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“Non possiamo andarcene senza i papà”, ecco le famiglie che Salvini ha cercato di dividere a Lampedusa

Mentre la nave Alan Kurdi della Sea Eye con 64 migranti a bordo viaggia verso Malta, è stato presentato un esposto alla Procura di Agrigento firmato da Mediterranea, i vertici dell’Arci e sottoscritto anche da Cecilia Strada. La ong tedesca ha pubblicato un video dove a parlare sono le due mamme e i due papà che si sono rifiutati di separarsi dai loro figli a Lampedusa

di Alessandro Puglia

«Non posso andarmene con il mio bambino senza suo padre», «Vogliamo restare uniti, permetteteci di stare con nostra figlia». Al di là dei tweet del ministro dell’Interno Matteo Salvini che si professa vittorioso per il fatto che la nave Alan Kurdi della ong Sea Eye con 64 persone a bordo sia diretta ora verso Malta, la decisione su dove sbarcare questa volta l’hanno presa i naufraghi, i migranti, madri e padri con i loro figli.

Il ministero dell’Interno aveva permesso nella giornata di venerdì di fare sbarcare a Lampedusa i soggetti considerati “più vulnerabili”, una donna in stato di gravidanza e altre due mamme, rispettivamente con una figlia di un anno e l’altra con un figlio di sei, escludendo dallo sbarco i loro padri.

L’ong ha replicato che «Salvini non ha umiliato solo i naufraghi, ma sfrutta tutto e tutti per ottenere il massimo vantaggio possibile da questa situazione» .E sui canali social ha pubblicato un video dove a spiegare le loro ragioni sono le stesse famiglie che hanno rifiutato lo sbarco concesso dal Viminale: «Vogliamo restare uniti perché siamo una famiglia. La mia famiglia è la mia gioia, la mia felicità. Voglio dare una vita felice a mia moglie e mia figlia. So cosa significa crescere senza famiglia e so quanto è importante» dice il primo papà intervistato, mentre la madre che accarezza la sua bimba di un anno aggiunge: «Amo mio marito e la mia piccola, vogliamo il meglio per lei, insieme». Nella seconda parte dell’intervista la seconda mamma spiega: «Non posso andare via con il mio bambino senza suo papà, soffrirebbe senza il suo papà, voglio che restiamo uniti», continua il padre: «Separarmi dalla mia famiglia non è una buona idea, è come se mi rubassero la gioia, abbiamo bisogno di stare uniti perché stiamo costruendo una famiglia».

La nave Alan Kurdi naviga quindi verso Malta. Intanto nella mattinata di oggi l’ong Mediterranea ha presentato un esposto alla procura di Agrigento contro il governo italiano dove si chiede di «verificare gravissime violazioni di leggi nazionali e convenzioni internazionali nel caso del blocco navale operato contro la Alan Kurdi con a bordo donne uomini e bambini al largo di Lampedusa». Tra i firmatari del documento anche i vertici dell’Arci e Cecilia Strada.

Dalla nave che porta il nome del bambino siriano morto nel 2015 nella spiaggia di Bodrum in Turchia, due mamme e due papà, visibilmente provati, ci spiegano cos’è il concetto di famiglia.

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