Welfare
Minori fuori famiglia: sì a una riforma strutturale, no a interventi spot
Tra le misure da introdurre subito, le organizzazioni della rete #5buoneragioni sottolineano la definizione dei livelli essenziali delle prestazioni, l'istituzione di banche dati nazionali, la nomina del curatore per i minori, la convocazione urgente dell’Osservatorio Nazionale Infanzia e Adolescenza
di Redazione
«Da tempo chiediamo al legislatore un intervento strutturale per colmare le criticità del sistema. Ci associamo quindi alle sollecitazioni venute ieri dalla Garante e sproniamo le istituzioni a recepire le raccomandazioni, che sottoscriviamo in pieno: si tratta di richieste che le organizzazioni che accolgono in affido familiare o in comunità bambini e ragazzi temporaneamente allontanati dalla propria famiglia d’origine avanzano da anni, ma che finora sono rimaste inascoltate»: così la rete “#5buoneragioni” commenta le richieste presentate ieri da Filomena Albano sul sistema di tutela minorile, in materia di procedimenti di limitazione della responsabilità genitoriale e di affidi.
Tra le misure da introdurre subito si sottolinea la definizione dei livelli essenziali delle prestazioni, strumento indispensabile per garantire l’esigibilità dei diritti per tutti i minorenni presenti a qualunque titolo sul territorio italiano e l’omogeneità del servizio in tutte le Regioni. Al legislatore le organizzazioni chiedono poi di istituire banche dati uniche (per minorenni, strutture di accoglienza e affidatari) e di garantire al minorenne la nomina del curatore speciale.
La rete “#5buoneragioni” – costituita da Agevolando, Coordinamento italiano dei servizi contro il maltrattamento e l’abuso all’infanzia (Cismai), Coordinamento Nazionale Comunità di Accoglienza (CNCA), Coordinamento Nazionale Comunità per Minori (CNCM), Progetto Famiglia e SOS Villaggi dei Bambini – rappresenta insieme centinaia di strutture d’accoglienza in Italia e migliaia di ragazzi e ragazze cresciuti in un contesto di accoglienza diverso dalla famiglia d’origine. Queste organizzazioni tornano a ribadire l’urgenza di convocare subito l’Osservatorio Nazionale Infanzia e Adolescenza per la definizione di un nuovo Piano Nazionale Infanzia. Allo stesso modo, sollecita Regioni e Comuni a recepire al più presto le linee di indirizzo messe a punto dal Ministero del Lavoro in materia di affido familiare e accoglienza residenziale per minorenni.
Richiamando l’inchiesta sui presunti affidi illeciti che ha coinvolto i servizi sociali della Val d'Enza, per contrastare possibili illeciti – il cui accertamento resta di competenza esclusiva della Magistratura – occorre definire in modo puntuale e coordinato criteri e obiettivi delle azioni di controllo sulle strutture di accoglienza a partire dalle funzioni istituzionali già previste dalla norme (Procura per i minorenni, Regioni e Comuni): «Non servono misure spot introdotte sull’onda emotiva di un caso», dicono le organizzazioni, «condanniamo in modo assoluto qualunque reato verrà accertato dalla magistratura, ma rifiutiamo generalizzazioni e strumentalizzazioni. A rischio viene messo un intero sistema – quello dell’accoglienza e della protezione – che resta necessario e grazie al quale ogni anno quasi 27mila bambini e ragazzi vulnerabili trovano accoglienza».
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