Cultura

La periferia raccontata dai ragazzi che la abitano

"Segni di periferia" è l'installazione multimediale presentata a Milano da WeWorld Onlus, che racconta gli adolescenti delle periferie italiane, attraverso storie, immagini e le voci dei protagonisti. L’installazione è parte di React, progetto nazionale di WeWorld Onlus per contrastare la povertà educativa e la dispersione scolastica nelle periferie, che coinvolge 3200 bambini, 1700 famiglie e 690 insegnanti

di Cristina Barbetta

Reinterpretare la periferia attraverso storie, immagini e voci dei protagonisti, per raccontare i ragazzi che le abitano e mostrare le potenzialità di rigenerazione di quartieri caratterizzati da degrado e marginalità: questa è “Segni di Periferia”, installazione multimediale presentata il 25 settembre a Milano, e realizzata dal collettivo Raccontami – composto da un team multidisciplinare dedicato alla produzione di contenuti per il terzo settore- per WeWorld Onlus, organizzazione italiana indipendente che lavora in 29 Paesi al mondo, tra cui l’Italia, per promuovere progetti di cooperazione allo sviluppo e aiuto umanitario di elevato impatto, garantendo i diritti di donne, bambini e comunità locali. L’installazione sarà a disposizione delle scuole e delle associazioni partner del progetto per sensibilizzare i ragazzi sull’importanza di essere protagonisti delle proprie storie per diventare agenti di cambiamento.

«Lo studio della realtà dei ragazzi a rischio di povertà educativa è sempre stato una priorità per WeWorld Onlus: capire chi sono, come vivono e quali sono i loro bisogni è indispensabile per poter offrire risposte efficaci di inclusione. Per questo lo scorso giugno abbiamo presentato una fotografia sulla povertà educativa in Italia attraverso i dati raccolti dall’Università Cattolica e oggi con Segni di Periferie vogliamo che siano proprio i ragazzi a diventare protagonisti e raccontare le loro periferie», spiega Marco Chiesara, presidente di WeWorld Onlus, che ha sottolineato l’importanza di trovare sempre nuovi linguaggi per raccontare le periferie.

La presentazione di Segni di Periferie ha promosso un dibattito e un’ampia riflessione sul tema delle periferie e degli adolescenti attraverso gli interventi di: Gabriele Rabaiotti, assessore politiche sociali e abitative del Comune di Milano, Alessandro Volpi, vice responsabile d.to advocacy e programmi Italia WeWorld Onlus, Gianni Biondillo, scrittore e architetto, e Serena Girani, architetto di Arup Group.

Segni di periferie fa parte del progetto nazionale R.E.A.C.T. – Reti per educare gli adolescenti attraverso la comunità e il territorio, promosso da WeWorld per contrastare la povertà educativa e la dispersione scolastica dei ragazzi che vivono nelle periferie. Come ha evidenziato Alessandro Volpi, WeWorld da molti anni si occupa di contrastare la dispersione scolastica a livello nazionale, e lavora per migliorare l’inclusione scolastica.

Selezionato dall'impresa sociale "Con i Bambini" nell'ambito del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile, React è attivo da settembre 2018 in Piemonte, Lombardia, Lazio, Campania, Sicilia, Sardegna, regioni nelle quali sono stati individuati 10 quartieri periferici caratterizzati da situazioni critiche di disagio socioeconomico.

Il progetto coinvolge 3200 ragazzi, 1700 famiglie vulnerabili e 690 insegnanti, con un modello innovativo per rafforzare gli adolescenti più vulnerabili e potenziare i soggetti (insegnanti, operatori sociali, famiglie, volontari) che rappresentano la comunità educante. Nei Centri del progetto React adolescenti e famiglie trovano spazi che offrono diverse opportunità: formazione di competenze personali attraverso attività innovative e percorsi di orientamento, supporto allo studio, percorsi di supporto a genitori e famiglie vulnerabili attraverso counseling e formazione su competenze genitoriali.

Partendo dalle città di Milano e Cagliari, l’installazione mescola fotografie e illustrazioni degli adolescenti, accompagnati da testimonianze audio dei ragazzi, che guidano lo sguardo di chi osserva, facendogli strada in un mondo che probabilmente non conosce, provando sia a raccontarne le difficoltà, sia a gettare una luce diversa su questi contesti, che possono diventare terreno fertile per un cambiamento e una crescita diversa se sostenuta e incoraggiata da progetti come React.

I ritratti realizzati da Mirko Cecchi in bianco e nero (nella foto sopra) gettano luce su adolescenze complesse che hanno come sfondo il quartiere della Barona a Milano, che l’illustratrice Giovanna Maltese ha riprodotto, mescolando alcuni degli edifici più rappresentativi della zona e creando uno skyline realistico e immaginario allo stesso tempo. Ai ritratti si accompagnano gli audio degli adolescenti della Barona, con interviste approfondite sulle loro vite e il contesto in cui sono cresciuti.

Le illustratrici Amalia Mora e Michela Nanut hanno invece lavorato su due immagini di Cagliari, realizzate dal fotografo Giovanni Diffidenti, animando paesaggi “abbandonati”. Michela Nanut con i suoi disegni accompagna le parole di Patrizia, una madre, e rappresentano un’infanzia che non ha diritto di essere tale.


Amalia Mora ritrae Ibtissam, un’adolescente originaria del Marocco che con la sua storia dimostra come il binomio povertà economica/povertà educativa si possa sfatare e sconfiggere. Ibtissam lo fa grazie al suo impegno e Amalia Mora la rappresenta come un arcobaleno di colori mentre legge, esce dall’acqua e si tuffa senza paura verso il futuro.

Foto di apertura: Credit: Michela Nanut per "Segni di periferie"

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