Welfare
Educatori e pedagogisti: la piattaforma unitaria di proposte alla politica
Molte le criticità che permangono nella legislazione nazionale, nonostante le novità recenti. App, Conped e Uniped insieme all'associazione senza scopo di lucro di recente costituzione “M.I.L.L.E. – Professioni Educative" scrivono al premier Conte
di Redazione
Otto proposte, più un tavolo di confronto istituzionale per elaborare una Legge Quadro che porti al profilo unico dell’Educatore e alla completa e puntuale attuazione della normativa per il Pedagogista, nell’ottica del superamento delle criticità esistenti e delle logiche corporative che ne ostacolano la risoluzione.
È quanto chiede la piattaforma unitaria proposta al Presidente del Consiglio Conte e ai Ministri dell’Istruzione e della Salute da parte delle associazioni di rappresentanza di categoria App, Conped e Uniped insieme all’associazione senza scopo di lucro di recente costituzione “M.I.L.L.E. – Professioni Educative". La proposta è descritta in una lettera unitaria (qui allegata), che ripercorre le recenti novità legislative che riguardano Educatori e Pedagosti, insieme alle criticità che ancora permangono.
Da un lato, la legge di bilancio 2018 (articolo 1, Commi 594-601) e quella per il 2019 (articolo 1, Comma 517) hanno introdotto significative innovazioni, riconoscendo finalmente agli Educatori formatisi nei Corsi promossi dalle Facoltà/Dipartimenti di Scienze della Formazione lo status di “Educatori Professionali Socio Pedagogici”, a fianco della figura di Educatore Professionale Socio Sanitario. Si è inoltre introdotto sotto il profilo normativo, il Pedagogista come figura apicale in tutti gli ambiti professionali di sua pertinenza, che dovrebbero portare il Pedagogista nelle piante organiche dei settori scolastici, universitari, sociali, sociosanitari e della salute con beneficio delle politiche della istruzione, dell’orientamento, del welfare, della salute e del loro rinnovamento
«Nonostante tutto ci si trova tutt’ora in presenza di una congerie normativa complessa, in parte contraddittoria e inapplicata che necessita di essere riordinata in una Legge Quadro che risolva i nodi ancora irrisolti che cercheremo di elencare. Tematiche che sono state oggetto di un titanico lavoro di approfondimento nella VII Commissione permanente del Senato della Repubblica (istruzione pubblica, beni culturali) nella “Indagine conoscitiva per la ridefinizione dei profili e degli ambiti occupazionali di Educatori e di Pedagogisti”», scrivono. Quattro le principali criticità, evidenziate:
- l’anomalia italiana nella formazione in ambito sanitario degli educatori
- il doppio profilo confusivo
- lo scarso riconoscimento delle professionalità
- l’ingiusto trattamento fiscale dell’educatore professionale socio pedagogico e del pedagogista liberi professionisti.
«Lo scopo è quello di affermare la centralità, nella società italiana e per la rigenerazione socio-culturale ed il rilancio del Paese, delle professioni educative e pedagogiche, a cui spesso in Italia viene negata la necessaria dignità professionale», si legge nella nota che accompagna la lettera. Il cartello di associazioni che ha promosso la piattaforma unitaria «ritiene importante che venga presto approvato dal Parlamento il disegno di legge promosso dalla onorevole Vanna Iori in merito alla “Istituzione della figura professionale dell’educatore scolastico e del pedagogista scolastico per la comunità educante”. Inoltre si sostiene l’inserimento e la maggiore diffusione della figura apicale di pedagogista nei diversi ambiti: sociale, sociosanitario, sanitario, sociopedagogico, scolastico, extrascolastico. Per gli stessi ambiti si ritiene che negli accreditamenti regionali debba essere favorita la compresenza di educatori professionali sociopedagogici e sociosanitari. Partendo dalla difesa e piena applicazione di quanto sancito dal comma 517 della recente legge di stabilità – minacciato da ricorsi – in merito alla presenza di educatori professionali sociopedagogici e pedagogisti nel settore sociosanitario e nei servizi della salute». Si chiede inoltre di «affrontare urgentemente il tema della equipollenza alla laurea abilitante per gli educatori professionali dei corsi regionali che hanno conseguito il titolo dopo il 2005 e la estensione della equipollenza per tutti gli educatori dei corsi regionali anche alla laurea in Sde classe L.19. Un passo parziale ma indispensabile e deciso verso la progressiva unificazione dei profili, necessaria anche a rendere possibili mobilità intercompartimentali tra diversi settori della pubblica amministrazione ed a facilitare il reclutamento delle risorse professionali per i servizi».
Foto di Alexas_Fotos da Pixabay
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