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Chi controlla il controllore? L’emergenza si mangia la trasparenza: sospeso il FOIA
Il FOIA, l'accesso civico generalizzato che permette a tutti di conoscere gli atti della Pubblica Amministrazione, è un fondamentale strumento di controllo e vigilanza. Soprattutto in tempi di erogazioni straordinarie e straordinaria gestione dell'emergenza. Eppure il FOIA è stato sospeso dal Decreto Cura Italia. Chi controllerà, ora, il corretto operare della Pubblica Amministrazione?
di Marco Dotti
Gli acronimi, si sa, generano confusione. Pertanto molti potrebbero non sapere cosa si nasconde dietro il pomposo FOIA, che sta per Freedom of Information Act.
La sostanza è bene chiarirla subito: il FOIA è uno strumento fondamentale per la libertà di informazione e il controllo sull'operato delle pubbliche amministrazioni e autorità.
Introdotto nell’ordinamento italiano dall’art. 6 del d. lgs. 25 maggio 2016, n. 97, che ha sostituito l’art. 5 del "Decreto trasparenza" n. 33 del 2013, il FOIA è un accesso civico generalizzato. Che cosa significa? Significa che a ogni cittadini è garantito il diritto di accedere ai dati e documenti detenuti dalle pubbliche amministrazioni.
In un momento in cui erogazioni straordinarie, centralizzazione degli acquisti, gestione straordinaria degli aiuti sono diventati la quotidianità il FOIA è strumento civico fondamentale perché permette quelle forme diffuse di controllo di risorse e funzioni pubbliche che sono alla base del patto sociale e, di conseguenza, sia detto fuor di retorica, della democrazia.
Il FOIA è uno strumento a garanzia di tutti, anche della PA. Il Presidente Giuseppe Conte, che solo due anni fa si presentava agli italiani come «avvocato del popolo», lo dovrebbe sapere più e meglio di tanti.
Eppure, come segnala sul Sole 24 Ore Laura Carrer di Transparency Italia, proprio il decreto-legge Cura Italia del 17 marzo 2020 stabilisce che le amministrazioni pubbliche sospenderanno le risposte a richieste di accesso documentale (legge 241/1990), civico e civico generalizzato (d.lgs. 33/2013) che «non hanno carattere di “indifferibilità e urgenza” fino al 31 maggio 2020 (art. 67.3)»
In parole semplici: il FOIA è stato sospeso. Tanto che anche il Dipartimento della Funzione Pubblica, attraverso un comunicato del 27 marzo 2020 annuncia la sospensione delle richieste di accesso documentale fino al 15 aprile 2020». «Uno scenario troppo confuso», osserva giustamente Carrer, «in un momento in cui servirebbe invece la massima trasparenza e chiarezza per tutti».
Chi e come stabilisce quali siano le richieste che hanno un carattere indifferibile e urgente? Ad esempio, le informazioni sui dati, le spese, le forniture legate all'emergenza da Coronavirus sono o saranno ritenute tali?
Al nostro Premier piacciono le citazioni. Ce n'è una che non può non conoscere: è di Giovenale, ma ne faceva sfoggio Carl Schmitt, il giurista che più di tutti ha ragionato e lavorato sullo stato di eccezione. Quis custodiet ipsos custodes? Ovvero: «Chi sorveglierà i sorveglianti stessi?». Nessuno, pare.
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