Economia

Europa svegliati, qui ci vuole un Virus bond

L'economista Marcello Esposito: «Questa sia l’occasione per un’Europa immobile di mostrare solidarietà in una crisi che coinvolge tutti più o meno direttamente. Da una parte eliminando dal calcolo del deficit pubblico ai fini Maastricht l’aumento della spesa pubblica dovuta al Coronavirus (maggiore spesa sanitaria e sostegno all’economia in frenata) e, dall’altro, consentendo l’emissione di Virus bond che potrebbero essere i primi Euro bond di cui da troppo tempo si parla

di Riccardo Bonacina

Marcello Esposito che insegna International Financial Markets presso l'Università Cattaneo di Castellanza ed è stato consulente economico di Palazzo Chigi non è preoccupato, è preoccupatissimo riguardo le ricadute e l’impatto del Coronavirus sull’economia mondiale ed europea. Per questo, ci dice, «Bisogna massaggiarsi il cervello e mettere in campo idee e iniziative e non stare a guardare passivamente come ha fatto l’Unione europea sino ad oggi, non riuscendo neppure a prendere un’iniziativa coordinata almeno sulla mobilità aerea!».

Esposito già da lunedì 27 gennaio aveva avvertito sulle conseguenze che il coronavirus avrà sull’economia cinese e mondiale. «Non si chiudono i confini e i voli aerei, non si mettono in quarantena 60 milioni di persone, non si rimandano di 3 o 4 settimane le riaperture delle scuole in un paese di un miliardo e mezzo di abitante …. per una epidemia di influenza un pò più pericolosa del normale».

Professore, immagino che la preoccupazione tre settimane dopo sia ben aumentata, ma che fare?

Marcello Esposito: In Cina, poi, da qualche settimana, hanno lanciato i Virus bond che servono per aiutare i settori economici in difficoltà a causa del coronavirus offrendo dei tassi di interesse particolarmente bassi se l’azienda che li emette dedica almeno il 10% del ricavato a iniziative che sono relative al contenimento del virus. Un modo per aiutare l’economia in una frenata senza precedenti.

Come misurare gli impatti sull'economia della pandemia?

Esposito: Il Coronavirus, infatti, causa almeno due importanti impatti economici. Il primo è quello relativo al blocco o al rallentamento delle attività; impressionante il dato che la Cina ha reso noto ieri relativamente all'industria dell'auto che sta assumendo dimensioni più che preoccupanti, nei primi 16 giorni di febbraio – secondo le statistiche della China Passenger Car Association (CPCA) – il calo delle vendite è stato del 92%. Il secondo impatto economico sono le conseguenze che il Coronavirus ha sul sistema sanitario messo sotto stress. Impatti che determinano un aumento della spesa pubblica.

Cosa si può fare concretamente?

Esposito: Penso che questa potrebbe essere l’occasione per un’Europa, immobile come e più di sempre, di mostrare solidarietà in una crisi che coinvolge tutti più o meno direttamente. Da una parte eliminando dal calcolo del deficit pubblico ai fini Maastricht l’aumento della spesa pubblica dovuta al Coronavirus (maggiore spesa sanitaria e sostegno all’economia in frenata) e, dall’altro, consentire a livello europeo l’emissione di Virus bond che potrebbero essere i primi Euro bond di cui da tempo si parla, garantiti da tutti gli Stati europei.Qualunque azienda europea, come succede in Cina, accede a questa forma di finanziamento particolare e a tassi bassissimi o perché ha subito un impatto o perché si vuole impegnare nel contrasto al virus emettendo bond la cui garanzia è europea e in capo a tutti gli Stati europei.

Con che risorse professore?

Esposito: Gli Stati non avrebbero nessun esborso monetario, semplicemente prestano una garanzia che in quanto tale non impatta immediatamente sui bilanci ma solo sul debito.

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