Politica
Occhi aperti sulla legge di bilancio: l’aumento per le coperture del 5 per mille non c’è
La scorsa primavera denunciammo il fatto che il tetto dei 500 milioni fissato per il 5 per mille al momento della stabilizzazione, con l'edizione 2017 era stato sfondato: sempre più italiani infatti scelgono questo strumento di sussidiarietà fiscale. Per evitare che il gap fra le risorse destinate dagli italiani e quelle effettivamente distribuite dallo Stato aumenti, serve subito aumentare lo stanziamento del fondo
«Il 5 per mille è uno strumento di grande valore perché consente ai cittadini di esprimere chiaramente una preferenza per i settori di welfare da sostenere tramite la contribuzione fiscale: una forma di partecipazione alle scelte di spesa che avvicina le persone alle organizzazioni non profit e rafforza il senso civico e la partecipazione ai bisogni delle comunità. Negli ultimi anni è fortemente aumentato il numero di cittadini che ha deciso di avvalersi del 5 per mille. Tale misura ha un tetto di spesa che non risulta adeguato». Premesso ciò, la Commissione lavoro pubblico e privato, previdenza sociale, in sede di esame del disegno di legge di Bilancio di previsione per l'anno finanziario 2020 e bilancio pluriennale per il triennio 2020-2022, «impegna il Governo a valutare l'opportunità di completare l'iter della riforma del Terzo settore in tempi rapidi e determinare adeguate risorse per il finanziamento di progetti e attività di interesse generale nel Terzo settore e per interventi a sostegno degli enti del Terzo settore». È questa l’unica volta in cui il 5 per mille compare nell’enorme file degli emendamenti presentati nelle Commissioni del Senato per la Legge di Bilancio 2020 (Emendamenti di Commissione relativi al DDL n. 1586), che si appresta a giungere in Aula il prossimo 3 dicembre.
A provare a porre l'attenzione, è stato un ordine del giorno (è il G/1586 Sez I/5/11 a firma di Nannicini e Laus) che nella sua formulazione iniziale aveva in realtà un impegno più preciso, esplicito e concreto, «prevedere un aumento del tetto di spesa per il 5 per mille adeguato alla volontà dei contribuenti». Il sottosegretario Steni Di Piazza, martedì 12 novembre, in Commissione ha dato a questo e ad altri ordini del giorno «parere favorevole se accolte le rispettive riformulazioni di cui dà lettura», come dice il resoconto del Senato, cancellando così la frase sull'aumento della capienza del fondo per il 5 per mille dalla versione poi approvata dalla Commissione. La partita ovviamente è ancora tutta da giocare e lo stesso Nannicini sta lavorando per togliere il tetto nel dl fiscale o per aumentare la capienza di 25 milioni in legge di bilancio.
A pochi giorni dal debutto in Aula della legge di Bilancio, quindi, sul banco il tema dell’aumento della capienza del 5 per mille, pare non esserci. Le tabelle del disegno di legge 1586 non prevedono variazioni rispetto ai 500 milioni annui di dotazione per il 2020 e il 2021, benché da quando VITA in primavera denunciò lo sforamento del tetto, più di una dichiarazione sia stata fatta rispetto all’intenzione del Governo di aumentare la capienza del fondo. In particolare il sottosegretario Steni Di Piazza, incontrando il comitato editoriale di VITA, aveva annunciato che obiettivo della prossima legge di bilancio sarà quello di «portare a 525 milioni di euro la copertura del 5 per mille».
Il fatto è questo: la copertura attuale di 500 milioni per il 5 per mille, da due edizioni (la 2017 e la 2018, i cui dati non sono ancora stati resi noti), non basta più a garantire che l’intero importo destinato dagli italiani venga effettivamente erogato alle realtà scelte. Sempre più italiani scelgono di destinare il loro 5 per mille, facendo salire gli importi e sforando di qualche milione di euro in entrambi gli anni la cifra stanziata a copertura delle scelte degli italiani. Per evitare che il gap fra le risorse destinate dagli italiani e quelle distribuite dallo Stato aumenti, serve subito aumentare lo stanziamento del fondo. Il Forum del Terzo settore, in audizione sulla legge di bilancio 2020 lo scorso 8 novembre in Commissione Bilancio, aveva chiesto un «adeguamento delle risorse per il 5 per mille» con queste parole: «Il 5 per mille è uno strumento di grande valore perché consente ai cittadini di esprimere chiaramente una preferenza per i settori di welfare da sostenere tramite la contribuzione fiscale: una forma di partecipazione alle scelte di spesa che avvicina le persone alle organizzazioni non profit e rafforza il senso di civico e la partecipazione ai bisogni delle comunità. Negli ultimi anni è fortemente aumentato il numero di cittadini che ha deciso di avvalersi del 5 per mille tanto che l’attuale copertura di spesa, attualmente prevista a 500 mln euro, risulta insufficiente. Ciò porta al mancato rispetto della volontà dei cittadini contribuenti. Si propone un incremento della copertura di spesa del 5 per mille di 25 milioni di euro portandolo a 525 milioni di euro».
17 centesimi al giorno sono troppi?
Poco più di un euro a settimana, un caffè al bar o forse meno. 60 euro l’anno per tutti i contenuti di VITA, gli articoli online senza pubblicità, i magazine, le newsletter, i podcast, le infografiche e i libri digitali. Ma soprattutto per aiutarci a raccontare il sociale con sempre maggiore forza e incisività.