Non profit
5 per mille, servono subito 30 milioni. Il Governo risponda
Lo abbiamo chiesto a gran voce al Governo oggi con una conferenza stampa organizzata insieme al senatore Pd, Edoardo Patriarca. A sostenere questo appello anche Maurizio Mumolo (direttore del Forum Tezro Settore), Mario Consorti (presidente NP Solutions), Rossano Bartoli (presidente della Lega del Filo d’Oro) e Francesco Gesualdi (direttore generale di AIL)
di Paolo Biondi
«Il 5 per mille vive e continua a crescere, e questa è una buona notizia», ha detto il senatore del Pd Edoardo Patriarca introducendo la conferenza stampa indetta da Vita per denunciare che, di fatto, è stato reintrodotto un tetto di spesa al 5 per mille.
Le dichiarazioni dei cittadini fatte nel 2018 e nel 2017 su redditi del 2017 e 2016 hanno infatti superato il finanziamento alla norma così come è stato previsto dalla riforma del Terzo settore. Serve quindi un finanziamento supplementare di circa 30 milioni perché tutte le scelte indicate dai cittadini possano essere soddisfatte e non sia di fatto surrettiziamente reintrodotto il tetto di spesa alla norma che già in passato fece perdere 310 milioni ai destinatari del 5 per mille, come è stato detto nel corso della conferenza stampa indetta da Vita e svoltasi nella Sala caduti di Nassirya del Senato della Repubblica a Palazzo Madama. «Bisogna considerare che il 5 per mille italiano vale oggi 800 milioni ed è quindi necessario che sia finanziato di conseguenza», ha sottolineato Mario Consorti, presidente di NP Solutions.
«La notizia è che nonostante il tentativo di screditare il Terzo settore, i contributi dei cittadini con il 5 per mille aumentano: nel 2017 hanno ampiamente superato la copertura di 500 milioni di euro, prevista dai governi del centrosinistra proprio per evitare il tetto. Abbiamo quindi chiesto con un’interrogazione ai ministri delle Politiche sociali e delle Finanze di conoscere i dati precisi e di innalzare lo stanziamento, visto che stanno aumentando sia i cittadini che scelgono di donare che gli enti beneficiari. Il Terzo settore e il volontariato sono un asse strategico del Paese, forniscono servizi imprescindibili alle famiglie e ai cittadini, destrutturarlo significa fare male agli italiani. È necessario completare la riforma del Terzo settore varando i decreti attuativi e rispettare in pieno le scelte degli italiani, evitando un nuovo scippo agli enti e alle associazioni», ha aggiunto il senatore Patriarca. «È tornato il tetto e il 5 per mille oggi è zoppo: occorre che i cittadini siano informati», ha commentato il direttore di Vita Stefano Arduini, introducendo la conferenza stampa.
Il direttore del Forum del terzo settore, Maurizio Mumolo, ha ricordato come i beneficiari del 5 per mille nel 2017 siano stati circa 65.000 dato che evidenzia come nel nostro Paese sia messo al primo posto il capitale sociale che questa realtà rappresenta e la fiducia di cui gode malgrado la campagna di discredito della quale è fatta oggetto. Mumolo ha anche ricordato come sia stato la legge quadro del Terzo settore a stabilizzare il 5 per mille come una sua risorsa, ma che la legge in materia rimanda però ad un decreto attuativo «che non è stato ancora emanato ed è spiacevole che non ci sia stata una risposta formale alle sollecitazioni a riguardo».
Consorti ha snocciolato le cifre della eccezionale progressione che ha vissuto il 5 per mille in questi anni: sono stati 16,5 i milioni di firme espresse dai cittadini nelle dichiarazioni dei redditi 2017, preferenze che erano sotto i 6 milioni nel 2006: «La crescita negli anni è avvenuta grazie alle organizzazioni che hanno investito in questo strumento».
E l’atteggiamento delle organizzazioni verso il 5 per mille alla conferenza stampa svoltasi a Roma è stato testimoniato dal presidente della Lega del Filo d’oro, Rossano Bartoli, e dal direttore generale dell’Ail, Francesco Gesualdi.
Bartoli ha detto che le preferenze indicate per la sua organizzazione sono passate dalle 76 mila del 2006 alle 160.500 espresse nel 2017 che ha portato gli stanziamenti dai 2,5 milioni del 2006 ai 5,5 milioni di euro del 2017 che rappresentano nel bilancio della Lega sul 65% espresso dalla raccolta fondi un 15-17%. Una quota significativa che ha contribuito a fare aumentare le persone e le famiglie assistite dalla Lega. Gesuladi ha invece detto che dal 5 per mille giungono ora all’Ail 5,9 milioni di euro all’anno che rappresentano il 24-25% delle attività. Il direttore dell’Ail ha sottolineato come sarebbe importante per la sua associazione fare una campagna mirata verso i potenziali sostenitori e che a tale riguardo «un anno fa c’era stata al Ministero del Lavoro un’apertura per avere notizie sulla tipologia delle persone che dona, poi più nulla. Sarebbe opportuno avere notizie a riguardo».
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