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Malta e Italia, quei migranti nelle navi quarantena tenuti lontani da noi
Sono 160 i migranti che da oltre due settimane si trovano a largo di Malta nelle navi della compagnia Captain Morgan. L'Unhcr e l'Oim chiedono di far sbarcare subito le persone a bordo. Dalla Moby Zaza dove l'altro ieri è morto un ragazzo di 28 anni, sono invece stati fatti sbarcare 14 tunisini per evitare che la situazione a bordo degenerasse. Altri 137 pronti a essere imbarcati nella nave con Gatto Silvestro
L’ultimo Sos di un imbarcazione in pericolo con 85 persone a bordo è arrivata ad Alarm Phone questa mattina, a dimostrazione che le partenze di uomini e donne in fuga dagli orrori della Libia non si sono mai arrestate dall’inizio della pandemia.
Al momento la situazione nel Mediterraneo centrale rimane critica, con quelle grandi o piccole navi quarantena ormeggiate a largo delle coste maltesi, ma anche italiane, che tengono quelle persone lontane da noi.
Ieri sera, dopo la protesta dei migranti a bordo della Moby Zaza dove l’altro ieri è morto un ragazzo di 28 anni gettandosi in mare, un gruppo di 14 tunisini che si trovava a bordo è stato sbarcato a Porto Empedocle per evitare che la situazione degenerasse. Durante la sosta a Porto Empedocle la Moby Zaza imbarcherà gli ultimi 137 migranti sbarcati autonomamente a Lampedusa portando così il totale delle persone a bordo della nave traghetto italiana a 243.
A largo di Malta si trovano invece i 160 migranti a bordo delle navi della compagnia “Captain Morgan”. In un comunicato congiunto l’Oim e l’Unhcr chiedono di far sbarcare immediatamente i migranti e rifugiati a largo di Malta:
«È importante che le persone ancora in mare siano portate a terra il prima possibile dato che sono rimaste a bordo della nave per circa due settimane – il periodo di quarantena standard per Covid-19 – senza che fosse loro fornita alcuna informazione chiara sulle tempistiche di sbarco. Non è accettabile lasciare le persone in mare più a lungo di quanto necessario, soprattutto in condizioni difficili e inadeguate», si legge nel comunicato.
A differenza di quanto sta avvenendo a largo delle coste maltesi, i migranti a bordo della Moby Zaza sono stati sin dall’inizio informati, grazie alla presenza a bordo del personale della Croce Rossa, che la loro permanenza sulla nave terminerà una volta finito il periodo della quarantena, come già avvenuto nel caso della Rubattino.
L’Unhcr e l’Oim esprimono inoltre la loro preoccupazione per le notizie secondo cui alcuni Stati avrebbero ignorato o ritardato le risposte alle richieste di soccorso, soprattutto a causa di una forte riduzione delle attività di ricerca e soccorso operate sia dagli Stati sia dalle Ong.
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