Politica

Nannicini: «Arriva il fondo per l’assegno unico e i servizi alla famiglia»

Nella legge di bilancio ci sarà un fondo ad hoc. «Non è una questione nominalistica ma il segno di un percorso: dà slancio alla delega parlamentare proposta dal Pd come prima proposta di legge a inizio legislatura», spiega il senatore Pd Tommaso Nannicini. Un primo passo che ancora non istituisce l’assegno unico ma che lo ha come obiettivo

di Sara De Carli

Questa notte, il Governo ha trovato la quadra sulla manovra: l’assegno unico continua a non esserci, ma è confermata la nascita di un fondo dedicato a sostenerne la nascita. Non un generico Fondo Famiglia, quello esiste già, ma fondo ad hoc, collegato a quella legge delega per la revisione delle detrazioni fiscali per la famiglia e degli assegni familiari che dovrebbe portare all’assegno unico. Una proposta targata Pd e presentata da Graziano Delrio alla Camera e da Tommaso Nannicini al Senato. Quello di oggi è un risultato che Nannicini rivendica: «Il fondo si chiama assegno unico e servizi alla famiglia, non è una questione nominalistica ma il segno di un percorso: dà slancio alla delega parlamentare proposta dal Pd come prima proposta di legge a inizio legislatura», sottolinea.


«Sulla famiglia siamo passati da “vorrei, ma non posso” a “potrei, ma non voglio”», aveva detto pochissimi giorni fa in un’intervista a Repubblica, dopo la notizia che l’assegno unico era stato tolto dalla nota di aggiornamento del Def. Il quadro è già cambiato, anche se il comunicato stampa del Governo non indica per ora cifre. Che cosa ci può dire?
Innanzitutto va sottolineato che con questo fondo si dà concretezza al percorso che punta all’assegno unico. Intanto si parte con la Carta Bimbi, che indicativamente – almeno a quello che si capisce per ora in attesa di vedere il testo della legge di bilancio – avrà 400 milioni di euro di nuove risorse per il primo anno, che poi arriveranno a 1,1 miliardi l’anno successivo. A regime ci saranno più di 2 miliardi, di cui 1,1 derivanti da nuove risorse e il resto dai bonus riaccorpati.

Cos’è la Carta Bimbi?
Una dote universale per tutti i bambini fra gli 0 e i 3 anni, 400 euro al mese vincolati a sostenere i costi per i servizi di prima infanzia, gli asili nido, le baby sitter certificate. Certo serve aumentare l’offerta pubblica degli asili nido, ma intanto partiamo con quello che c’è, lasciando le famiglie libere di scegliere, anche in base all’offerta di servizi presente sul territorio. 400 euro al mese per tutti, non è una misura solo per le famiglie fragili.

Per tutti, senza limite di reddito?
Ci sarà un tetto alto, reddituale o di Isee: diciamo che con 2 miliardi si può coprire più della metà della platea dei bambini fra gli 0 e i 3 anni.

E l’assegno unico?
Nel 2020 ci sarà la seconda mossa: con la legge di bilancio per il 2020 si dovranno mettere nel fondo i soldi per il secondo pezzo del disegno, che è l’assegno unico, da realizzare quindi nel 2021. L’assegno unico supera il sistema delle detrazioni e degli assegni e arriverà a tutte le famiglie, compresi gli autonomi e gli incapienti… Anche ieri il mio barbiere mi diceva «io ho due figli e non prendo nessuno assegno, mio fratello ha due figli come me, ma lui lavora in Comune e gli assegni li prende… ci sono figli di serie A e di serie B?». Le famiglie quindi nel 2021 avranno 240 euro cash per ogni figlio, più i 400 euro da spendere in servizi per lo 0/3. È una mossa forte nel nostro sistema di welfare, che lascia spesso e volentieri i genitori da soli. Due strumenti soltanto, chiari, semplici: appena vai a registrare la nascita di un figlio, te li dicono in comune….

Anche qui però non si può dire davvero che arriveranno a tutte le famiglie… La proposta di assegno unico del Forum Famiglie invece ha proprio questa caratteristica dell’universalità.
Arrivano a tutte le famiglie entro certi limiti. La nostra proposta è fatta per essere realisti rispetto alle risorse esistenti e per superare le iniquità esistenti, ma parte dall’esistente e le detrazioni oggi scendono in base al reddito. Intanto la modulazione in base al reddito è ancora tutta da definire, lo farà la legge delega: certamente se ci fossero più risorse, si potrebbe essere più generosi. Però mettere 9 miliardi in due leggi di bilancio, razionalizzando gli strumenti esistenti, è la più grande operazione che sia stata fatta sulla famiglia. Certo, si può sempre fare di più e meglio, ma se questa legge delega vede la luce, sarà una rivoluzione per gli strumenti di sostegno alla natalità e all’occupazione femminile.

Nove milioni, meno i 2 della Carta Bimbi, fa sette. È questo il costo dell’assegno unico?
La nostra stima iniziale era di 9,5 milioni. Disegnandolo bene e considerando le sovrapposizioni anche con il Reddito di Cittadinanza, l’assegno unico potrebbe costare meno, 6-7 miliardi. Sono quelli da trovare nella prossima legge di bilancio. Intanto avere un fondo legato alla delega significa che c’è un disegno e un impegno a portarlo avanti. La volontà politica c’è, anche se va rafforzata da qui alla prossima manovra, inserendola in un disegno forte e chiaro.

Torno a insistere. Il Pd esclude che l’assegno unico possa essere per tutte le famiglie?
Avendo risorse illimitate, forse. Ma francamente un tetto lo metterei comunque, magari più alto se ci fossero più soldi. La proposta oggi – voglio chiarirlo – è questa: 240 euro al mese per i figli a carico fino a 18 anni e 80 euro per i figli fino a 26 anni, per tutti i tipi di lavoro e per tutte le fasce di reddito, da zero fino a 100 mila euro all’anno, in misura decrescente al crescere del reddito. I 100mila euro non sono di reddito lordo familiare, ma di reddito lordo per chi, fra i due genitori, ha il reddito più alto. Questo perché non vogliamo disincentivare il lavoro delle donne, perché la natalità va insieme all’occupazione femminile. Dove le donne lavorano di più fanno più figli, non il contrario.

Photo by Jelleke Vanooteghem on Unsplash

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