Non profit

Fondazione Cariplo: i prossimi quattro anni nel segno della continuità

La Commissione Centrale di Beneficenza ha avviato la fase di programmazione strategica. Il primo passaggio è quello della costituzione di gruppi di lavoro specifici sulle quattro aree di intervento: Ambiente, Arte e Cultura, Ricerca Scientifica, Servizi alla Persona. Il Presidente Fosti: «Lavoreremo nel solco della continuità con una visione che guarda a ridurre le distanze, di ogni tipo esse siano»

di Redazione

A pochi giorni dall’insediamento dei nuovi organi, Fondazione Cariplo ha avviato la programmazione strategica per l’attività dei prossimi quattro anni. Il primo passaggio è stata la condivisione di una visione incardinata sulla volontà di «accorciare le distanze tra le persone e tra i territori», come ha sottolineato il neo presidente Giovanni Fosti, in una società in cui «aumenta il divario tra persone e territori che hanno accesso al benessere, alla cultura, a una qualità della vita migliore, e persone che ne sono escluse, così come sta crescendo il divario tra il centro delle città, le periferie e le aree interne, tra contesti ambientali più e meno vivibili, tra chi in condizioni di fragilità non può accedere ad alcune possibilità, e chi può farlo, tra i bambini che praticano una vita e un’alimentazione sempre più sana, e quelli che assistono inconsapevoli al peggioramento delle proprie condizioni di vita, tra chi aspira a una vita migliore, e chi ha disperatamente e implicitamente rinunciato al futuro».


Su questa base di valori, che i 28 membri della Commissione Centrale di Beneficenza hanno pienamente condiviso, si è attivata la fase di composizione dei gruppi di lavoro, e cioè le Commissioni Consultive che avranno il compito nelle prossime settimane di approfondire specifici aspetti, per giungere in autunno con un piano di programma.

Per ciascuna Commissione è stato indicato un coordinatore, scelto tra gli stessi componenti della Commissione Centrale di Beneficenza. Alberto Mantovani è il coordinatore della Commissione Ricerca Scientifica; Marco Rasconi per i Servizi alla Persona; Cesare Emanuel per l’area Ambiente; Andrea Mascetti per l’Arte e la cultura; Pietro Previtali è il coordinatore della Commissione per la Gestione del Patrimonio.

Parallelamente sono stati individuati i referenti del Consiglio di Amministrazione: la vicepresidente Claudia Sorlini è la referente per le tematiche ambientali; Enrico Lironi per la Ricerca Scientifica; Davide Maggi per l’Arte e Cultura; Carlo Corradini per la Gestione del Patrimonio; Vincenzo De Stasio per l’Housing sociale, ambito da sempre strategico per la Fondazione; la vice Presidente Paola Pessina sarà la referente per l’Organizzazione della struttura operativa; il Presidente Giovanni Fosti è il riferimento per le tematiche legate al welfare.

Nel conservare e promuovere quanto già la Fondazione ha sviluppato in questi anni, l’impegno dei gruppi di lavoro sarà quello di definire la strategia che guiderà l’operato durante il mandato in corso.

«La credibilità della Fondazione è una componente cruciale del patrimonio che dovremo tutelare nei prossimi anni. Infatti, dall’800 a oggi, per promuovere la crescita dell’economia e soprattutto della società lombarda, si è costituita ed è arrivata a noi una dote, fatta di una cultura sociale e territoriale, ancora prima che da risorse economico-patrimoniali. La componente economico-patrimoniale, infatti, nel corso di molti anni, è stata tutelata e messa al servizio delle persone e del territorio con modalità che hanno generato un altro capitale, anch’esso di enorme valore. Questo secondo capitale è immateriale, consiste di reputazione e credibilità, che la Fondazione ha saputo sviluppare dal momento della propria costituzione, nel corso degli anni ’90, ed è stata in grado di consolidare e rinnovare negli anni successivi. Per essere in grado, a nostra volta, di conservare e rafforzare la credibilità della Fondazione Cariplo, è necessario riconoscere le ipotesi e la prassi da cui questo patrimonio immateriale emerge».

Emerge ancora una volta anche la fondamentale integrazione con le 16 Fondazioni di Comunità, fatte nascere da Fondazione Cariplo, come antenne e bracci filantropici operativi a livello locale, che hanno un radicamento nel territorio e una conoscenza puntuale dei problemi, capaci di aggregare risorse focalizzandole sulle reali esigenze, coinvolgendo gli enti non profit che operano nelle comunità nel trovare soluzioni e realizzare concretamente i progetti; particolare attenzione, da sempre, viene data alle istituzioni locali, perché «solo l’integrazione di risorse dei diversi soggetti pubblici e privati, e un’azione al confine tra responsabilità istituzionali e attività filantropica possono creare un valore che nessuna parte può generare senza il contributo dell’altra».

Una visione che pone lo sguardo anche all’internazionalizzazione: nello sforzo costante di ricucire le distanze tra le parti della nostra comunità, lo sguardo a ciò che accade altrove può essere generativo, aprire pensieri inediti, permettere azioni nuove. «L’internazionalizzazione non può essere una moda o una rappresentazione astratta, ma deve costituire il perno di una ricerca costante di stimoli e di possibilità, che non si limiti al territorio in cui operiamo, ma tenga aperto lo sguardo a ciò che altre Fondazioni in Europa e nel mondo fanno o stanno per fare», conclude Fosti.

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