Sostenibilità

Chi cuce i miei vestiti? Torna la Fashion Revolution

L'iniziativa che, nell'anniversario della strage del Rana Plaza, coinvolge in 50 Paesi quanti vogliono creare un futuro etico e sostenibile per la moda torna dal 22 al 28 aprile. Altormercato, altraQualità ed Equo Garantito hanno costituito una partnerhip a sostegno dell'iniziativa e per far sentire con più forza la voce di chi chiede #WhoMadeMyClothes. Il 23 e 24 aprile l'iniziativa approda nelle Botteghe aderenti

di Antonietta Nembri

#WhoMadeMyClothes È questo l’hashtag della campagna di Fashion Revolution. Una domanda semplice: “Chi ha fatto i miei vestiti?” che invita i consumatori a prendere coscienza e a vivere con consapevolezza il mondo della moda.
Una campagna che nasce in Gran Bretagna da un’idea di Carry Somer e Orsola De Castro, pioniere del fair trade, per ricordare l’anniversario della strage del Rana Plaza, in Bangladesh dove il 24 aprile del 2013 hanno perso la vita 1.133 operai e oltre 2.500 persone sono rimaste ferite. Il complesso produttivo di Rana Plaza, un edificio, di otto piani, ospitava diversi stabilimenti tessili assoldati da prestigiosi marchi occidentali di abbigliamento. Nel momento in cui le crepe comparvero nell'edificio, l'avviso di abbandonarlo fu ignorato dai proprietari delle fabbriche tessili. Ai lavoratori fu ordinato di tornare il giorno successivo, giorno in cui l'edificio collassò.

Quest’anno per far sentire con più forza la voce del Commercio equo e solidale Altromercato, altraQualità ed Equo Garantito hanno costituito una partnership a sostegno dell’iniziativa di Fashion Revolution che si dipanerà nella settimana dal 22 al 28 aprile. L’idea è quella di chiamare a raccolta per tutta la settimana, in oltre 50 Paesi del mondo, quanti vogliono creare un futuro etico e sostenibile anche nel campo della moda e chiedere maggiore trasparenza lungo tutta la filiera fino ad arrivare al consumatore.

«I soci di Equo Garantito insieme ai produttori sono, ogni giorno, i protagonisti della rivoluzione dell'economia da oltre 25 anni», commenta Giovanni Paganuzzi, presidente di Equo Garantito. «Fashion Revolution è una campagna che chiede a tutti di mettere la faccia per cambiare il modello produttivo del fast fashion e sensibilizza i cittadini nel loro ruolo di consumatori». Gli fa eco David Cambioli, presidente della cooperativa altraQualità: «Da 15 anni altraQualità si occupa di moda etica: un impegno costante, come parte di un movimento che è andato crescendo. La consapevolezza dei consumatori rispetto all'impatto sociale e ambientale della produzione di abbigliamento è cresciuta, ma il cambiamento pare ancora lontano. Al sistema moda chiediamo trasparenza e un limite alla voracità del loro modo di fare impresa. Ai consumatori chiediamo di informarsi e di agire, per costruire un futuro diverso in cui il consumo non sia il cuore del sistema economico e in cui il lavoro torni ad assumere la dignità che gli spetta».
«Il 23 e 24 aprile i nostri consumatori, i nostri soci, i nostri volontari saranno ambasciatori di Fashion Revolution nelle Botteghe Altromercato, luoghi nei quali la moda etica e i diritti sono da sempre protagonisti»ı aggiunge Cristiano Calvi, presidente Altromercato. «Il Commercio Equo e Solidale realizza ogni giorno un modello economico in cui al centro ci sono le persone. Sarà una grande azione collettiva a livello nazionale, invitiamo tutti a venirci a trovare. Vi aspettiamo», conclude Calvi.

Partecipare alla campagna è semplice: basterà indossare gli abiti al contrario con l’etichetta bene in vista, fotografarsi e condividere le foto attraverso i social media con l’hashtag #WhoMadeMyClothes e #FashRev, taggando Altromercato, altraQualità ed Equo Garantito (qui come partecipare). La proposta in particolare è quella di partecipare all’iniziativa – nelle Botteghe aderenti – il 23 e 24 aprile così da dare un maggior perso social agli hashtag. Come ricorda il sito ufficiale di Fashion Revolutionpiù persone chiederanno #WhoMadeMyClothes, più brand, marchi lo leggeranno”.

La settimana dal 22 al 28 aprile sarà un’importante occasione per promuovere una maggiore consapevolezza rispetto a ciò che si nasconde dietro ai vestiti che indossiamo e – ricorda una nota congiunta di Altro Mercato, altrQualità ed Equo Garantito – dell’impatto globale della moda, seconda industria più inquinante al mondo dopo quella petrolifera. L’obiettivo è catalizzare un cambiamento positivo nella moda e dimostrare come un nuovo modello economico ed un consumo responsabile siano possibili, attraverso la valorizzazione di realtà che realizzano capi secondo una filiera etica, come avviene nel Commercio Equo e Solidale.

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