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Covid, come Terzo settore dobbiamo fare un grande bagno di umiltà

Francesco Fossati, direttore della Cooperativa La Persona e presidente del Consorzio FA Famiglie e Accoglienza, spiega come «Siamo entrati in questa crisi con la certezza di avere tutti gli strumenti a disposizione per farcela. È ora di tornare ad ascoltare le persone che tutti i giorni accogliamo nei servizi»

di Francesco Macinanti

«Mi sono sentito impotente. A fine serata dovevamo accettare di dire “abbiamo fatto quel che abbiamo potuto”, ma quello che abbiamo potuto è stato veramente insufficiente. Come Terzo settore dobbiamo fare un grande bagno di umiltà. Siamo entrati in questa crisi con la certezza di avere tutti gli strumenti a disposizione per farcela. È ora di tornare ad ascoltare le persone che tutti i giorni accogliamo nei servizi». Abbiamo raccolto da Bergamo la testimonianza di Francesco Fossati, direttore della Cooperativa La Persona e presidente del Consorzio FA Famiglie e Accoglienza. Assistenza agli anziani e accoglienza di famiglie in difficoltà sono i grandi temi attorno ai quali si muovono queste due realtà. L’arrivo del Covid 19 ha sconvolto la loro azione sociale: «nella Cooperativa La Persona abbiamo sofferto tanto: abbiamo avuto decessi, fatiche, difficoltà nel reperire i dispositivi di protezione individuale. Il tasso di malattia degli operatori si è aggirato attorno al 40-45% dell’organico. È stato veramente difficilissimo». Eppure la rete di cooperative provinciali, di cui La Persona fa parte, non si è tirata indietro: «abbiamo aperto un Hotel Covid, una struttura che dà ospitalità ai dimessi dagli ospedali, per aiutarli a liberare dei posti. Abbiamo potuto dare una mano a persone che sono state tre o quattro settimane in terapia intensiva».



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