Mondo

Investing In Children Italia: «Non è un paese per bambini. I loro diritti fuori dai piani di riapertura»

«La scuola pare riaprirà a settembre. Le modalità e i tempi non sono ancora noti. Così come non è chiaro se nell’operazione di apertura sarà coinvolto anche il sistema educativo dei nidi e scuole dell’infanzia. Questo l’unico punto – anche molto velocemente, toccato nel programma di riapertura, quasi a voler circoscrivere i diritti del bambino e dell’adolescente alla mera frequentazione della scuola. Con un bonus babysitter e congedi parentali la questione sembra essere archiviata fino a nuova discussione», denuncia il Network Investing In Children. E per tutelare i diritti di tutti i ragazzi e bambini fa al governo 4 richieste

di Redazione

Lo abbiamo sentito tutti. In questa Fase le priorità del Paese non sembrano prendere in considerazione la fascia più giovane del nostro Paese, quella da zero ai 17 anni, che è stata forzatamente rinchiusa a casa dall’inizio del lockdown.

La scuola pare riaprirà a settembre. Le modalità e i tempi non sono ancora noti. Così come non è chiaro se nell’operazione di apertura sarà coinvolto anche il sistema educativo dei nidi e scuole dell’infanzia (fascia di età 0-6 anni). Questo l’unico punto – anche molto velocemente, toccato nel programma di riapertura, quasi a voler circoscrivere i diritti del bambino e dell’adolescente alla mera frequentazione della scuola. Con un bonus babysitter e congedi parentali la questione sembra essere archiviata fino a nuova discussione.

Così facendo, I diritti dell’infanzia ancora una volta rimangono i grandi esclusi nell’agenda dell’emergenza coronavirus. Ma come sottolinea anche UNICEF, senza un'azione urgente, questa crisi sanitaria "rischia di diventare una crisi dei diritti dei minori".

I bambini e i ragazzi hanno bisogno di esperienze, di relazioni extrascolastiche per crescere; se privati per troppo tempo della possibilità di frequentare oltre che la scuola, anche attività sportiva e luoghi di socializzazione (come oratori, campus, organizzazioni di quartiere, ecc), rischiano fortemente di rimanere esclusi da un contesto sociale. Tanto più la situazione della famiglia di appartenenza è delicata/compromessa, maggiore è il rischio di esclusione sociale.

Il lockdown che stanno vivendo i bambini e gli adolescenti in Italia chiusi tra le mura delle loro case, in molti casi sovraffollate e prive di spazi adeguati, rischia di creare gravi ripercussioni importanti sulla loro crescita. Gli operatori sociali e i volontari delle realtà del Network, che continuano a rimanere in contatto anche in questo momento di grande difficoltà con le famiglie più svantaggiate segnalano che in questa fase delicata, i bambini che già erano a rischio di esclusione sociale prima del Covid19, ora seguono un’alimentazione scorretta – quando non saltano completamente il pasto, hanno perso completamente i ritmi quotidiani abitudinari, come quello importantissimo per i più piccoli, del sonno-veglia, fanno un uso smodato di videogiochi con il risultato finale di una perdita di concentrazione e motivazione allo studio.

La didattica a distanza per i bambini che vivono in famiglie povere spesso è difficile, se non impossibile. Mancano dispositivi, connessioni e soprattutto una cultura digitale – sia dei genitori, sia dei ragazzi, per poter seguire in maniera strutturata ed efficiente, questo nuovo modello di fare scuola. In Italia gli ultimi dati ISTAT disponibili indicano che il 42% dei minori vive una condizione di sovraffollamento delle proprie abitazioni e il 7% di bambini e adolescenti è vittima di un grave disagio abitativo (anche di abuso). Ed è in queste case, con famiglie in condizioni economiche ulteriormente peggiorate, che i bambini e gli adolescenti cercano uno spazio per studiare e concentrarsi.

