Cultura

“Solo cose belle”, raccontare l’accoglienza con leggerezza

Nelle sale di tutta Italia da domani, giovedì 9 maggio, la pellicola di Kristian Gianfreda che con una commedia corale racconta l’incontro tra gli abitanti di un piccolo centro dell’entroterra romagnolo e la realtà di una casa famiglia. A ispirare il regista l’opera di don Oreste Benzi e la Comunità Papa Giovanni XXIII

di Antonietta Nembri

È la leggerezza della commedia il linguaggio scelto dal regista Kristian Gianfreda, al suo primo lungometraggio, per raccontare la paura del diverso, del disabile, dell’immigrato e allo stesso tempo il bello della vita che scaturisce dal superamento di timori e pregiudizi. Una sfida che il film “Solo cose belle”, da domani – 9 maggio – nelle sale italiane (qui dove vederlo), vince alla grande. Protagonisti corali della pellicola sono da una parte gli abitanti di un piccolo centro dell’entroterra romagnolo, alla vigilia delle elezioni comunali; e dall’altra una casa famiglia con tutta la sua umanità: una mamma e un papà, un richiedente asilo sbarcato da poco, un’ex prostituta con il suo bambino, un giovanissimo ex carcerato, due ragazzi con disabilità e il figlio naturale della coppia.


Qui e in basso immagini dal backstage del film

«Il film è un manifesto dedicato al valore delle differenze, alla lotta contro l'emarginazione e alla bellezza racchiusa nel superare la paura della diversità, specialmente in un momento storico e politico come quello che stiamo vivendo» spiega il regista. «Nella migliore tradizione della commedia all’italiana “Solo cose belle” è un lungometraggio che riesce a raccontare in modo profondo l’incontro tra due mondi opposti che improvvisamente – e loro malgrado, sottolinea Gianfreda, «si incrociano. E racconta di come, attraverso intrecci inaspettati, rapporti contrastati e personaggi bizzarri, finiscano per conoscersi e dialogare: da una parte un sonnacchioso e convenzionale paesino, dall’altra l’inusuale e rumoroso microcosmo di una casa famiglia, ossia quel luogo in cui gli “sbagliati” e i “superflui” di questa società trovano possibilità e occasioni».


Tra balli, risa, lacrime, barchette di carta, piadine e sgomberi. Nel paesino e nelle vite dei protagonisti nulla potrà più essere come prima

A guidare il racconto è la sedicenne Benedetta (Idamaria Recati), figlia del sindaco del piccolo centro (Giorgio Borghetti), cui la vita che mamma e papà le hanno allestito e i cliché della provincia vanno stretti. È lei che incontra gli abitanti della casa famiglia e che ci prende per mano facendoci conoscere gli abitanti della grande casa in centro paese, piombati come marziani nel sonnacchioso trantran della cittadina. La ragazza si innamora del giovane ex carcerato Kevin (Luigi Navarra, al suo esordio cinematografico), creando scompiglio nell'intera comunità. Sarà proprio la conseguente reazione a catena condita da sospetti, lacrime, risate e sgomberi, a far venire alla luce la bellezza dell’accoglienza e l’importanza della solidarietà.

Nei circa 90 minuti del film si ride e si sorride e soprattutto si è condotti a piccoli passi a superare grandi e piccoli pregiudizi che il film denuda, anche solo con una battuta. “Solo cose belle” non è un ritratto in rosa, ma è la dimostrazione che con la leggerezza della commedia si può arrivare al cuore e scoprire che alla fine il bene sa essere contagioso.

A ispirare la casa famiglia del film è un’esperienza reale, quella della Comunità Papa Giovanni XXIII, fondata da don Oreste Benzi. La comunità del resto è associata alla produzione del film attraverso le cooperative “La Fraternità” e “IL calabrone” e alla pellicola hanno lavorato, sia in scena sia a supporto della produzione – accanto ad attori professionisti persone della Comunità e che hanno un’esperienza pregressa in case famiglia o in altri progetti sociali. Tra i protagonisti del film anche Marco e Ciccio, due ragazzi con disabilità che vivono in una delle strutture della Comunità Papa Giovanni XXIII. «Con loro si è spesso lasciato, durante le riprese, che le cose semplicemente accadessero, che le reazioni fluissero spontanee e che le emozioni fossero autentiche», osserva il regista.

A firmare la sceneggiatura di solo cose belle è Andrea Valagussa, autore di fiction come Don Matteo, Che Dio ci aiuti, Distretto di Polizia e Un medico in famiglia; insieme a Filippo Brambilla, Marco Brambini, Andrea Calaresi, Susanni Ciucci, Kristian Gianfreda e Matteo Lolletti.
Nel cast del film anche un volto noto del teatro italiano, Carlo Maria Rossi (don Alberto, il parroco del paesino) e Barbara Abbondanza (Elvira, titolare della macelleria) dal 2005 nel cast della Melevisione.
“Solo cose belle” è prodotto e distribuito da Coffee Time Film e Sunset Produzioni.


In apertura un'immagine dal film: da sinistra Benedetta, Ciccio, Kevin e Diana (la mamma della casa famiglia)

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