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Oxfam: «L’aiuto per l’Africa è ostaggio della fortezza Europa»

Un nuovo rapporto denuncia: oltre 1 miliardo di euro di aiuti europei sono stati deviati dal loro scopo umanitario e usati per il mero respingimento dei migranti

di Redazione

A tre anni dall’Accordo Italia-Libia (1) sul contenimento dei flussi migratori e dal summit Ue della Valletta (2) – che ne avvallò la linea politica – gli aiuti europei per lo sviluppo dei Paesi africani vengono spesi sempre più per chiudere le frontiere, soffocare la migrazione e favorire i rimpatri dei migranti in Africa.

Nel caso della Libia, in particolare, si è trattato di risorse usate per la Guardia costiera, che si è rivelata complice dei trafficanti di esseri umani lungo la rotta del Mediterraneo centrale e ha operato in mare per riportare, in tre anni, circa 40 mila uomini, donne e bambini innocenti verso i “lager libici”, dove sono quotidianamente esposti a torture e abusi indicibili.

È la denuncia diffusa oggi da Oxfam nel nuovo rapporto "Il Trust Fund Ue per l'Africa tra difesa delle frontiere e politiche di aiuto", che rivela come negli ultimi 4 anni oltre 1 miliardo di euro, il 26% degli aiuti totali del Trust Fund (3), siano stati deviati dal loro scopo umanitario per finanziare politiche nazionali di brutale contenimento dei flussi migratori.

Nessuna priorità per la creazione di canali regolari per i migranti

Nello stesso periodo, solo 56 milioni di euro – meno dell'1,5% del valore totale del Trust Fund – sono invece serviti a finanziare canali migratori regolari.

Degli oltre 4,5 miliardi di euro stanziati per i 26 paesi africani beneficiari (4), 328 milioni sono stati destinati alla Libia che risulta essere quindi il principale paese destinatario delle risorse, prima di Somalia e Niger. Di questi 328, 160,13 milioni sono esplicitamente stati usati per la gestione dei flussi migratori e il rafforzamento delle frontiere. Un impegno di risorse, sul punto, doppio rispetto agli stanziamenti verso gli altri Paesi destinatari.

Una gestione dunque tesa molto più a impedire gli arrivi che a creare le condizioni per evitare morti in mare e violazioni di diritti umani in Libia, di cui l’Italia è parte in gioco. Non solo per aver finanziato l’accordo Italia-Libia, ma per aver avuto gestione diretta delle risorse del Trust Fund: in particolare 77,3 milioni dal Ministero degli Interni per programmi di gestione dei flussi migratori e controllo dei confini; solo 22 milioni dal Ministero degli Esteri (attraverso l’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo) per programmi di sviluppo socio economico dei paesi africani.

“Volendo bloccare le migrazioni ad ogni costo, i governi europei adottano politiche di corto respiro che fanno male a chi ha più bisogno. Ai paesi africani sono di fatto negati gli aiuti che dovrebbero ridurre la povertà, prevenire i conflitti e migliorare le loro condizioni di vita – ha detto Paolo Pezzati, policy advisor per la crisi migratoria di Oxfam Italia – La natura flessibile del Trust Fund, consente infatti ai singoli stati di perseguire le loro priorità di politica interna, chiudendo i confini e accelerando i rimpatri. Il risultato è che finiscono in secondo piano gli obiettivi di miglioramento delle condizioni di vita delle popolazioni africane, di sviluppo e crescita economica, che possono alla radice prevenirne la necessità di migrare”.

Aiuti condizionati alla riduzione dei flussi migratori

Il rapporto denuncia inoltre la gravità di un approccio di fondo preoccupante, dal momento che il successo dei progetti di sviluppo è sempre di più misurato in base a quanto riesce a contenere le migrazioni e non in base ai benefici che genera per le comunità (5).

Quando la strategia di sviluppo è legata a obiettivi di politica interna europea, si perde di vista la centralità che devono avere la resilienza, lo sviluppo economico e la mobilità umana, fattori chiave per contribuire a migliorare la vita delle persone in Africa.

