Welfare

Dai budget di salute ai PFP: la personalizzazione vs la dipendenza istituzionale

Lo psichiatra Angelo Righetti, esperto di cogestione, budget di salute e modelli di welfare, spiega le radici teoriche del nuovo Progetto Formativo Personalizzato, che verrà sperimentato in cento classi finanziato dal fondo contro la povertà educativa di Con i Bambini

di Angelo Righetti

I progetti personalizzati educativi sono parte essenziale della pedagogie e delle scienze umane da sempre. Prima adottati per le classi dominanti e poi estesi dalla Chiesa a molti, capillarmente, attraverso le Parrocchie e gli Istituti. Con la nascita della scuola universalistica e dell'obbligo, tutti possono fruire della scuola come Bene Comune. L'universalità dell'obbligo scolastico costrinse a organizzare l'insegnamento con la pedagogia comportamentale e tendenzialmente autoritaria attenuando l'indirizzo pedagogico personalizzato.

Negli anni Sessanta riprende corpo la protesta per una scuola capace di integrare tutti attraverso la personalizzazione educativa e di una università che non selezionasse gli accessi per censo ma per merito. Ma personalizzare cosa vuol dire se non si indica il processo di diventare persona? È più giusto dire che la scuola è la principale occasione personalizzante per un ragazzo. Indica quindi un processo che raccoglie e valorizza la dipendenza necessaria dell'alunno dal soggetto supposto sapere: l'insegnante/istituto/scuola, trasformandola in emancipazione prodotta dal diritto ad occuparsi degli altri senza finalità di potere o danaro.

La generosità emancipa ed è prodotto dalla dipendenza emancipativa. L'egoismo sviluppa dipendenza istituzionale regressiva aggressiva. Ma come si trasforma la dipendenza istituzionale, inevitabile assetto di ogni istituzione con i propri ritmi, riti, programmi, in desideri e abilità emancipative dei ragazzi? Come si può nel rapporto di potere tra soggetti in divenire e Istituzioni inerziali trovare un equilibrio dove entrambe le polarità collaborino alla emancipazione? E cosa e come ricostruire e potenziare il nesso con la comunità, con le nuove conoscenze e soprattutto con il Bene Comune?

Abbiamo pensato di partire dal contrasto alla povertà educativa, dalle persone/famiglie più in difficoltà con minori possibilità e occasioni, sprofondate nella povertà trappola dell'abbandono scolastico e della rassegnata passività e resa ad un paradigma predestinato. Investire sulle povertà non connotandole sulle persone ma, caratterizzati i bisogni e le opportunità, coinvolgendo scuole e comunità civile per estendere le opportunità, i legami e le relazioni a tutti i ragazzi affinché divengano capaci di generosità umana ed emancipativa.

La strada della personalizzazione delle cure e della riabilitazione è stata seguita, con successo, nel superamento continuo dei danni da istituzionalizzazione di persone con gravi malattie cronicizzate e/o disabilità sociale. Hanno assunto vari nomi: budget di salute, capitali di capacitazione, Progetti terapeutici/riabilitativi/individuali. Tutti i nomi fanno appello alla riconversione dei costi del mercato delle prestazioni e delle strutture accreditate e appaltate in investimenti produttivi di salute e sviluppo umano ed economia circolare locale, responsabile e dedita alla ricostruzione del Bene Comune. Continua sul welfare educativo una storia umana scientifica e politica che poggia le proprie radici nella ricostruzione continua dei diritti e delle responsabilità di ognuno e di tutti. Sono forse io responsabile di mio fratello? Sì.

*Angelo Righetti, psichiatra legato a Franco Basaglia e al suo «fare le cose, un passo dopo l’altro», esperto OMS (Organizzazione Mondiale Sanità), Presidente di Res.Int (Rete dell'Economia Sociale Internazionale), ha lavorato moltissimo sui temi della cogestione e budget di salute e su impresa sociale e modelli di welfare. È il "papà" del PTRI, il Progetto Terapeutico Riabilitativo Individualizzato (PTRI) con Budget di salute a cui si ispirano i PFP.

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