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Il memoriale che dà un nome ai naufraghi di Lampedusa

Lo ha realizzato Vito Fiorino, il falegname-pescatore che la notte del 3 ottobre 2013 salvò 47 dei superstiti della tragedia simbolo del Mediterraneo, in cui morirono 366 persone. Dopo sei anni esatti, il monumento sarà svelato prima dell’alba in una piazza dell’isola

di Clara Capponi

Il ritrovo è alle 3.30 del mattino del prossimo 3 ottobre, a Lampedusa in piazza Piave. È l’ora in cui, sei anni fa, si consumò la strage simbolo dei migranti nel Mediterraneo: un barcone sovraccarico di oltre 500 persone provenienti in gran parte dall’Eritrea naufragò a poca distanza dall’isola dei Conigli: in 366 morirono annegati. 47 dei superstiti si salvarono grazie a Vito Fiorino e all’equipaggio della sua Gamar, un piccolo peschereccio con il quale usciva spesso nelle estati trascorse a Lampedusa.

Questo falegname innamorato dell’isola siciliana, che vive per metà dell’anno in Lombardia e che tiene ancora i contatti con quei sopravvissuti oggi sparsi in Europa, ha dedicato da allora la sua vita al ricordo di quei morti, ossessionato dal “pensiero fisso, – spiega, – di come quegli esseri umani fossero stati solo numerati da 1 a 366 e dispersi nei vari cimiteri agrigentini, e non avessero un punto in comune per essere onorate e pregate”.

Quel punto in comune sarà svelato, appunto, prima dell’alba del 3 ottobre: le luci, all’inizio spente, si accenderanno pian piano per illuminare un oggetto alto più di due metri su un lato della piazza, coperto da un telo bianco. Qualcuno tirerà via il telo e allora comparirà il memoriale “Nuova speranza”, voluto e realizzato da Fiorino in legno e acciaio “acidato” per dare l’effetto della ruggine. Il monumento consiste nello scheletro di una barca avvolto da una spirale sulla quale sono scritti i 366 nomi di tutti i naufraghi, con alla base una chiazza azzurra a rappresentare il mare che li ha inghiottiti.

Lo spazio per il memoriale è stato concesso dal comune di Lampedusa, ma all’inaugurazione non ci saranno interventi di autorità prestabiliti. “Venga chi vuole, noi invitiamo tutti”, dice Fiorino, che ha più volte raccontato la storia di quel salvataggio aprendo una forte polemica con la Capitaneria di porto di Lampedusa, da lui accusata di “indifferenza” e di non essere intervenuta in tempo per evitare la tragedia pur avendo avvistato il barcone.

Per finanziare il monumento Vito Fiorino ha raccolto fondi in questi anni avvalendosi dell’aiuto dell’associazione di volontariato “Arcobaleno, ponte per l’Africa” e della consulenza del Centro di servizio per il volontariato di Monza Lecco Sondrio. Il 3 ottobre sarà anche scoperto un murale dell’artista Neve e in una aiuola verrà messo a dimora un albero dedicato da Gabriele Nissim, presidente di Gariwo, che è tra gli sponsor di quest’opera. Fiorino è infatti stato riconosciuto per il suo gesto nella “foresta dei giusti” voluta dall’associazione.

La data della tragedia è diventata nel 2016 giornata nazionale della memoria e dell’accoglienza ed è in corso proprio in queste settimane una campagna perché questa celebrazione venga riconosciuta anche a livello europeo. Alla campagna, promossa da 35 organizzazioni di tutta Europa, ha aderito anche CSVnet.


*Clara CapponiCSVNet

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