Formazione
Il nido? Al Sud costa la metà. Milano la città più cara
Altroconsumo ha visitato oltre 200 asili nido privati in cinque città italiane. Sono state raccolte informazioni su orari, tariffe, organizzazione della cucina, varietà delle attività, manutenzione e cura degli spazi. La spesa delle famiglie arriva a raddoppiare passando da Nord a Sud
di Redazione
Gli asili nido in Italia sono ancora troppo pochi, secondo il rapporto Istat 2019 (relativo al periodo 2017-18) i posti offerti coprono solo il 24,7% del potenziale bacino. Per le famiglie rappresenta il primo vero e proprio distacco dal bambino, scegliere il nido diventa quindi molto importante e – ricorda una nota di Altroconsumo che proprio sugli asili nido ha condotto un’indagine – «sono molti i dubbi che affliggono i genitori in questa scelta che risulta sempre più irrinunciabile per motivi lavorativi e di gestione familiare e che coinvolge spesso bambini che non hanno ancora compiuto il primo anno di vita».
A erogare servizi socio educativi per la prima infanzia sono oltre 13mila strutture. I posti sono quasi 355mila, il 51% offerto da strutture pubbliche e il 49% da private. Per scattare una fotografia di questo servizio, sempre più utilizzato dalle famiglie italiane, Altroconsumo ha condotto un’indagine basata sull’analisi dei servizi offerti da oltre 200 asili nido privati (e che ospitano almeno 11 bambini) nelle città di Milano, Padova, Pescara, Bari e Reggio Calabria.
L’indagine ha considerato aspetti relativi ai costi, agli orari, agli spazi, alla modalità di preparazione dei pasti e alle attività proposte ai bambini, ma nei risultati non rientra la valutazione della qualità professionale degli educatori.
Questi i risultati dell’indagine
Il risultato più eclatante – sottolinea Altroconsumo – è quello relativo ad uno dei punti più dolenti legati a questo servizio, ovvero il costo: da Nord a Sud le tariffe sono più che dimezzate. Nello specifico, per un bimbo che frequenta il nido tutti i giorni per almeno 5 ore di frequenza, si passa da un costo di 306 euro al mese a Reggio Calabria ai 690 euro di Milano. Dopo Milano, la città più cara è Padova (473 euro), seguita da Pescara (446 euro) e Bari (395 euro).
Al di là dei costi, per quanto riguarda le attività offerte, l’inglese è tra quelle più gettonate, con picchi del 74% a Milano e del 70% a Bari, mentre la percentuale più bassa è quella di Padova (35%).
Tra i nidi visitati sono state riscontrate strutture in cui si utilizza esclusivamente la lingua inglese solo a Milano e Padova. In quasi tutti i nidi vengono proposti giochi espressivi, come ad esempio teatro o musica, mentre i giochi d’acqua sono frequenti a Milano e Padova (quasi 70%); proprio nella città veneta spesso c’è anche l’orto (oltre 50%).
All’interno di quasi tutti gli asili nido c’è una zona di accoglienza e le aree per mangiare e riposare sono separate e in alcuni casi uno stesso spazio viene dedicato a più momenti della giornata. Ad esempio, a Padova la mensa è separata dalle altre attività nell’86% dei casi, mentre a Pescara solo nel 33%.
A Bari e Pescara invece viene privilegiata la zona riposo (89% e 86% dei casi). Milano risulta la città più carente per quanto riguarda gli spazi esterni: il 29% infatti non ne ha uno.
Nel presentare i dati dell'indagine, Altroconsumo sottolinea che: «La visita effettuata personalmente negli asili nido è stata valutata complessivamente in maniera positiva in termini di gentilezza, disponibilità e chiarezza del personale».
Per quanto riguarda, invece, le informazioni offerte sui siti web Altroconsumo sottolinea che «sono risultate povere o non aggiornate». I risultati migliori a Milano (66% delle informazioni presenti sui siti erano aggiornate) e peggiori a Pescara (28%).
Focus Milano: ecco le sfumature
della città più cara
Milano è la città più cara tra quelle prese in considerazione nell’indagine, ma non lo è in modo omogeneo (vedi l'infografica che prende in considerazione i nove Municipi cittadini). Nel capoluogo meneghino 1 ora di asilo nido costa in media 4,49 euro (più del doppio che a Reggio Calabria). Ma ci sono importanti differenze tra una zona e l’altra della città: ad esempio la zona 6 (Porta Genova – Navigli – Barona) con 4,12 euro all’ora è la più economica, mentre la più cara è il centro storico con 5,52 euro.
In apertura foto di Carole LR da Pixabay
Le infografiche sono di Antroconsumo
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