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Coronavirus, diteci la verità sulle mascherine
Il balletto delle mascherine è un refrain che continua dall'inizio dell'emergenza. Da oltre dieci giorni in Lombardia non sono reperibili. Ogni istituzione, da quelle politiche a quelle sanitarie, hanno continuato a insistere sulla loro inutilità per le persone sane. Ma oggi la reatà sembra essere un'altra. Dove sta la verità?
Era l'inizio del contagio. Ancora si sapeva poco di quel che sarebbe successo e con cosa avremmo avuto a che fare. In quei giorni in molti minimizzavano ancora la portata del virus.
La virologa Maria Rita Gismondo, nota per aver detto che Covid era «poco più di una semplice influenza», per sfatare alcuni miti spiegava: «la mascherina non serve, è utile solo per le visite» e tranquillizzando sulla situazione spiegava «non siamo in guerra».
Ancora oggi sul sito del Ministero della Salute sulla pagina dedicata al Nuovo Coronavirus, alla domanda “Quando va indossata la mascherina?” si legge: «L’Organizzazione mondiale della sanità raccomanda di indossare anche una mascherina solo se sospetti di aver contratto il nuovo coronavirus e presenti sintomi quali tosse o starnuti, oppure se ti prendi cura di una persona con sospetta infezione da nuovo coronavirus. L'uso della mascherina aiuta a limitare la diffusione del virus ma deve essere adottata in aggiunta ad altre misure di igiene respiratoria e delle mani. Non è utile indossare più mascherine sovrapposte. Inoltre, la mascherina non è necessaria per la popolazione generale in assenza di sintomi di malattie respiratorie».
Anche per Roberto Burioni stessa linea. Intervenendo sul tema su La Stampa scrive: «Prima si diceva che le mascherine non servivano e ora servono. I virus sono piccolissimi, sono un centesimo delle dimensioni di un globulo rosso e in un millimetro cubo ci sono 4-5 milioni di globuli rossi, quindi passano attraverso qualunque cosa. Questo virus si trasmette attraverso delle goccioline che però hanno un raggio d’azione di un metro per le persone che stanno bene non c’è bisogno di mettere la mascherina. La deve mettere chi sta male. Non forniscono alcuna protezione dal coronavirus. Servono a non far diffondere il virus da parte di chi lo ha già contratto».
Eppure nelle ex zone rosse del contagio (Bertonico, Casalpusterlengo, Castelgerundo, Castiglione D'Adda, Codogno, Fombio, Maleo, San Fiorano, Somaglia, Terranova dei Passerini e Vo') la protezione civile, come risulta dal sito del Ministero della Salute, ha distribuito 25mila mascherine chirurgiche quindi atte a coprire tutti i cittadini, non solo quelli malati.
Ma anche Walter Ricciardi, membro dell'Oms e consigliere del governo, a Di Martedì è stato tranchant: «Le mascherina chirurgiche ai sani non servono a niente, il virus penetra attraverso la garza. Le mascherine di garza servono ad evitare ad esempio che cadano gocce di saliva del chirurgo. Non servono a proteggere i sani, ai sani non servono assolutamente a nulla. È solo una paranoia che la gente sana usa in maniera impropria. Esistono poi le mascherine FP2-FP3, che servono al personale sanitario e alle forze dell'ordine».
Eppure in Cina uno degli obblighi per la cittadinanza era proprio quella di indossare mascherine. Dal 24 gennaio scorso, cioè da quando è scattato il piano di emergenza firmato dal presidente Xi Jinping, tutti i cittadini cinesi sono stati infatti obbligati a indossare la mascherina negli spazi pubblici (cioè anche per strada). Non vi è alcuna differenza fra cittadini contagiati e sani: chiunque deve farlo. La pena è l’arresto. Si può spiegare semplicemente con una particolare attitudine alla paranoia delle istituzioni cinesi?
Una domanda che si fa ancora più pressante dal momento in cui il presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana, mentre in queste ore predispone il lockdown lombardo spiega: «Ho avuto un colloquio con il presidente di Confindustria Lombardia, Marco Bonometti, con il quale ho raggiunto un accordo per individuare le modalità che andranno adottate dalle aziende che continueranno a produrre e prendendo atto della disponibilità di altre a sospendere l'attività per le aziende che resteranno aperte andranno rispettate scrupolosamente le indicazioni dell'Istituto Superiore di Sanità, a partire dalla soppressione di tutti i servizi mensa, dal rispetto delle distanze e dalla fornitura di tutte le dotazioni necessarie alla protezione personale dei lavoratori come guanti e mascherine».
La protezione personale dei lavoratori oggi per Regione Lombardia passa da guanti e mascherine.
La domanda insomma è d'obbligo: ma le mascherine servono o no? Perché il dubbio è che politica e scienza ci abbiano fin qui raccontato che erano un presidio inutile per il solo fatto che non le avevano a disposizione.
Se così fosse l'unica cosa possibile è sostenere l'accorato appello di Alessandro Sallusti che con voce rotta a DìMartedì ha chiesto a Ricciardi: “Dateci queste benedette mascherine”.
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