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Ancora sbarchi in Sicilia, disperate richieste di soccorso nel Mediterraneo

Continuano gli sbarchi autonomi di migranti in Sicilia. A Portopalo sono arrivati in 77, mentre continuano la richieste d’aiuto di imbarcazioni nel Mediterraneo. La Guardia Costiera smentisce il naufragio di ieri. La replica di Sea Watch: “Su che base?”

di Alessandro Puglia

Continuano gli sbarchi spontanei di migranti sulle coste siciliane. Dopo quello di ieri nel giorno di Pasqua, con 150 persone giunte direttamente a Pozzallo su un gommone proveniente dalla Libia, oggi un altro sbarco spontaneo è stato documentato a Portopalo di Capo Passero. In totale sarebbero 77 persone di origini subsahariane arrivati all’alba di oggi lunedì 13 aprile.

Sul naufragio che si sarebbe verificato ieri denunciato da Sea Watch è arrivata una smentita da parte della Guardia Costiera: «In merito al presunto naufragio di un gommone con migranti a bordo, reso noto ieri dall'ONG SeaWatch, si informa che il mezzo ripreso da un velivolo Frontex e segnalato quale pericolo per la navigazione, era un gommone alla deriva, in area SAR libica, senza motore, verosimilmente oggetto, nei giorni scorsi, di un intervento di soccorso avvenuto da parte delle competenti autorità libiche, che hanno successivamente lasciato il natante vuoto alla deriva, traendo in salvo i migranti che si trovavano a bordo. Dalle immagini trasmesse non si rileva la presenza di corpi, relitti o oggetti galleggianti in mare, nelle vicinanze del gommone né nell'area circostante, che possano far pensare ad un recente naufragio» .

Subito è arrivata la replica da parte della Ong che scrive in un comunicato stampa: «Su che base le autorità confermano che non vi sia stato alcun naufragio senza confermare l’avvenuto soccorso del gommone in questione e fornire le relative informazioni?»

Nel frattempo la Ong spagnola Aita Mari ha raggiunto un’imbarcazione in pericolo che faceva parte delle quattro segnalate da Alarm Phone nei giorni scorsi, a bordo ci sarebbero persone che hanno immediato bisogno di assistenza medica e una donna incinta.

Mediterranea ha invece pubblicato le registrazioni di Alarm Phone con le richieste d’aiuto delle persone a bordo delle imbarcazioni che continuano a essere in pericolo, in attesa che qualcuno intervenga.

Davanti all’ultimo sbarco nelle coste del Siracusano, in pieno tempo di pandemia, in attesa di una possibile nave per la quarantena per i migranti soccorsi, sarebbe fondamentale ripristinare il Gicic della Procura di Siracusa guidato dal Commissario Carlo Parini, perché purtroppo centinaia di persone che fuggono dagli orrori dei campi di detenzione in Libia hanno più paura delle torture che del Coronavirus. E c'è bisogno di competenze e di task force specializzate che, negli anni, hanno portato alla luce brillanti risultati investigativi nella lotta al traffico di esseri umani,

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