Welfare

Chiusi i centri per le persone con disabilità: come chiedere l’attivazione di servizi alternativi?

Il decreto #CuraItalia ha sospeso le attività dei Centri semiresidenziali, prevedendo la possibilità di attivare misure alternative. Anffas, con la sua Unità di Crisi, ha predisposto due istanze-tipo per chiedere l'attivazione tali servizi alternativi, una per i Centri e una per la scuola

di Redazione

Anffas Nazionale ha attivato un’Unità di Crisi per affrontare l’emergenza Coronavirus, grazie ad un gruppo di tecnici della propria rete. L’Unità di Crisi opererà a supporto delle Strutture Anffas, ma non solo: l'obiettivo è quello di garantire a tutti – per quanto possibile in questa situazione in continua evoluzione – informazioni utili, semplici e ogni altro supporto per gestire le innumerevoli criticità che quotidianamente si presentano. Innanzitutto c'è un "contenitore" utilissimo, aggiornato con tutti i documenti ufficiali che man mano escono.

Fra i primi documenti proposti, ce n'è uno contenente i suggerimenti per una corretta informazione e per gestire lo stress delle persone con disabiolità intellettive in questo periodo, dal momento che paura di ammalarsi e di morire, paura di essere socialmente esclusi o messi in quarantena; paura di essere separati dalle persone che amiamo; sentimenti di mancanza di speranza, solitudine, tristezza… valgono ovviamente anche per le persone con disabilità intellettive, che possono essere ulteriormente vulnerabili sia sul versante della salute fisica che del benessere psicologico ed emotivo. I familiari inoltre possono essere preoccupati rispetto all’eventualità di essere separati dai propri cari a causa delle misure restrittive o dell’isolamento. I consigli per gestire lo stress sono anche in un video.


L’Unità di Crisi ha anche realizzato un documento di analisi del Decreto Legge del 17 marzo 2019, n. 18, conosciuto anche come #CuraItalia, con un’attenzione particolare alle norme che più hanno diretta attinenza alle esigenze delle persone con disabilità, dei genitori e dei familiari delle persone con disabilità, dei servizi in favore delle persone con disabilità, degli enti che erogano servizi in favore delle persone con disabilità, sia rispetto alla corretta gestione delle emergenze del momento (approvvigionamento di dispositivi di protezione individuale) sia al sostegno economico che essi possono ricevere sia anche rispetto al loro eventuale essere Enti del Terzo Settore (con particolare riguardo alla gestione dei loro adempimenti fiscali e giuridici, inclusa l’attuazione della Riforma del Terzo Settore). È il decreto che sospende l’attività dei centri diurni per persone con disabilità dal 17 marzo 2020 al 3 aprile 2020: in virtù della chiusura dei servizi educativi, delle scuole e dei centri diurni, le pubbliche amministrazioni (Comuni, Consorzio dei Comuni, ecc..) forniscono, avvalendosi del personale che già era impiegato nei ridetti servizi, prestazioni individuali domiciliari o a distanza o negli stessi luoghi ove si svolgevano i servizi sospesi (ma in questo caso, senza ricreare aggregazione).

Il decreto prevede la possibilità di attivare misure alternative che possano sopperire alla mancanza dei servizi svolti nelle ordinarie forme nei centri semiresidenziali. Ciò in considerazione del possibile rischio che i progressi raggiunti con enormi sforzi dalle famiglie, dagli operatori, dalle istituzioni scolastiche e di tutte le altre figure e istituzioni coinvolte si possano di colpo arrestare a causa della brusca interruzione della frequenza scolastica/dei centri e della limitazione delle relazioni sociali. È anche tenuta in considerazione la necessità, in taluni casi, di offrire una forma di sollievo alle famiglie, visto il difficile momento che stiamo vivendo e l'enorme carico emotivo che ne consegue. L’Unità di Crisi di Anffas ha realizzato due moduli-tipo per formulare la richiesta di attivazione dei servizi alternativi in ambito dei servizi sociosanitari o socioassistenziali e scolastico.

1) Il primo modulo (il modulo in formato word è scaricabile qui) serve per richiedere la conversione dei servizi fruiti dalla persona con disabilità presso il centro con attività sospese nelle prestazioni di cui all'art.48 D.L. n. 18 del 17.3.2020. Deve essere indirizzato all'amministrazione competente che garantisce il servizio, che, a seconda dei casi, può essere il Comune o l'Azienda Sanitaria. Nel modulo è previsto che l'istanza sia compilata direttamente dall'interessato, oppure, in caso di misure di protezione giuridica, anche da tutore, amministratore di sostegno o altro. Riguardo la tipologia di servizio da richiedere, la famiglia può indicare una preferenza rispetto alle tre possibilità previste dal D.L. 18/20 e in particolare se intende fruire di prestazioni in forme individuali domiciliari, a distanza, o negli stessi luoghi ove si svolgono normalmente i servizi senza ricreare aggregazione.

2) il secondo modulo (il modulo in formato word è scaricabile qui) ha la finalità, invece, di richiedere la garanzia, durante la sospensione, della piena fruizione diritto alla didattica a distanza nei confronti degli alunni con disabilità, e in particolare di sollecitare, di contempo, la contestuale attivazione dei servizi scolastici (assistenza all'autonomia e comunicazione) ex artt. 9 D.L. 14/20 e 48 D.L.18/20 per scuole elementari medie e superiori. Le norme, infatti, prevedono quest'ultima soluzione, ferme restando tutte le altre condizioni legate alla frequenza a distanza, ivi comprese la presenza dei docenti curriculari e di sostegno e approntamento e forniture delle necessarie tecnologie.

Photo by Markus Spiske on Unsplash

Cosa fa VITA?

Da 30 anni VITA è la testata di riferimento dell’innovazione sociale, dell’attivismo civico e del Terzo settore. Siamo un’impresa sociale senza scopo di lucro: raccontiamo storie, promuoviamo campagne, interpelliamo le imprese, la politica e le istituzioni per promuovere i valori dell’interesse generale e del bene comune. Se riusciamo a farlo è  grazie a chi decide di sostenerci.