“La mobilità umana e lo sviluppo sostenibile vanno di pari passo. Quando le persone hanno la possibilità di viaggiare e lavorare, diventano possibili l'innovazione, la crescita economica, lo sviluppo e la resistenza ai rischi. – ha aggiunto Pezzati – Tuttavia, molti progetti nell'ambito del Trust Fund fanno più male che bene, ostacolando attivamente la migrazione invece di riconoscerne le cause. Inoltre, questa pressione sta causando notevoli tensioni tra l’Unione Europea e le nazioni africane, limitando il potenziale diplomatico dell’Europa di promuovere la democrazia, il rispetto dei diritti umani e lo spazio di partecipazione civile in paesi estremamente fragili”.

Di fronte a tutto questo, Oxfam chiede quindi alle istituzioni dell’Ue e ai suoi stati membri un’inversione di rotta nei metodi di implementazione del Trust Fund per l’Africa, adeguandosi agli obiettivi umanitari e di sviluppo dell’Unione Europea.

Migranti usati come scudi umani. Urgente un piano di evacuazione europeo, l’Italia non rifinanzi l’accordo

Dalla firma dell’accordo Italia-Libia, inoltre il nostro paese, in totale continuità con l’approccio europeo, ha speso la cifra record di 570 milioni euro (6) per esternalizzare la gestione dei flussi migratori e per finanziare le missioni navali italiane ed europee.

Un considerevole flusso di denaro, speso in parte direttamente nel paese, che purtroppo non ha fatto altro che contribuire a destabilizzare ulteriormente la Libia e spinto i trafficanti di persone a convertire “l’industria del contrabbando e tratta” in “industria della detenzione” con abusi e violenze oramai note a tutti. Come ricordato anche dal Segretario Generale delle Nazioni Unite, in un rapporto caratterizzato da toni e contenuti gravi consegnato al Consiglio di Sicurezza il 15 gennaio scorso dove si cita anche l’Accordo Italia Libia.

“La Libia da un anno a questa parte sta vivendo una fase molto intensa di conflitto con la capitale sotto assedio. – conclude Pezzati – I migranti sono usati come scudi umani e in alcuni casi sono stati anche arruolati in milizie legate alle parti in conflitto. È urgente un piano di evacuazione dal paese per i migranti detenuti nei centri ufficiali e non ufficiali. Chiediamo che l’Europa trovi subito un accordo per portare fuori dal paese tutte le persone che a vario titolo si trovano lì e mostrino la volontà di richiedere protezione”.

A febbraio il Parlamento italiano è chiamato a rinnovare le missioni militari in Libia. Oxfam chiede di non rinnovarle e di indirizzare il Governo nel revocare l’accordo dal momento che nessun significativo passo è stato fatto dal primo novembre 2019 e che ancora non si ha nessuna notizia delle modifiche che avrebbero dovuto essere concordate bilateralmente prima del 2 febbraio 2020.

Note

  1. L’accordo tra Italia e Libia è stato siglato il 2 febbraio 2017 a Roma, tra l’allora Governo guidato da Paolo Gentiloni e il Governo di Al Serraj, con l’obiettivo generale di contenere i flussi migratori verso l’Europa, bloccando le partenze. Accordo mai ratificato dal Parlamento italiano contrariamente a quanto previsto in Costituzione (ex.art.80).

  2. Il 3 febbraio 2017 alla Valletta si tenne la riunione informale dei capi di stato o di governo dell’UE, dove oltre ad approvare la Dichiarazione di Malta (il piano operativo di cooperazione UE-Libia per contenere il flusso migratorio nel Mediterraneo centrale, (per maggiori info: https://www.consilium.europa.eu/it/meetings/european-council/2017/02/03/ ) l’UE “benedisse” l’intesa tra Roma e Tripoli,. Tra le varie dichiarazioni vale la pena ricordare quella dell’allora Presidente del Consiglio Europeo Donald Tusk: "Abbiamo accolto con favore il Memorandum d'intesa firmato ieri dal Presidente del Consiglio italiano e dal primo ministro libico come un ulteriore segnale importante e incoraggiante che la situazione sta per cambiare in meglio".

