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Puntillo (Acli): «Ora serve una sanatoria urgente per chi lavora in nero nel settore domestico»
In Italia sono oltre un milione le colf e badanti che lavorano in nero. «Il Governo adesso deve intervenire nei confronti dei lavoratori irregolari, per lo più stranieri, del settore domestico», denuncia Giamaica Puntillo, segreteria nazionale delle Acli Colf. «I lavoratori domestici costituiscono quella rete di assistenza domiciliare quanto mai necessaria per contenere il contagio: queste lavoratrici e le famiglie che a loro si appoggiano vanno aiutate proprio per mettere in sicurezza i nostri anziani»
di Anna Spena
L’emergenza Coronavirus ci porta a fare i conti con un’altra emergenza ancora: il lavoro in nero, i “sommersi”, quali sussidi per loro? Che tutele? È importante intervenire su questa fascia fragile della popolazione. Le Acli, associazioni cristiane lavoratori italiani, con la sua associazione Acli Colf, che organizza le collaboratrici e i collaboratori familiari, lancia una richiesta: «Le ACLI Colf si uniscono alle richieste formulate da più parti affinché il Governo intervenga nei confronti dei lavoratori irregolari, per lo più stranieri, del settore domestico. Serve un’apposita sanatoria che permetta a tutti gli irregolari di poter accedere ai servizi sanitari, soprattutto in questa fase delicata dovuta all’effetto Covid-19».
In Italia sono 850mila le colf e le badanti che lavorano con un contratto regolare ma «un milione, forse anche di più, lavora in nero», dice Giamaica Puntillo, segreteria nazionale delle ACLI Colf. «È il momento di fare un censimento, con l’aiuto delle regioni e dei comuni, di tutto l’esercito di colf e badanti irregolari nel nostro paese e di aiutarli, anche con delle misure di sostegno alle famiglie, ad entrare nel mercato regolare.
A lavorare nel settore domestico sono principalmente donne dell’Est Europa e del Sud America. A loro, negli ultimi anni, si è aggiunta anche una fascia di nazionalità italiana. «In questo momento storico», continua Puntillo i lavoratori domestici costituiscono quella rete di assistenza domiciliare quanto mai necessaria per contenere il contagio: queste lavoratrici e le famiglie che a loro si appoggiano vanno aiutate proprio per mettere in sicurezza i nostri anziani. Dovremmo prendere spunto dal Portogallo il cui Governo ha deciso di regolarizzare i migranti fino al primo luglio, trattandoli come residenti e consentendo loro di accedere a tutti i servizi sanitari. Sarebbe, tra le altre cose, anche un modo per togliere dal sommerso milioni di euro che in questo momento di crisi farebbero certamente comodo alle casse statali».
La regolarizzazione del lavoro in nero, fa sì che i lavoratori abbiano gli stessi diritti, come anche gli stessi doveri. «Il Governo», continua Puntillo, «non pone la giusta attenzione al settore del lavoro domestico. Per lo Stato italiano questo esercito di colf e badanti non esistono. In moltissime sono anche restie ad andare in ospedale se stanno male perché, essendo irregolari, non vogliono “manifestare” la loro presenza. In questo momento la sanatoria è la soluzione migliore. Il Governo deve occuparsi di chi lavora nel silenzio proponendo anche incentivi per le famiglie affinché regolarizzino i contratti».
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