Cultura

Interpreti LIS: bene Sanremo, ma poi?

Che ne sarà della lingua dei segni una volta finito il festival di Saremo? In Italia non esiste una legge che riconosca la LIS e dunque che riconosca la professione

di Redazione

Chi è l'interprete LIS? Cosa fa? Chi non ha mai avuto a che fare con una persona sorda ne ignora quasi l’esistenza. Per la prima volta invece in questi giorni è diventato un argomento di discussione popolare, grazie al fatto che su Rai Play un gruppo di interpeti di lingua dei segni traduce i dialoghi del Festival di Sanremo. Gli interpreti sono inoltre affiancati da alcuni performer, sordi e udenti, che traducono le canzoni in gara.

Francesca Malaspina è la presidente nazionale dell'Associazione interpreti di lingua dei segni e commenta così Sanremo Live Lis: «Come ANIOS siamo felicissimi che RAI Pubblica Utilità abbia portato la lingua dei segni in prima serata con interpreti Lis professionisti, affiancati da performers che interpretano i brani in gara. Quello dell’interprete Lis è un lavoro importante per garantire il diritto delle persone sorde all’accessibilità in qualsiasi ambito della loro vita e la loro piena partecipazione alla vita sociale e politica del nostro Paese. Ci auguriamo che quando calerà il sipario dell'Ariston, la LIS continui ad essere popolare. Esistono infatti innumerevoli ambiti della vita quotidiana nei quali è richiesta la nostra figura: una traduzione in Tribunale, in sala operatoria, dal notaio, all'università».

In Italia questa professione non ha ancora un riconoscimento specifico: «Continuiamo a lavorare perché si attivino corsi di laurea per formare professionisti seri e per evitare improvvisazioni di appassionati della LIS che poco conoscono gli aspetti tecnici, oltre che etici e deontologici, di una professione difficilissima e affascinante. Nel rinnovare le congratulazioni ai nostri colleghi impegnati nella kermesse e i complimenti a RAI Pubblica Utilità per l’iniziativa, così come già espresso dall'Ente Nazionale Sordi, auspichiamo in futuro una maggiore accessibilità di programmi di informazione e divulgazione».

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