Ora più che mai è indispensabile una collaborazione multidisciplinare (settore dell’istruzione, dei servizi sociali e associazioni territoriali) per garantire che le esigenze dei bambini e di quelli che di loro si prendono cura siano affrontate nella loro complessità. Per i mesi a venire bisognerà mettere in campo soluzioni nuove, che siano capaci di coniugare la tutela dei diritti dei bambini e ragazzi alle esigenze delle famiglie, sia dei genitori che lavorano sia di quelli che un lavoro lo hanno perso. Il terzo settore ha un ruolo fondamentale: è l’anello di congiunzione tra scuola e famiglie in stato di difficoltà. Non possiamo basare i prossimi mesi sulle iniziative di singole associazioni.

Il network Investing In Children Italia fa 4 richeiste al Governo:

1 Di garantire tutto il supporto necessario alle famiglie, estendendo come annunciato,l’assegno ai nuovi nati per tutti i figli fino ai 14 anni e ampliando la possibilità diutilizzo dei congedi familiari; ma anche favorendo l’adozione di modalità di lavoro veramente flessibili (lo smartworking certamente, ma anche nuovi orari e turni lavorativi) che permettano ai genitori di poter conciliare lavoro e cura dei figli in attesa della riapertura delle scuole.

2 Che i bisogni sociali ed educativi di bambini e ragazzi siano messi al centro della fase 2. A giugno quando anche lo stranissimo anno scolastico trascorso più sugli schermi dei pc che sui banchi di scuola terminerà, si esaurirà la sola piccola finestra sulla socialità che hanno avuto fino ad oggi bambini e bambine, aspettando settembre non facciamo trascorrere 4 mesi di vuoto educativo: nei territori ci sono luoghi, come oratori, centri estivi, parchi che, se adeguatamente predisposti con tutte le attenzioni alla sicurezza sanitaria, possono diventare luoghi di incontro e socializzazione sicura per bambini e ragazzi.

3 Oltre a queste possibili occasioni di socialità, proponiamo di prevedere un buono libro, per bambini e ragazzi fino a 18 anni, auspicando che entri un libro in ogni casa degli italiani. Non possiamo permettere che questa situazione emergenziale accentui ancora di più il divario culturale presente tra i nostri ragazzi.

4 Non sprecare le risorse e le potenzialità del terzo settore. Chiediamo che i rappresentanti di questo pezzo importante di Paese siano inclusi nella Task Force del governo per la Fase 2. Chiediamo inoltre di favorire una stretta collaborazione tra enti locali e terzo settore proprio per mettere in campo subito, da qui a settembre, tutte le risorse e la creatività di cui il Terzo Settore è ricco, per poter garantire l’attività educativa dei bambini, nei luoghi sopra citati, ma anche le attività di cura e assistenza sociale di cui continuano ad avere bisogno le famiglie più in difficoltà.

Investing in Children Italia offre la sua collaborazione al Governo e alla Commissione Bicamerale per l’Infanzia e l’Adolescenza per costruire ulteriori proposte per colmare le disuguaglianze generate e acuite a causa di questa emergenza, tra i bambini e le bambine del nostro Paese.

I portavoce di Investing in Children Italia:

Ivano Abbruzzi, Direttore Generale Fondazione L’Albero della Vita e Gianluca Budano, Consigliere di Presidenza ACLI

Le realtà aderenti a Investing In Children Italia:
ACLI Nazionale, ANEP –Associazione Nazionale Educatori Professionali, CESVI, CNOAS – Consiglio Nazionale Ordine Assistenti Sociali, Fondazione L’Albero della Vita, Human Foundation, SOS Villaggi dei Bambini Italia.

17 centesimi al giorno sono troppi?

Poco più di un euro a settimana, un caffè al bar o forse meno. 60 euro l’anno per tutti i contenuti di VITA, gli articoli online senza pubblicità, i magazine, le newsletter, i podcast, le infografiche e i libri digitali. Ma soprattutto per aiutarci a raccontare il sociale con sempre maggiore forza e incisività.