Famiglia

Figli di detenuti, le visite in carcere non contano come assenze

Fino ad oggi un ragazzo con un genitore in carcere era messo dinanzi a una scelta obbligata: far visita al genitore significava essere segnato assente a scuola. Ora una circolare del MIUR riconosce la possibilità alle scuole di considerare quelle assenze come deroghe giustificate rispetto alla frequenza obbligata per non perdere l'anno

di Redazione

Assente da scuola per poter far visita a un genitore o a un parente in carcere. La nuova circolare emanata dal MIUR sulle assenze scolastiche dei figli delle persone detenute introduce questo motivo fra quelli per cui i Collegi docenti posso disporre motivate deroghe alla frequenza di almeno tre quarti dell'orario annuale necessaria per l’ammissione alla classe successiva. Tra i motivi precedentemente previsti c’erano ad esempio i gravi motivi di salute adeguatamente documentati, donazioni di sangue, terapie e/o cure programmate, partecipazione ad attività sportive e agonistiche organizzate da federazioni riconosciute dal CONI, motivi religiosi.

«Con la circolare appena emanata si guarda, finalmente – sottolinea la Sottosegretaria all’Istruzione, Università e Ricerca, Lucia Azzolina – anche alle esigenze degli alunni e degli studenti figli, o parenti entro il secondo grado, di persone detenute e alle assenze che sono costretti a fare per andare in visita dai loro cari. Normalmente queste assenze vengono comprese nel monte ore annuale complessivo e spesso concorrono al raggiungimento della soglia massima consentita, mettendo a rischio l’anno scolastico di questi ragazzi. Una beffa. Soprattutto se si considera il fatto che in molti istituti di pena il giorno del ricevimento è stabilito in modo rigido, non cade necessariamente nel fine settimana e si può determinare, di conseguenza, una reiterazione delle assenze».

La circolare invita le scuole a porre particolare attenzione alla condizione di questi alunni e a inserire fra le possibili deroghe relative alle assenze anche queste visite, qualificandole come ‘ricongiungimento temporaneo e documentato al genitore sottoposto a misure di privazione della libertà personale’.

La circolare è stata sollecitata dalla sottosegretaria, anche su segnalazione del collega parlamentare Raffaele Bruno (entrambi M5S), impegnato in un tour nelle carceri alla scoperta delle buone pratiche e dei laboratori teatrali che – ha annunciato Azzolina – «saranno oggetto di una specifica mozione di cui sarà primo firmatario».

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