Economia

Terzo settore a rischio collasso, il Governo non si giri dall’altra parte

La portavoce del Forum del Terzo settore: «Il rischio è che il coronavirus metta in ginocchio persone e servizi, il Governo intervenga». Per ora nessuna reazione specifica del ministro del Lavoro e della Politiche sociali Nunzia Catalfo. Intanto a Milano i rappresentati di cooperative e non profit hanno incontrato l'assessore Rabaiotti per concordare un primo piano di interventi

di Redazione

“Se non interviene il governo qui si chiude”. A dirlo in un dialogo con Elisabetta Soglio, caporedattore di Buone Notizie è la portavoce del Forum nazionale del Terzo settore Claudia Fiaschi. Che aggiunge: «Il rischio è che il coronavirus metta in ginocchio persone e servizi». Secondo l’ultima rilevazione Istat del 2017 le istituzioni non profit attive in Italia sono 350.492– il 2,1% in più rispetto al 2016 – e contano 844.775 dipendenti (+3,9%) solo considerando i lavoratori diretti. Con l’indotto si supera abbondantemente il milione di impiegati. Un settore che malgrado la crisi in questi anni ha dimostrato una tenuta sorprendere dal punto di vista della capacità di generare servizi sociali innovativi e posti di lavoro. Oggi però il ciclone del coronavirus sta mettendo in forse questo pezzo di welfare italiano. Solo nella cooperazione sociale e solo nelle regioni del nord sono a rischio 40mila posti di lavoro. Posti di lavoro a cui naturalmente sono collegati molti servizi alla persona che vengono messi in forse (in Italia ci sono circa 1,2 milioni di anziani soli e 4 milioni di famiglie hanno un parente non autonomo a carico).

Mentre di fronte a questo quadro dal ministero del Lavoro, guidato da Nunzia Catalfo, non arrivano nè indicazioni, nè reazioni di alcun tipo, qualcosa si muove a livello locale.

A Milano ieri per esempio si è tenuto un incontro fra l’assessorato alle politiche sociali Gabriele Rabaiotti, il portavoce del Forum del Terzo settore del capoluogo lombardo Paolo Petracca e il rappresentante dell’alleanze delle cooperative italiane Umberto Zandrini. L’incontro ha consentito di ridefinire alcune linee di intervento a partire da due assunzioni di fondo:

  1. La situazione è di reale emergenza e l’azione più forte è quella di ridurre al minimo indispensabile le occasioni di trasmissione del contagio. I comportamenti individuali e delle organizzazioni pubbliche e private sono fondamentali allo scopo di contenere al massimo il diffondersi del virus. La drastica riduzione delle attività è il miglior aiuto che si possa dare alla città ed ai cittadini.
  2. Massimo impegno da parte della pubblica amministrazione, unitamente all’Anci Lombardia, alle organizzazioni sindacali e di rappresentanza imprenditoriale, a Fondazione Cariplo e Fondazione di Comunità di Milano-sud est e sud ovest, a garantire la copertura del costo del lavoro e organizzativo/gestionale delle imprese rimaste fortemente penalizzate dalla chiusura dei servizi alla persona o dalla loro drastica diminuzione per calo di utenza presente.

Definiti questi due punti come elemento guida per affrontare qualsiasi altra modalità di intervento, è stato concordato che:

  • Verranno garantiti i servizi essenziali così come da ordinanza regionale (LEA)
  • A questi si aggiungono i servizi residenziali accreditati (es: micro residenze per disabili, minori, migranti, grave emarginazione etc) in quanto “abitazione” degli utenti e quindi necessariamente aperti. Altre tipologie di servizio considerato indispensabile sarà oggetto di integrazione alla determina già in essere (esempio unità di strada anche solo in funzione di un monitoraggio e non per invio o presa in carico).
  • Viene limitato il servizio di domiciliarità a favore dei cittadini in grave stato di bisogno. L’assessorato, attraverso i propri servizi invianti, indicherà a quali cittadini verrà garantito il servizio. L’erogazione del servizio sarà possibile a fronte di adeguate protezioni a salvaguardia della salute di operatori e utenti. A questo proposito l’assessorato ha ordinato 15.000 mascherine e 3.500 flaconi di gel disinfettante che saranno disponibili entro 2/3 giorni. Altri interventi di domiciliarità non ritenuti di emergenza potranno essere garantiti con interventi da remoto, telefonate etc.
  • Entro mercoledì sarà funzionante il numero 02.02.02 in collegamento con i punti WEMI ed i custodi sociali, per fornire indicazioni ai cittadini rispetto a quali servizi poter accedere e a quali no.
  • Verrà attivato un servizio di chiamata ai cittadini in uscita da ricoveri ospedalieri, o in isolamento volontario) per monitorarne l’evoluzione della convalescenza o recepirne casi di mantenimento dello stato morboso.
  • Verrà potenziato il servizio alla popolazione anziana di consegna pasti, consegna farmaci e consegna spesa a domicilio anche in collaborazione con Milano Ristorazione, Coop, farmacie. Si sta cercando un accordo con il circuito taxi per eventuali trasporti gratuiti per particolari necessità.

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