagine Nomisma 2020 sulle famiglie italiane una lettura interessante della Fase1 che suggerisce spunti di futuro. La fiducia delle famiglie premia medici, volontariato e insegnanti figure concrete presenti nei momenti più complicati. Ed emergono energie sociali nuove anche se spesso spontanee. Ne parliamo con Marco Marcatili
Interessanti alcuni passaggi della indagine Nomisma 2020 sulle famiglie italiane. L’indagine condotta da Nomisma da oltre dieci anni su un campione rappresentativo di famiglie italiane intende restituire, anche in questa edizione più difficile, alcune chiavi con cui interpretare la complessità del tempo-Covid, gli “apprendimenti” durante-Covid (l’indagine si è svolta durante l’intera Fase 1) e gli “anticipi di futuro”.
«In questo senso, il nostro sguardo» sottolinea Marco Marcatili Economista e Responsabile Sviluppo, «è animato più da punti interrogativi che da punti esclamativi, non intende affidare alla rilevazione la responsabilità di risolvere alcune sfumature e contraddizioni. È nostra intenzione non alimentare il dibattito della retorica “ne usciremo migliori” o quello delle auto-percezioni clamorosamente sbagliate. Il mantra del “nulla sarà più come prima” associato al “ne usciremo migliori” arma la peggiore delle trappole: pensare il “futuro automatico”».
La dicotomia del “prima-dopo”, spiegano a Nomisma, non aiuta a uscire dalla trappola dell’automatismo e l’indagine 2020 ha l’obiettivo di analizzare il vissuto delle famiglie italiane nel “durante”, con la consapevolezza che sarà vitale comprendere “cosa” e “come” i nuclei familiari stanno vivendo, quali apprendimenti e consapevolezze stanno maturando e quali visioni di futuro iniziano a prefigurare.
Tra gli effetti-Covid sulle percezioni delle famiglie due evidenze ci sembrano interessanti e da cui iniziare a cogliere buoni lasciti o addirittura qualche “anticipo di futuro”.
Una prima area esplorata è stata quella della fiducia. Il tempo-Covid ha subito manifestato la sua influenza determinando una originale gerarchia tra gli attori. Avete scritto che la fiducia delle famiglie italiane è una “fiducia da fronteggiamento”, in che senso?
Marco Marcatili: In quanto è fiducia orientata soprattutto verso quei soggetti che nel quotidiano del lockdown sono stati percepiti come capaci di fronteggiare le minacce tipiche della pandemia, prime fra tutte quelle dell’area sanitaria e a seguire quelle di tipo sociale. È interessante vedere come in cima alla scala di fiducia ci sono i tre soggetti che ci sono stati durante la crisi , medici, volontari e insegnanti non sono figure astratte ma assai concrete e le famiglie si sonono fidate di chi c’era. L fiducia nel volontariato è proprio perché in quei 40 giorni le famiglie hanno toccato con mano l’aiuto concreto e l’attenzione prestata dai tanti volontari. L’investimento fiduciario sulla figura degli insegnanti può essere letta in una duplice direzione. È stato un esplicito riconoscimento dell’importanza delle figure educative che, nella stragrande maggioranza dei casi, hanno saputo trovare nuovi equilibri, in modo da garantire una didattica a distanza e una tenuta delle relazioni a fronte di una radicale disarticolazione dell’organizzazione scolastica e dei processi di apprendimento.
Il secondo punto interessante della vostra indagine è quello intitolato: Solidarietà aumentata. Cioè?
Marco Marcatili: Il tempo-Covid, è vero, si è rivelato un tempo a “solidarietà aumentata” in cui sono emerse energie sociali inedite. C’è stato stato uno spontaneismo, anche, di un volontariato un po’ individuale, un po’ organizzato inatteso, ma che ha contribuito al potenziamento delle relazioni solidali: condivisione delle informazioni utili, donazioni, impegno diretto in prima persona e cura delle relazioni tra vicini, auto-aiuto familiare, cooperazione tra diverse associazioni. Uno dei punti ora è capire se questa che è emersa è una solidarietà aumentata che andrà dispersa, oppure è un energia sociale che un po’ interroga la solidarietà organizzata e il Terzo settore? Come non disperdere questa sorgente?
Occorre anche ricordare come il tempo pre-Covid sia caratterizzato da una forte campagna di delegittimazione delle forme organizzate della solidarietà e da una forte predominanza sul fronte culturale di una prospettiva di “individualismo metodologico”. In questa prospettiva la “solidarietà aumentata” è un primo lascito che chiede cura e attenzione per ritessere relazioni stabili, orientate dalla cooperazione piuttosto che dalla competizione, dall’attenzione alla comunità piuttosto che dell’autoreferenzialità.
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