Politica

Lombardia, il Terzo settore a Fontana, così non va

Con una lettera inviata al presidente regionale Attilio Fontana e agli assessori competenti, il Terzo Settore lombardo chiede a Regione una retromarcia rispetto alla logica che quattro anni fa ha accorpato all’interno dell’Assessorato al Welfare, sotto un’unica direzione, le politiche sanitarie con quelle socio-sanitarie, oltre che la gestione delle relative risorse

di Redazione

Con una lettera inviata al presidente regionale Attilio Fontana e agli assessori competenti, il Forum Terzo Settore Lombardia chiede a Regione una retromarcia rispetto alla logica che quattro anni fa ha accorpato all’interno dell’Assessorato al Welfare, sotto un’unica direzione, le politiche sanitarie con quelle socio-sanitarie, oltre che la gestione delle relative risorse.

Nelle intenzioni di Regione Lombardia ci sarebbe dovuto essere un “assessorato unico” nel quale dare corso a un’effettiva integrazione socio-sanitaria, auspicata da tutte le associazioni del terzo settore e finalizzata a garantire maggiore benessere e qualità di vita ai cittadini più fragili: ma questo auspicio, purtroppo, non si è realizzato. Al contrario, per le realtà aderenti al Forum del Terzo Settore Lombardia, questi quattro anni sono stati anni “contrassegnati da crescenti difficoltà nella relazione con l’amministrazione regionale, così come nella conduzione di gran parte delle nostre attività”, scrivono le associazioni del Forum nella lettera inviata al presidente di Regione Lombardia, Attilio Fontana, e agli assessori Giulio Gallera (Welfare), Stefano Bolognini (Politiche sociali, abitative e disabilità) e Silvia Piani (Politiche per la famiglia, genitorialità e pari opportunità). Anni in cui le associazioni del Terzo settore lombardo hanno assistito “al permanere di strutture organizzative diversificate che non sempre hanno permesso o comunque facilitato il percorso di integrazione”.

La convinzione della necessità di una separazione del comparto socio-sanitario da quello sanitario in senso stretto è rafforzata dalla lettura della bozza di Piano Sociosanitario integrato lombardo per il 2019-2023 e delle Regole di Sistema 2020. Questi documenti “ci convincono che la convivenza sotto una stessa struttura tecnica delle competenze sanitarie e socio-sanitarie va rimessa in discussione”, scrivono Alleanza Cooperative Italiane-Welfare Lombardia, Anffas Lombardia, Arlea, Ceal, Cnca Lombardia, Ledha, Uneba Lombardia che chiedono ai vertici regionali di individuare un’autonoma direzione generale dedicata alle politiche di welfare sociale (e quindi socio-sanitarie, socio-assistenziali e sociali) con risorse e competenze adeguate al governo e alla programmazione di questi interventi.

“Le realtà che hanno sottoscritto la lettera – dice Valeria Negrini, Portavoce del FTS – sono espressione di una società civile impegnata quotidianamente a garantire, anche attraverso sperimentazioni, progetti innovativi, investimenti finanziari propri, attività di fundraising, servizi e sostegni a persone con fragilità diverse e, contemporaneamente, a rappresentarne aspirazioni, desideri e diritti. La presa in carico delle persone, l’accompagnamento a percorsi di autonomia, la prevenzione a situazioni di disagio e abbandono, la cura delle relazioni familiari, sono altra cosa dall’agenda delle prestazioni sanitarie, e rappresentano un pilastro fondamentale del sistema di welfare che non può più essere marginalizzato ma, al contrario, merita un’attenzione specifica in termini di programmazione, risorse ed energie.”

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