  3. L’EU Trust per l’Africa è il principale strumento europeo per contribuire alla lotta alla povertà in Africa e per intervenire sulle cause delle migrazioni, istituito nel 2015. Nel novembre 2015, i Capi di Stato europei e africani si sono incontrati a La Valletta per delineare un approccio comune sulla gestione del fenomeno migratorio. Nella dichiarazione di intenti che ha seguito il summit, le parti in causa hanno annunciato l’istituzione del “Fondo Fiduciario di Emergenza e per affrontare le cause profonde della migrazione illegale in Africa” (EUTF per l’Africa).

  4. L’EUTF per l’Africa vale più di 4,5 miliardi di €, con più dell’89% dei contributi provenienti dall’Unione Europea e l’11% proveniente dagli Stati membri e da altri donatori. Dal 2015, la Commissione europea ha individuato le seguenti allocazioni per ogni settore e zona: 659,2 milioni di € per il Nord Africa (Marocco, Algeria, Tunisia, Libia ed Egitto); 1953,2 milioni di € per il Sahel e il Lago Ciad (Burkina Faso, Camerun, Ciad, Costa d’Avorio, Gambia, Ghana, Guinea, Mali, Mauritania, Niger, Nigeria e Senegal; 1406,1 milioni di € per il Corno d’Africa (Gibuti, Eritrea, Etiopia, Kenya, Somalia, Sud Sudan, Sudan, Tanzania e Uganda).

  5. Nel periodo coperto dalla ricerca di Oxfam (dal novembre 2015 al maggio 2019), l’EUTF per l’Africa ha approvato progetti per 3,9 miliardi di €. Secondo le classificazioni di Oxfam, i fondi per la cooperazione allo sviluppo rappresentano il 56% del totale (2179,7 milioni di €), le spese per la gestione delle migrazioni raggiungono il 26% (1011 milioni di €), mentre quelli per la pace e la sicurezza raggiungono il 10% (382 milioni di €). Solo il 2% dell’EUTF per l’Africa (83,1 milioni) è riservato alla ricerca e a progetti di istruzione; infine, il 6% (243,8 milioni), è destinato a progetti non classificati perché non abbastanza dettagliati. Soltanto 56 milioni di € vanno a politiche di migrazione regolare fra le nazioni africane o fra l’Africa e l’Unione Europea: questa fetta rappresenta meno dell’1,5% del valore totale dell’EUTF per l’Africa.

  6. Il calcolo dei fondi italiani spesi dal 2017 è ottenuto sommando i fondi destinati alle 4 missioni militari in Libia nel triennio 2017-2019 (47,2+51,3+56,3=154,8 mln) ai:

30 milioni di euro devoluti alle Agenzie delle Nazioni Unite attraverso il Fondo Africa

5 (sempre del Fondo Africa) usati per co-finanziare il programma LY-04 per l’acquisto di 20 battelli pneumatici a chiglia rigida (motovedette) nel 2018 e per acquistare, nuovamente, nel novembre 2019 altre 10 motovedette

126,95 milioni di fondi destinati all’Operazione Sophia (EUNAVFORMED);

253 milioni di fondi destinati all’ Operazione Mare Sicuro.

Dall’entrata in vigore dell’accordo tra Italia e Libia, Oxfam ha prodotto 3 rapporti che documentano la continua violazione dei diritti umani in Libia e le enormi responsabilità italiane:

L’inferno, aldilà del mare (luglio 2017), consultabile QUI

Libia, l’inferno senza fine (febbraio 2018), consultabile QUI

Accordo Italia Libia, scacco ai diritti umani in 4 mosse (febbraio 2019), consultabile QUI

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