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Politiche sociali &Terzo settore: le linee guida sulla valutazione d’impatto
Pubblicate in Gazzetta Ufficiale. Fiaschi (Forum Terzo settore): «Nel documento sono state recepite le nostre indicazioni». Venturi (Aiccon): «Uno strumento importante in mano alla pubblica amministrazione per orientare le politiche di welfare e i rapporti con il non profit»
di Redazione
Sono state pubblicate ieri in Gazzetta Ufficiale le “Linee guida per la realizzazione di sistemi di valutazione dell'impatto sociale delle attività svolte dagli enti del Terzo settore”. Un documento a lungo atteso e collegato alla riforma del Terzo settore.
La finalità – dice la norma – è quella di “definire criteri e metodologie condivisi secondo i quali gli enti di Terzo settore possono condurre valutazioni di impatto sociale, che consentano di valutare, sulla base di dati oggettivi e verificabili, i risultati raggiunti rispetto agli obiettivi programmati e rendere disponibili agli stakeholders informazioni sistematiche sugli effetti delle attività realizzate. Le valutazioni saranno realizzate con metodi qualitativi e quantitativi e potranno prevedere un sistema di indici e indicatori di impatto, da mettere in relazione con quanto eventualmente rendicontato nel bilancio sociale. Pertanto, le presenti linee guida sull'impatto sociale sono da intendersi come uno strumento sperimentale di valutazione finalizzato a generare un processo concettuale e al contempo misurabile nel medio e lungo termine”.
«Nel documento sono state recepite le nostre indicazioni, frutto del lavoro di un gruppo di esperti presso il Ministero del Lavoro e validato dal Consiglio Nazionale del Terzo settore – dichiara Claudia Fiaschi, portavoce del Forum del Terzo Settore – Abbiamo dato un importante contributo portando proposte concrete, utili a qualificare le attività delle organizzazioni di Terzo settore, non solo in termini di trasparenza, ma anche di crescita di consapevolezza del proprio ruolo. La valutazione di impatto si affianca ai bilanci sociali e agli altri strumenti di rendicontazione volti a rendere sempre più nitido l’operato degli Ets nei confronti di cittadini e stakeholders».
Fra gli esperti evocati da Fiaschi, c’è il direttore di Aiccon Paolo Venturi. «Si tratta di un documento importante che può riorientare non solo il Terzo settore, ma anche l’intero comparto delle politiche sociali». Venturi in particolare si riferisce al passaggio in cui si prevede che “le pubbliche amministrazioni, nell'ambito di procedure di affidamento di servizi di interesse generale, possono prevedere la realizzazione di sistemi di valutazione dell'impatto sociale da parte degli ETS che intrattengono rapporti con le medesime PP.AA, si' da consentire una valutazione dei risultati in termini di qualità e di efficacia delle prestazioni e delle attività svolte”. «È questo uno dei tratti qualificanti della norma», rimarca Venturi.
Quanto ai costi della valutazione d’impatto, “laddove prevista, i costi della VIS devono essere proporzionati al valore dell'intervento e devono essere inclusi nei costi complessivi finanziati”. Dice la norma.
Due le sottolineature di Venturi. La prima evoca una sorta di community index: «Quello che si andrà a misurare è l’impatto del processo che una determinata azione, e quindi non l’ente che l’ha promossa in quanto tale, avrà sulla comunità di riferimento». Il secondo punto concerne la metrica: «Nell’architettura degli strumenti gli enti del Terzo settore fondati sulla cosiddetta “teoria del cambiamento” avranno un ruolo importante e dovranno venir coinvolti al pari degli altri stakeholder, tenendo presente il duplice obiettivo di avere misurazioni e misuratori eterogenei e quindi adattabili ai diversi contesti, ma comunque confrontabili».
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