Welfare

Cannabis legale: il Canada fa i conti e scopre che la legalizzazione fa impennare il mercato nero

A un anno dalla legalizzazione della sostanza in Canada, i dati che emergono smontano la tesi per cui il mercato legale destruttura quello illegale. Al contrario, oltre metà dei consumatori canadesi continua a preferire i circuiti del nero. Alcuni numeri per riflettere

di Marco Dotti

Il 17 ottobre 2018,il Canada legalizzava la cannabis per uso ricreativo. A un anno di distanza, escono i primi dati. Tra ottobre 2018 e marzo 2019, lasso di tempo in cui le cifre sono stabilizzate, lo Stato canadese ha raccolto oltre 127 milioni di euro dalla vendita della sostanza nel circuito legale.

Anche se mancano alla rendicontazione gli ultimi mesi dell'anno, le proiezioni sembrano ben distanti da quel miliardo di dollari canadesi, corrispondenti a circa 700 milioni di euro, che il l'erario puntava a incassare. Le ragioni? Per André Lamoureux, professore di scienze politiche all'Université du Québec à Montréal, intervistato da Alternative Economiques, la prima è la fretta: «Justin Trudeau si è lanciato in un'avventura per compiacere l'elettorato giovane e apparire "figo". Ma i fornitori non erano pronti a soddisfare la domanda".

Sussidiarietà illegale

Conseguenza? Un mutamento strutturale del mercato nero. Mercato nero che non scompare, ma diventa complementare a quello illegale. Come nel caso del gioco d'azzardo, l'illegale è funzionale al legale e viceversa.

Ecco i dati, in dollari canadesi mese per mese

  • Ottobre: 53,68 milioni di dollari canadesi.
  • Novembre: 53,73 milioni di dollari canadesi.
  • Dicembre: 57,34 milioni di dollari canadesi.
  • Gennaio: 54,88 milioni di dollari canadesi.
  • Febbraio: 51,66 milioni di dollari canadesi.
  • Marzo: 60,94 milioni di dollari canadesi.
  • April: 74,58 milioni di dollari canadesi.
  • Maggio: 85,81 milioni di dollari canadesi.
  • Giugno : 91,46 milioni di dollari canadesi.
  • Luglio: 104,5 milioni di dollari canadesi.

Certamente, la possibilità di acquistare cannabis terapeutica sul mercato legale ha ridotto la richiesta su quello illegale. Ma ha anche innescato una concorrenza sui prezzi, che sul mercato nero sono calati vistosamente e, in previsione, potranno portare vistosi vantaggi competitivi e alte marginalità agli operatori illegali.

L'illegale cresce più del legale

Da un report di Cannabis Benchmarks, fornitore di dati finanziari per l'industria nordamericana della cannabis, emerge che i canadesi spenderanno entro la fine dell'anno 1,1 miliardi di dollari canadesi (circa 880 milioni di dollari) per la marijuana legale. Paragonato alla California, che da sola genererà 3,1 miliardi di dollari di vendite legali nel 2019, per Cannabis Benchmarch l'esperimento canadese si configura come un fiasco. Attenzione ai dati: il Canada è un Paese con un consumo potenziale 924.000 chili di cannabis l'anno. Ma le proiezioni parlano di un consumo per il 2020 di "soli" 105.000. Il flop del mercato legale potrebbe essere spiegato con un mercato illegale che continua a prosperare. Dato d'altronde attestato anche dall'ultima National Cannabis Survey di Statistics Canada: quasi il 50% di tutti i consumatori continuano ad acquistare illegalmente la cannabis del mercato nero.

I trend di consumo: ricchi e poveri

Emergono poi dei trend di consumo molto chiari: i consumatori occasionali preferiscono i canali legali, mentre quelli abituali continuano a preferire l'illegale per questione di costi, ma non solo.

C'è poi il problema dei produttori che riforniscono il canale legale della cannabis terapeutica: sono spesso piccoli produttori, che incontrano grandi difficoltà per ottenere le licenze dal Governo. I grandi produttiri, che si dedicano per lo più al settore della "cannabis ricreativa", con prezzi non calmierati e marginalità crescenti, hanno invece una capacità di investimento ben più alta.

Un esempio è la Canopy Growth in Ontario, il cui valore stimato è 8 miliardi di euro. Gli scenari degli investitori prevedono che, nel giro di pochi anni, controllerà quasi interamente la produzione di cannabis, assieme ad altri colossi come la Hexo Corporation.

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