Malattie Rare, per l’atrofia muscolare spinale un anno “rivoluzionario”

La malattia neuromuscolare degenerativa colpisce in Italia un bambino su 6mila. Non è stata sconfitta, ma grazie alla ricerca scientifica si registrano importanti progressi. Grazie allo screening neonatale la diagnosi non è più una condanna ma un salvavita

di Redazione

«La Sma non è stata sconfitta, ma negli ultimi due anni – grazie alla ricerca scientifica – sono cambiate le aspettative e le speranze. È diverso l’approccio dei medici nella diagnosi e sicuramente non sono più le stesse le attese delle famiglie. Rispetto al passato, ora la speranza vince sulla paura e i nuovi farmaci e trial rendono il futuro pensabile, sia per i bambini che per gli adulti. Seppure con le dovute cautele, la parola “rivoluzione” sembra quella più adatta a descrivere quello che sta vivendo oggi la nostra comunità». Così la presidente di Famiglie Sma, Daniela Lauro, descrive il momento che sta vivendo la Sma in occasione della Giornata Mondiale delle Malattie Rare che si celebra sabato 29 febbraio, per la sua tredicesima edizione. Una giornata istituita nel 2008 e che nel corso degli anni ha coinvolto oltre 80 Paesi nel mondo.

Acronimo di atrofia muscolare spinale, la Sma è una malattia genetica rara in cui si perdono progressivamente i neuroni che trasportano i segnali dal sistema nervoso centrale ai muscoli, controllandone il movimento. Colpisce soprattutto in età pediatrica (in Italia 1 bambino su 6mila) costringendo i più piccoli su una sedia a rotelle. Rende difficile gesti quotidiani come gattonare, sedersi e stare in piedi, controllare il collo e la testa; nei casi più gravi deglutire e respirare.

Non esiste ancora una cura ma da circa due anni è disponibile la prima terapia al mondo in grado di rallentare, e in alcuni casi arrestare, l’avanzata della patologia. Terapia che a oggi ha coinvolto circa 600 pazienti e ha permesso a Sara, che ha 2 anni e dovrebbe essere quasi immobile su un letto, di stare in piedi e giocare con la palla; a Edoardo di sedersi e mangiare da solo e a Marinella, 30 anni, di ritrovare la forza nelle braccia per occuparsi dei figli.

Oggi non solo esiste una terapia, ma nel Lazio (e presto anche in Toscana) è disponibile per la prima volta lo screening neonatale per la Sma: un test genetico gratuito che consente la diagnosi prima della comparsa dei sintomi e prima che si producano danni gravi e irreversibili.

L’inizio del trattamento in fase pre-sintomatica è infatti molto più efficace, tanto da consentire ai bambini uno sviluppo motorio sovrapponibile a quelle dei bambini non affetti. È una svolta storica: per la prima volta la diagnosi della SMA non sarà una condanna ma un salvavita.

Sul fronte delle novità terapeutiche, Famiglie Sma ricorda che a maggio scorso è stata approvata negli Stati Uniti la prima terapia genica, il cui via libera è atteso in Italia tra la fine di quest’anno e i primi mesi del 2021; mentre una seconda terapia ha da poco avviato un programma compassionevole (una nuova, importante, opportunità che offre l’accesso al farmaco per i pazienti con i bisogni clinici più urgenti prima dell'approvazione regolatoria).

Famiglie Sma si batte ora per l’estensione a livello nazionale dello screening neonatale, per garantire le stesse opportunità di salute a ogni paziente. «La rivoluzione per la Sma è appena iniziata », sostiene Daniela Lauro «ora abbiamo bisogno di usare tutte le armi che abbiamo per proseguire la nostra battaglia».

In apertura foto di RitaE from Pixabay

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