Welfare

Un esposto a Mattarella contro l’etichetta “figli preconfezionati” del ministro Salvini

Lo ha inviato ieri l'Unione Famiglie Adottive Italiane (UFAI): «chiediamo un intervento autorevole al Presidente Mattarella, che possa portare a moderare i toni di una propaganda politica che mai, in nessuno modo, deve contraddire i fondamenti della nostra Costituzione, per i quali tutti i bambini hanno uguali diritti e pari dignità», ricorda Elena Cianflone

di Redazione

«Illustrissimo Presidente Sergio Mattarella, sono una cittadina italiana, mi chiamo Elena Cianflone e sono una mamma adottiva. Mi rivolgo a Lei, con un accorato appello, a nome dell’Unione Famiglie Adottive Italiane (UFAI) che rappresento, per chiederLe, ancora una volta, di farsi Garante della nostra Costituzione e dei suoi Principi Fondatori, intervenendo a tutela dei Diritti dei nostri figli, bambine e bambini, ragazze e ragazzi, arrivati in adozione internazionale e nazionale, che ora, cittadini italiani, vivono studiano e crescono nel nostro Paese, nonché di tutti quei bambini che, pur non essendovi nati, crescono in Italia come figli. Per loro e per le loro famiglie che si trovano sempre più spesso a dover affrontare un preoccupante clima di crescente razzismo e intolleranza, alimentati da una propaganda politica dai toni inaccettabili, chiediamo il Suo appoggio».

Inizia così l’Esposto inviato ieri da UFAI (Unione Famiglie Adottive Italiane) al Presidente Sergio Mattarella. Fra le richieste c’è anche quella di un intervento del Presidente della Repubblica a condanna alle parole intrise di razzismo pronunciate dal Ministro Salvini. «Le parole di disprezzo pronunciate a Cantù il 28 Aprile 2019 dal Ministro degli Interni verso “figli che arriverebbero già confezionati a sostituzione dei popoli” non sono parole accettabili per chi ricopre un ruolo così importante per lo Stato», prosegue l’esposto. «Sono parole intrise di razzismo, che offendono e pesano come macigni per i nostri figli». E non si tratta di un singolo episodio, come ha documentato nelle scorse settimane il report realizzato da Ufai su un campione di 1.500 famiglie, secondo cui l’84% dei ragazzi adottati riferisce di avere subito saltuariamente offese, parolacce, insulti e la derisione riguardava nel 40% dei casi il colore della pelle o l’etnia.

«UFAI chiede al Presidente Mattarella, in qualità di Garante e Primo Rappresentante dello Stato, un intervento autorevole che possa portare a moderare i toni di una propaganda politica che mai, in nessuno modo, deve contraddire i fondamenti della nostra Costituzione, per i quali tutti i bambini hanno uguali diritti e pari dignità», ricorda Elena Cianflone, chiedendo che una delegazione di UFAI possa essere ricevuta dal Presidente per potergli illustrare «i danni che le parole di odio fanno, non solo sui figli adottivi, ma su tutti i figli di questo nostro amatissimo Paese», e le difficoltà che incontrano le famiglie adottive, «esempi di accoglienza per questa Società», che «si rivolgono ora a Lei affinché la società stessa sia più accogliente verso di loro, perché i loro figli sono parte del nostro Futuro».

Photo by Emma Tin on Unsplash

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