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Il Nobel per la Pace 2019 all’etiope Abiy Ahmed Ali: una speranza per l’Africa

Il Premio è stato assegnato questa mattina alle 11 dal comitato norvegese. Contrariamente alle attese e alle aspettative, non è andato a Greta ma al Primo ministro etiope protagonista di un epocale processo di pace con l'Eritrea

di Redazione

Non a Greta, ma all'etiope Abiy Ahmed Alì. Il Premio Nobel per la Pace assegnato pochi minuti fa ad Oslo sorprende molti, ma non tutti.

Nato il 15 agosto 1976 a Beshasha, Primo Ministro della Repubblica federale democratica d'Etiopia, Abiy Ahmed Alì.

Questa la motivazione del premio: "per i suoi sforzi per la pace e la cooperazione internazionale, in particolare per la sua decisiva iniziativa per risolvere il conflitto frontaliero con la vicina Eritrea".

La pace non nasce dalle azioni di una sola parte. Quando il primo ministro Abiy ha teso la mano, il presidente Afwerki l'ha afferrata e ha contribuito a formalizzare il processo di pace tra i due paesi. Il comitato norvegese per il Nobel spera che l'accordo di pace contribuisca a realizzare un cambiamento positivo per l'intera popolazione dell'Etiopia e dell'Eritrea

Motivazione del Nobel

In Etiopia, anche se molto lavoro resta ancora da fare, ma il comitato norvegese per il Nobel – si legge ancora nella motivazione – spera che il premio rafforzi il Primo Ministro Abiy nel suo importante lavoro per la pace e la riconciliazione».

L'Etiopia è il secondo paese più popoloso dell'Africa e ha la più grande economia dell'Africa orientale.

Un'Etiopia pacifica, stabile e di successo – conclude il Comitato – «avrà molti effetti collaterali positivi e contribuirà a rafforzare la fraternità tra le nazioni e i popoli della regione. Tenendo ben presenti le disposizioni della volontà di Alfred Nobel, il comitato norvegese per il Nobel considera Abiy Ahmed come la persona che nell'anno precedente ha fatto di più per meritare il Premio Nobel per la pace per il 2019».

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